Reddito di cittadinanza con truffa a Limbadi, le accuse per 17 indagati e le somme sequestrate
Il provvedimento del gip del Tribunale di Vibo Valentia su richiesta della Procura. Artifizi e raggiri portati alla luce dalle indagini condotte dai carabinieri
Sequestro preventivo di beni per 285.000 euro, la contestazione del reato di truffa aggravata per il perseguimento di erogazioni pubbliche e in totale 17 indagati. La Procura di Vibo Valentia ha chiuso il cerchio su un’inchiesta condotta sul campo dai carabinieri della Stazione di Limbadi e che mira a fare luce sull’indebita percezione del reddito di cittadinanza. Questi gli indagati, tutti di Limbadi: Rosa Maria Ascone (cl ’87); Rocco Calogero (cl ’68); Annunziata Orfanò (cl ’64); Vincenzo Contartese (cl ’61); Mariana Craciunoiu (cl ’72), di nazionalità romena, residente a Limbadi; Gabriela Dode (cl ’76), di nazionalità romena, residente a Limbadi; Ionela Cristina (cl ’69), di nazionalità romena, residente a Limbadi; Michele Giovinazzo (cl ’77); Grazia Mercuri (cl ’68); Angela Maria La Rosa (cl ’74); Francesca Lococo (cl ’64); Carmelo Piserà (cl ’57); Luigi Longone (cl ’63); Domenico Mancuso (cl ’92), residente a Caroni di Limbadi; Stefania Piserà (cl ’81), di Motta Filocastro; Francesco Redi (cl ’93); Nico Redi (cl ‘96).
Il gip del Tribunale di Vibo Francesca Loffredo, in accoglimento di una richiesta della Procura, ha quindi disposto in via principale il sequestro preventivo – finalizzato alla confisca “diretta” – nei confronti di: Rosa Maria Ascone per la somma di 8.344,98 euro; Rocco Calogero e Annunziata Orfanò per la somma di 44.567,50 euro; Vincenzo Contartese per la somma di 24.850,00 euro; Mariana Craciunoiu per la somma di 15.400,00 euro; Gabriela Dode per la somma di 11.550,00 euro; Ionela Cristina Dumitru per la somma di 28.835,75 euro; Michele Giovinazzo e Grazia Mercuri per la somma di 44.960,00 euro; Angela Maria Larosa per la somma di 23.134,92 euro; Francesca Lococo e Carmelo Piserà per la somma di 16.538,36 euro; Luigi Longone per la somma di 1.456,00 euro; Domenico Mancuso per la somma di 14.150,00 euro; Stefania Piserà per la somma di 38.651,54 euro; Francesco Redi per la somma di 8.400,00 euro; Nico Redi per la somma di 3.195,00 euro. Tali somme, ad avviso del gip, sarebbero state percepite indebitamente senza averne gli indagati alcun titolo.
Le accuse
Per percepire il reddito di cittadinanza, secondo l’accusa Rosa Maria Ascone avrebbe indicato una residenza fittizia a Limbadi pur abitando invece a Novara con la madre e i fratelli; Rocco Calogero avrebbe invece indicato una residenza fittizia in una via di Limbadi pur essendo residente in altra via e convivente effettivamente di Annunziata Orfanò, con quest’ultima che avrebbe omesso di indicare, all’interno del proprio nucleo familiare, la presenza del convivente Rocco Calogero; Vincenzo Contartese avrebbe invece presentato tre distinte domande indicando una residenza fittizia a Limbadi in luogo di quella effettiva ove lo stesso risultava risiedere con i genitori; Mariana Craciunoiu è accusata di aver dichiarato di essere in possesso del della cittadinanza italiana da almeno 10 anni al momento di presentazione della domanda, circostanza risultata non vera; per Gabriela Dde, invece, l’accusa di attestazioni fittizie in relazione alla composizione del proprio nucleo familiare, omettendo di indicare la presenza del convivente; lonela Cristina Dumitriu avrebbe presentato due distinte domande rendendo attestazioni fittizie in relazione alla composizione del proprio nucleo familiare; Michele Giovinazzo e la convivente Grazia Mercuri avrebbero reso attestazioni fittizie in ordine alla residenza e alla composizione del proprio nucleo familiare; attestazioni fittizie in relazione alla composizione del proprio nucleo familiare, l’accusa anche per Angela Maria Larosa; Francesca Lococo e la cnvivente Carmela Piserà sono accusati di aver reso attestazioni fittizie in ordine alla residenza e alla composizione del proprio nucleo familiare; Luigi Longone avrebbe indicato una residenza fittizia in Limbadi in luogo di quella effettiva sita al numero 5 della medesima via, ove lo stesso risultava risiedere con Mancuso Immacolata (non indagata); Domenico Mancuso è accusato di aver presentato due distinte domande indicando una residenza fittizia nella frazione Caroni di Limbadi in luogo di quella effettiva sita al numero 8 della medesima via dove lo stesso risulta risiedere unitamente a padre, madre e fratello; Stefania Piserà è accusata di aver presentato tre distinte domande indicando una residenza fittizia a Motta Filocastro in luogo di quella effettiva sita a Vibo Valentia dove risulta risiedere; Francesco Redi avrebbe indicato una residenza fittizia sul corso Vittorio Emanuele III di Limbadi in luogo di quella effettiva sita altra zona dove lo stesso risulta risiedere con i genitori, la sorella e il fratello Nico Redi che si trova a sua volta indagato per altra presunta percezione indebita del reddito di cittadinanza avendo indicato una residenza fittizia rispetto a quella effettiva. Secondo le indagini dei carabinieri, alcuni beneficiari del reddito di cittadinanza avrebbero fittiziamente indicato il proprio domicilio in stabili palesemente non abitabili ovvero in assenza di forniture di energia elettrica o addirittura privi di infissi. Il tutto al solo fine di vedersi riconosciuta l’erogazione del sussidio.
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