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Università a Vibo: quel varco aperto da Romeo con un corso di laurea in convenzione con Arcavacata

Il candidato a sindaco proposto dal Pd per le prossime comunali ricorda quando "da primo presidente della Provincia non solo ne coltivai la sua istituzione ma la tradussi in realtà dando sostanza a un percorso universitario"

Università a Vibo: quel varco aperto da Romeo con un corso di laurea in convenzione con Arcavacata
Veduta di Corso Umberto a Vibo e, nel riquadro, Enzo Romeo
Enzo Romeo

Enzo Romeo, presidente del “Centro Studi Progetto Vibo” e candidato a sindaco proposto dal Pd per le prossime comunali che interesseranno il capoluogo di provincia, interviene sul recente dibattito che vede al centro il tema dell’Università a Vibo. “Si tratta di un’ambizione che ritorna: da primo presidente della Provincia, dal ’95 al ’99, non solo ne coltivai la sua istituzione spendendomi in prima persona, ma la tradussi in realtà attraverso una convenzione con l’Ateneo di Arcavacata, – ricorda Romeodando sostanza al corso di laurea triennale in “Tecnico per la gestione dei rischi naturali e la protezione civile”. Era il gennaio del 1999 e “in quell’occasione rammentai la storia rimarchevole della pubblica istruzione a Vibo Valentia, citando, tra l’altro, le “Accademie vibonesi” del XV e XVI secolo rimaste vanto della cultura calabrese. D’altra parte, – aggiunge – gli echi di quella lunga e gloriosa tradizione si sono riverberati nel tempo, nei secoli successivi e fino ad oggi con un sistema scolastico cittadino che esprime eccellenze dalla primaria fino alle superiori. Poi, negli anni seguiti alla fine del mio mandato, altri non hanno percorso il varco che avevo aperto”. E per Enzo Romeo quel varco aperto possedeva due capisaldi: “L’esperienza che già a Catanzaro, con la nascita del consorzio universitario, aveva condotto in pochi anni alla costituzione dell’università; l’obiettivo di puntare su corsi di laurea fortemente ancorati alle esigenze formative del territorio”.

“Un varco – prosegue l’ex presidente della provincia – che da allora ad oggi considero vitale per la nostra Vibo, una città che possiede tutte le qualità, i pregi e le potenzialità per diventare una città universitaria di prim’ordine, innestata nel centro storico come nessuna in Calabria e come è accaduto, invece, nei migliori esempi in Italia e all’estero. Facoltà che si correlino alle vocazioni di una più ampia area metropolitana, con la stessa Vibo Marina che può ospitare corsi sul turismo, l’economia del mare, la logistica e la produzione navale”. Così, quella sull’università “è stata tra le prime proposte di elaborazione che ho sollecitato agli amici del nostro Centro Studi “Progetto Vibo Valentia”, spiega ancora Romeo che precisa “ecco com’è nata l’ipotesi dell’allocazione principale nell’ex convento dei Cappuccini e la valutazione, anche visiva mediante alcune planimetrie, dell’impatto urbanistico in una città che vedrebbe mutare flussi e presenze, investimenti e attività collaterali. Vibo tornerebbe ad essere il catalizzatore di un rinnovato e straordinario impegno formativo, per le nuove generazioni di tutta la provincia e ben oltre la provincia, con corsi mirati che mancano in altre sedi universitarie calabresi. Non solo per i più giovani: i segmenti interessati all’alta istruzione si sono infittiti ed oggi le fasce d’età giungono a superare anche quella degli over cinquanta. Mi accorgo che la prospettiva, – osserva – da quando con il Centro Studi l’abbiamo lanciata nel marzo scorso con un partecipato sondaggio sul nostro “gruppo Facebook”, ha trovato nuove adesioni tra coloro che sono impegnati nel dibattito pubblico: da sempre favorevole al dialogo e alla collaborazione concreta nell’interesse della città, si tratta di una constatazione che mi fa davvero piacere. Ma non vedo bene le lotte di campanile sul tema del momento che sembra essere quello della facoltà di medicina”.

E ancora, Romeo: “È molto più utile guardare ai corsi sulle professioni sanitarie – che sono in notevole evoluzione – e puntare su facoltà originali e peculiari in grado di caratterizzare l’identità di “Vibo Valentia città universitaria. E fare alcuni indispensabili passi in più. Dire “citta universitaria” significa infatti pensarla funzionale alle nuove presenze, garantendo collegamenti, ospitalità, servizi, svago, luoghi di ritrovo, eventi, ricerca, stage aziendali e scuole di specializzazione. È il mio pensiero fisso: la città dev’essere un insieme”. Pertanto, “l’università a Vibo non può diventare una bandierina – afferma in conclusione Enzo Romeo – ma uno dei punti d’avvio della “Nuova Città” alla quale dobbiamo credere con senso pratico e serietà dei fatti. Per superare il baratro dell’inconsistenza e del degrado nel quale è precipitata negli ultimi anni”. 

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