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Briatico: i carabinieri forestali sequestrano un cantiere all’imprenditore Cascasi. La sua versione

Contestate alcune difformità rispetto all’originaria autorizzazione. L’area già finita al centro di un ricorso al Tar. Sul posto anche la polizia municipale e personale dell’ufficio tecnico comunale. Per l'imprenditore le cose stanno però diversamente

Briatico: i carabinieri forestali sequestrano un cantiere all’imprenditore Cascasi. La sua versione
Francesco Cascasi

I carabinieri forestali, al termine di alcuni controlli del territorio svolti con la polizia municipale e personale dell’ufficio tecnico di Briatico, hanno sequestrato un cantiere ritenuto abusivo all’imprenditore Francesco Cascasi. Dai controlli sarebbero emerse delle difformità rispetto all’originaria C.i.l.a, presentata al Comune di Briatico per ripulire e operare un decespugliamento nell’intera area al fine di poter iniziare la coltivazione di piante grasse. Il Comune di Briatico, ritenendo che i lavori eseguiti, diversamente da quanto dichiarato, consistessero in uno sbancamento del terreno ricadente in zona soggetta a vincolo paesaggistico, aveva emesso il 16 gennaio scorso un’ordinanza dirigenziale con la quale aveva imposto la sospensione dei lavori e la rimessione in pristino dei luoghi. Da qui il successivo ricorso al Tar da parte dell’imprenditore Cascasi che era stato accolto nel settembre scorso dai giudici amministrativi dopo la nomina di un Ctu. Ora però il nuovo sequestro con la contestazione di ulteriori e diverse difformità per sbancamenti non autorizzati. L’area sequestrata si trova tra Briatico e S.Irene, non lontana dalla linea ferroviaria e strada provinciale ex Statale 522, meglio nota come “Strada del Mare”.

** In relazione a quanto sopra, nella giornata del 25/10/2022 dall’imprenditore Francesco Cascasi riceviamo e pubblichiamo: “Mi preme far notare ai suoi lettori che già il giudice amministrativo si è occupato della vicenda accogliendo il ricorso proposto avverso il provvedimento di sospensione dei lavori per asserite difformità. E’ bene che i lettori sappiamo che si tratta di lavori di recupero di un’area di circa 25.000 metri quadri destinata alla produzione di cipolla e piante grasse con un significativo incremento occupazionale
Non conosco ancora le ragioni che hanno determinato le forze dell’ordine a disporre il sequestro dell’area, per adesso ne prendo atto e mi accingo a contestare anche questo provvedimento, sperando che la vicenda possa essere chiarita in tempi brevi, per non ritardare ulteriormente l’avvio dell’attività produttiva. Resta l’amarezza per dover registrare ancora una volta la difficoltà di fare impresa e parliamo di attività
agricola, quindi senza impatto ambientale, all’interno di un settore di eccellenza. Così assistiamo impotenti al fenomeno di impoverimento delle regioni del sud, ben descritto con impietosa analisi nell’ultimo numero dell’Espresso: qui non si riesce neppure a coltivare la cipolla figuriamoci se tratteniamo gli ingegneri“.

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