Comunali a Vibo: la presa di posizione di Michele Comito fa discutere molto ma convince poco
L’analisi sulle ultime “mosse” del coordinatore provinciale di Forza Italia alle prese con la ricandidatura della Limardo ed il confronto con Udc e Noi Moderati che hanno scelto il polo di centro. Il ruolo della Lega e le scelte di "Città Futura"
Stanno facendo molto discutere i concetti espressi da Michele Comito, responsabile provinciale di Forza Italia, in relazione alla ricandidatura dell’attuale sindaco. Il pensiero di Comito può essere sintetizzato nei seguenti termini: la Limardo ha ben operato e pertanto l’intento di Forza Italia è quello di ricandidarla, ma ovviamente bisognerà tenere nella giusta considerazione le posizioni degli altri componenti della coalizione ed eventualmente condividere scelte diverse che possano tenerla insieme ed allargarla ulteriormente anche a chi è andato via (Città Futura). In ogni caso – ha precisato Comito – qualunque sarà la scelta, Limardo o un’altra persona – essa dovrà essere condivisa da tutte le forze del centrodestra, il cui candidato sarà reso noto solamente al momento della formazione delle liste. In questo contesto, Comito ha inoltre affermato di essere stato promotore di una riunione con Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati ed Udc, tendente a fare emergere i vari punti di vista sull’operato dell’esecutivo. Riteniamo che la presa di posizione di Comito vada approfondita, tenendo ben distinti gli intendimenti apparenti da quelli che noi riteniamo essere i reali. In ordine ai primi, va preliminarmente rilevato come la posizione di Comito in un certo qual modo si discosta da quella espressa a suo tempo da Mangialavori: il parlamentare, nel proporre per primo la ricandidatura dell’attuale sindaco dopo averne promosso il lavoro svolto, si era infatti dichiarato sicuro – mai previsione è stata più errata – che tutti gli alleati avrebbero condiviso la sua indicazione. Oggi, invece, Comito tale sicurezza dimostra di non averla ed infatti afferma che il nome del candidato a sindaco del centrodestra potrebbe essere anche diverso da quello della Limardo. La differenza non è di poco conto: mentre il parlamentare pensava di poter ancora “imporre” i propri diktat, ora Comito, suo malgrado, deve confrontarsi con una nuova realtà in cui Lega, Noi Moderati ed Udc hanno acquisito, attraverso i nuovi dirigenti De Pinto, Nesci e Bulzomì, una dignità politica ben diversa rispetto al passato. In questo contesto, non solo Comito non riesce a far fare un passo avanti alla coalizione di centrodestra, ma ne certifica invece tre indietro, consistenti nell’aver perso – in maniera definitiva a causa del ritardo con cui egli si è mosso – tre componenti della coalizione. A tal proposito va rilevato come FI abbia atteso, prima di assumere un atteggiamento più conciliante e meno “dominante” nei confronti degli altri partners, che i rapporti si deteriorassero al punto tale da indurre Noi Moderati e l’Udc a sottoscrivere l’adesione al polo di centro, e, per quanto riguarda la Lega – mai coinvolta e presa in considerazione dal primo cittadino durante l’intera consiliatura – a minacciare in un primo tempo di presentarsi agli elettori da sola. In sostanza, Mangialavori e Comito hanno messo alla prova la “tempra” di De Pinto, Nesci e Bulzomì nell’opporsi ai diktat di FI, erroneamente convinti che tale qualità difettasse in loro, mentre oggi, preso atto dell’errore di valutazione, si affidano alle “belle parole” di Comito per riportare i tre partiti al tavolo del centrodestra, dove non si potrà che discutere dell’unica candidatura possibile per FI, quella della Limardo o, come ipotesi assolutamente residuale, su un altro nome sempre indicato dallo stesso partito, atteso che qualsiasi altra alternativa certificherebbe un clamoroso fallimento. E che le cose stiano in questi termini lo testimonia la mancanza di chiarezza di Comito su un punto fondamentale, quello relativo alla possibilità che il “nome diverso dalla Limardo” di cui egli parla possa essere espressione di un altro componente della coalizione. Siccome sia il parlamentare che il consigliere regionale, attuali padri padroni del partito, sanno perfettamente che nessuno è disposto a ritornare sui propri passi per riassumere il vecchio ruolo di utile idiota, appare chiaro che Comito, con la sua recente presa di posizione, miri ad altro. Riteniamo che il vero obiettivo sia quello di “destabilizzare” il polo di centro. Tale convinzione nasce dalla circostanza che, a fronte di un’iniziale indifferenza manifestata sia dal centrodestra che dall’area progressista, oggi entrambe le aggregazioni, anche per le note vicissitudini interne, guardano con “rispetto”, e forse anche con timore, a questa nuova realtà del panorama politico vibonese. La cronaca giornalistica fa emergere come l’unica area dove i bisticci non sono all’ordine del giorno, anzi ad oggi non ne sono proprio emersi, è quella di centro, alla quale, provenienti dal centrodestra, hanno già aderito Noi Moderati e Udc ed a cui la dirigenza locale della Lega oggi guarda con interesse, mentre, per quanto riguarda l’area progressista – dopo la netta presa di posizione di “Umanesimo Sociale” contro i dirigenti del circolo cittadino del PD, a loro volta in rotta di collisione con il M5S – nessuna migrazione verso l’area centrista può essere esclusa. Ritornando a quel che rimane della coalizione di centrodestra (FI e FdI) ed agli intenti apparenti di Comito, se dovessimo fare una valutazione comparativa tra le formazioni politiche che egli vorrebbe riportare a quel tavolo, oggi riterremmo “Città Futura” quella che avrebbe meno difficoltà, nonostante i propri assessori abbiano lasciato l’esecutivo, a risostenere la Limardo. La formazione di Pitaro infatti è l’unica che non ha ancora assunto una posizione chiara sul proprio futuro, un’ambiguità, questa, assimilabile a quella di una donna belloccia ben contenta di essere corteggiata un po’ da tutti senza dire sì a nessuno. Sarà però interessante vedere se, a conclusione della storia, “Città Futura” farà la fine di quell’altra famosa bella signora che tutti volevano, tutti corteggiavano, rimasta però poi zitella in mancanza di una seria proposta di matrimonio.
LEGGI ANCHE: Comunali a Vibo: rimangono tesi i rapporti tra Pd e M5S
Comunali a Vibo, Soriano (Pd): «Nessun accordo o discussione con chi è lontano dai nostri valori»
Verso le comunali a Vibo, Verdi e Sinistra italiana: «Si riprenda il dialogo interrotto»