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Corruzione: chiesto il processo per il vibonese Franco Cavallaro, segretario del sindacato Cisal

Richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Napoli anche per altri sei indagati e tra loro un noto imprenditore campano indicato da Forbes tra i miliardari italiani, il segretario generale e il già vice capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro. Ipotizzati favori e regali da parte del sindacalista in cambio della scissione parziale del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e patronato Inpal

Corruzione: chiesto il processo per il vibonese Franco Cavallaro, segretario del sindacato Cisal
La Procura di Napoli e a sinistra il pm Henry John Woodcock, a destra il leader della Cisal Franco Cavallaro e l'imprenditore Danilo Iervolino

Concorso in corruzione aggravata. Questo il reato per il quale il procuratore aggiunto di Napoli, Sergio Ferrigno e il pm Henry John Woodcock hanno avanzato al gup, Enrico Campoli, richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di sette indagati. Tra loro anche il segretario generale del sindacato Cisal Franco Cavallaro, 58 anni, vibonese di Melicuccà di Dinami, rieletto per acclamazione nell’aprile scorso. Gli altri indagati sono: Danilo Iervolino, 45 anni, di Palma Campania (Na), attuale patron della Salernitana calcio, già al vertice dell’Università Pegaso; Mario Miele, 57 anni, di Casamarciano (Na); Concetta Ferrari, 64 anni, di Roma; Fabia D’Andrea, 58 anni, di Roma; Francesco Fimmanò, 55 anni, di Frattamaggiore (Na); Antonio Rossi, 38 anni, di Marsala (Tp). Parti offese nell’inchiesta il Ministero del Lavoro, il Patronato Inpal e l’Università telematica Pegaso. L’udienza preliminare è stata fissata dinanzi al gup per il 24 novembre prossimo. Le condotte contestate dalla Procura di Napoli vanno dall’1 aprile 2019 sino al 10 giugno 2022.

Le accuse

Concetta Ferrari

Secondo l’accusa, Concetta Ferrari all’epoca dei fatti al vertice della Direzione generale per le Politiche Previdenziali e Assicurative del Ministero del Lavoro (e attualmente segretario generale del Ministero del Lavoro) – di concerto con Fabia D’Andrea (all’epoca dei fatti vice capo di Gabinetto del ministro del Lavoro) avrebbero adottato atti contrari ai propri doveri d’ufficio. In particolare sono accusate dalla Procura di Napoli di aver curato la fase procedimentale a seguito della “nuova” richiesta avanzata il 19 marzo 2019 dal segretario generale della Cisal Francesco Cavallaro tesa ad ottenere l’autorizzazione/nulla osta alla scissione parziale asimmetrica del patronato Encal-Inpal in patronato Encal-Cisal e patronato Inpal. Il parere favorevole veniva rilasciato il 24 maggio 2019 con iter curato dalla dottoressa Ferrara e dalla dottoressa D’Andrea. Ad avviso del pm Woodcock e del procuratore aggiunto Ferrigno, le due indagate avrebbero loro stesse suggerito a Francesco Cavallaro – ancor prima del deposito della sua richiesta – di formulare al Ministero del Lavoro una nuova identica istanza avente il medesimo oggetto (scissione parziale asimmetrica del patronato Encal-Inpal in Enpal-Cisal e patronato Inpal) rispetto ad una precedente identica richiesta evasa con parere negativo il 19 gennaio 2018 dal precedente capo dell’ufficio legislativo del Ministero del Lavoro. Le due indagate avrebbero indicato a Cavallaro, ad avviso della Procura di Napoli, il contenuto ed il tenore della seconda istanza suggerendo di non fare menzione del precedente parere negativo. La scissione parziale del patronato veniva così ottenuta il 18 gennaio 2018 conservando lo status di Patronato con conseguente mantenimento in favore di entrambi delle sovvenzioni pubbliche e, quindi, di significativi vantaggi economico-finanziari, nonché del mantenimento delle sedi e del patrimonio in loro possesso. In caso di scissione totale, invece, tali benefici sarebbero stati tutti persi. Anche dopo la scissione, secondo l’accusa, la dottoressa Ferrari avrebbe riservato un trattamento “assolutamente privilegiato e di favore al patronato Encal-Cisal riconducibile a Francesco Cavallaro, a discapito del Patronato Encal-Inpal. La Ferrari avrebbe poi concordato con Cavallaro gli interventi ispettivi espletati o da espletarsi da parte degli organi competenti sui predetti patronati”.

Le controprestazioni

Franco Cavallaro, segretario generale Cisal

In cambio di tutto ciò e quale “compenso” per la dottoressa Ferrari – e da qui l’accusa di concorso in corruzione – Francesco Cavallaro (d’intesa con Mario Miele) avrebbe richiesto a Danilo Iervolino l’assunzione di Antonio Rossi (figlio della Ferrari) quale professore straordinario da parte dell’Università telematica Pegaso riconducibile allo stesso Iervolino, con la statuizione di un compenso pari a 30mila euro. I compensi percepiti da Antonio Rossi dall’Università Pegaso, secondo l’accusa, sarebbero stati alla fine 68mila euro in tre anni (2019-2020-2021). Sempre Francesco Cavallaro avrebbe poi pagato alla dottoressa Ferrari e al marito un soggiorno in una struttura ricettiva-alberghiera di Tropea, oltre al noleggio di una barca. Sempre Cavallaro è poi accusato di aver consegnato alla dottoressa Ferrari una borsa griffata di marca Louis Vitton del valore di 780,00 euro, oltre ad una cravatta di marca e “altra roba” destinata al marito della Ferrari. Nel periodo dal 12 al 27 agosto 2019, Cavallaro avrebbe pagato anche il corrispettivo per il noleggio di un’autovettura di grossa cilindrata a beneficio di un altro figlio della dottoressa Ferrari.

Gli altri presunti favori

Vi sarebbero stati poi altri presunti favori che avrebbero visto impegnato Francesco Cavallaro in favore della dottoressa Ferrari, tutti contestati dalla Procura di Napoli: l’intercessione con il ministro del Lavoro (in carica nel 2019) per far ottenere alla dottoressa Concetta Ferrari un incarico di maggiore prestigio all’interno dello stesso Dicastero, quale quello di presidente del Collegio dei sindaci dell’Inps ovvero di segretario generale del medesimo Ministero (incarichi, nel prosieguo, entrambi ricoperti dalla Ferrari); la cessione da parte di Cavallaro ad un figlio della Ferrari di un’auto Audi Q3 intestata alla Fip-Cisal al prezzo di euro 18mila (provvedendo a ‘‘schermare” tale cessione diretta  attraverso l’interposizione di una concessionaria di Lamezia Terme alla quale la Fip Cisal avrebbe ceduto l’auto il 15 gennaio 2020 al prezzo di euro 18.000 rivendendola, immediatamente dopo, in data 4 febbraio 2020, al figlio della Ferrari allo stesso prezzo e provvedendo Cavallaro lo stesso giorno della cessione al pagamento, effettuato con i fondi della Fip Cisal, delle spese di manutenzione straordinaria e del tagliando); al figlio della Ferrari sarebbe stato poi promesso un interessamento da parte di Cavallaro per un concorso in Polizia dove tuttavia non risultava vincitore.

Le accuse alla D’Andrea e a Cavallaro

Il Ministero del Lavoro

Fabia D’Andrea – all’epoca dei fatti vice capo di Gabinetto del ministro del Lavoro – è invece accusata di aver accettato dal segretario della Cisal Franco Cavallaro la promessa di fornire un incarico-impiego a due persone dalla stessa segnalate che ottenevano una un incarico dirigenziale all’Inps, l’altra un incarico professionale dall’Associazione Italiana Tutela Handicap di Roma rappresentata dallo stesso Francesco Cavallaro. Incarico, quest’ultimo, che prevedeva un compenso di 80mila euro, con pagamento a ratei anticipati mensili di settemila euro a partire dal febbraio 2019 e sino al febbraio 2020. Per tali vicende è indagato pure Francesco Fimmanò, accusato di aver messo in contatto e mediato i rapporti tra Franco Cavallaro con la D’Andrea e con Mario Miele, presidente del consiglio di amministrazione della società “Centro autorizzato di assistenza fiscale Cisal srl”, nonché   già   consigliere   di   amministrazione   dell’Università Mercatorum riconducibile a Danilo Iervolino. Attualmente Miele è dirigente della “U.S. Salernitana 1919  Srl” riconducibile a Danilo Iervolino. Mario Miele è accusato dalla Procura di Napoli di essersi occupato di mediare i rapporti tra Cavallaro, Iervolino e i dirigenti dell’Università Pegaso con specifico riferimento all’assunzione di Antonio Rossi. L’imprenditore Danilo Iervolino è di recente entrato nella classifica dei miliardari di Forbes.

I difensori

Danilo Iervolino è difeso dagli avvocati Giuseppe Saccone e Salvatore Sica; Francesco Cavallaro dagli avvocati Cesare Placanica e Domenico Colaci; Mario Miele dall’avvocato Sabato Moschiano; Concetta Ferrari dall’avvocato Alessandro Diddi; Fabia D’Andrea dall’avvocato Gildo Ursini; Francesco Fimmanò dall’avvoca Giuseppe Saccone; Antonio Rossi dagli avvocati Alessandro Diddi ed Elisabetta Cucciniello.

** ore 20:11, dall’avvocato Domenico Colaci, difensore di Francesco Cavallaro riceviamo e pubblichiamo: “Con riferimento alla notizia inerente il coinvolgimento del Segretario Generale della Cisal in un procedimento penale presso il Tribunale di Napoli, colpisce il fatto che chi ha divulgato tale notizia si sia guardato bene dal dire che il competente Tribunale della Libertà, con venti pagine di motivazione, ha ritenuto insufficienti finanche i semplici indizi di colpevolezza a carico del mio assistito“.

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