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San Martino: la devozione al santo patrono di Soriano Calabro tra arte e chiesa

La prima chiesa parrocchiale dedicata a San Martino di Tours venne costruita nel 1070. Oggi al Polo museale è esposta un'opera che ritrae il santo a firma del pittore Francesco Saverio Mergolo

San Martino: la devozione al santo patrono di Soriano Calabro tra arte e chiesa

È uno dei santi più venerati in Occidente. Nato da genitori pagani, – San Martino – fu vescovo di Tours e condusse vita monastica in un cenobio da lui stesso fondato. Secondo la tradizione, nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo durante un acquazzone gli donò metà del suo mantello; poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l’altra metà: subito il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite. La devozione a San Martino, ungherese di nascita (336-337 Sabaria-Pannonia, oggi Szombathely in Ungheria) allevato in Italia e vescovo-asceta in Francia, è stata portata a Soriano Calabro – dove è patrono – dai Normanni, all’epoca in cui il Conte Ruggiero dominava da Squillace a Mileto, dando inizio al cominciamento della cosiddetta colonizzazione latino-normanna, i cui protagonisti oltre al Conte normanno, furono Papa Urbano II e San Bruno di Colonia. La prima chiesa parrocchiale dedicata a San Martino di Tours venne costruita nel 1070 – in seguito distrutta dal terremoto e poi ricostruita – per volere del Conte Ruggiero, nella parte bassa del comune dell’entroterra come riporta il Campitelli che scrive: ‹‹Da particolar divoto affetto spinto il gran Conte volle al Santo Vescovo di Tours alzar la Chiesa, che ora di San Martino si appella››. L’attuale chiesa matrice dedicata a San Martino è la terza chiesa eretta in suo onore, edificata nel 1930 sulle rovine della chiesa precedente, lesionata gravemente dal terremoto del 1908. Lo stile è neoclassico con facciata ornata da paraste e cornici con fastigio a cuspide in cui è inserito lo stemma del Santo. All’ingresso principale si accede tramite una gradinata trilaterale in pietra granitica. L’interno a croce latina è caratterizzato da tre navate, una centrale e due laterali, separate da pilastri quadrangolari sormontati da capitelli. Sull’arco a tutto sesto della navata centrale due angeli reggono un cartiglio con la scritta “Jesum Christum Regem Regnum venite ad oremus”. Il soffitto piano è dipinto con finti rilievi decorativi. Dei tre altari, i due laterali, datati 1932, pressoché identici, posti nei transetti, sono in marmo bianco con tarsie policrome. Sull’altare maggiore, eredità della chiesa preesistente, con i portali laterali in marmo, grande interesse riveste il tabernacolo con i suoi bassorilievi che rappresentano la vite e i tralci. In alto, nell’ancona barocca in legno, troneggia una imponente statua lignea di San Martino. Si tratta di una scultura probabilmente del XVII secolo, di autore ignoto. La forte devozione al santo patrono del borgo dell’entroterra è percepibile anche all’interno del Polo museale dove è esposto il dipinto raffigurante San Martino vescovo di Tours, opera proveniente dalla chiesa Matrice, un’ importante tela attribuita a Francesco Saverio Mergolo, pittore originario di Vibo Valentia. La tela è di notevole qualità e si rapporta a un dipinto firmato dall’artista recentemente identificato sul mercato antiquario spagnolo. Significativi i rimandi alla cultura pittorica napoletana e romana sapientemente fusi dal pittore, la cui produzione fu particolarmente apprezzata dei contemporanei. La figura, elegantemente panneggiata, si mostra in una posa statuaria nelle vesti canoniche vescovili, captando lo sguardo dell’osservatore. In basso a sinistra è raffigurato il mendicante a cui il santo donerà parte del suo mantello.

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