Tropea: la moglie del boss a compleanni e cene insieme alla consorte del sindaco
Ecco le foto che ritraggono insieme Tomasina Certo – coniuge del boss Tonino La Rosa – con la madre di un assessore e la moglie del primo cittadino. In un’occasione presente pure la compagna del pluripregiudicato Mimmo Polito
Cosa ci fanno a compleanni e cene la moglie del boss in compagnia della moglie del sindaco e della mamma dell’assessore? Accade a Tropea e mai come in questo caso alcune foto “parlano” da sole. Ne siamo venuti in possesso in quanto pubblicate sui social network (divenendo così pubbliche) da alcune delle stesse protagoniste delle serate. Nulla di male ed “affari loro”, certo, se non fosse per il ruolo pubblico di primissimo piano rivestito, rispettivamente, dal marito e dalla figlia di alcune delle partecipanti e che – almeno in un caso – ad una delle feste di compleanno accanto alla torta, oltre alla moglie del boss, figura pure la compagna del pluripregiudicato Domenico Polito ed il Comune di Tropea contro il clan La Rosa figura parte lesa (e quindi parte civile) in diversi procedimenti penali per ‘ndrangheta. Tanto basta ed avanza, a nostro avviso, a sollevare una serie di interrogativi ai quali per primi dovrebbero rispondere i pubblici amministratori, vale a dire il sindaco Giovanni Macrì e l’assessore agli Affari generali del Comune di Tropea, Greta Trecate. Erano infatti a conoscenza gli stessi delle frequentazioni, rispettivamente, di moglie e madre, con Tomasina Certo, ovvero la moglie del boss indiscusso di Tropea Tonino La Rosa? Erano a conoscenza delle foto pubblicate su Facebook? Ed ancora: quella che il procuratore Nicola Gratteri chiama “linea di demarcazione” o “scrivania” che deve ad esempio sempre separare un avvocato penalista dal proprio cliente e dai suoi familiari, non vale a Tropea per gli strettissimi congiunti dei pubblici amministratori? O, c’è da chiedersi, a Tropea (almeno in alcuni ambienti) dove finisce la società civile e dove inizia quel “mondo” dove non si capisce nulla e Stato e antistato siedono allo stesso tavolo e convivono l’uno accanto all’altro, si frequentano e magari brindano insieme? Comunque la si pensi, a qualunque latitudine del mondo se la moglie del boss numero uno del paese viene “beccata” in compagnia della moglie del sindaco (cioè del primo cittadino) è una notizia ed alle notizie ci atteniamo, lasciando per ora alla Commissione di accesso agli atti – nominata dal prefetto di Vibo, Paolo Giovanni Grieco, per accertare eventuali infiltrazioni mafiose al Comune di Tropea e rapporti compromettenti di amministratori e impiegati – ogni valutazione.
Le foto dei compleanni
La prima foto vede presenti ad un compleanno al centro la moglie del sindaco di Tropea – Debora De Vita – con accanto da un lato Tomasina Certo (moglie del boss Tonino La Rosa) e Amanda Pizzarelli (madre dell’assessore Greta Trecate), dall’altro Caterina Collia, moglie del pluripregiudicato Mimmo Polito, ritenuto dagli inquirenti elemento di spicco dei clan La Rosa e Mancuso e nei cui confronti la Dda ha chiesto 10 anni nel processo Imponimento e 20 anni di carcere in Rinascita-Scott. La stessa Caterina Collia il 12 luglio 2010 è stata destinataria di un provvedimento di confisca dei beni a seguito dell’operazione antimafia denominata “Odissea”. La seconda foto vede presenti invece ad altro compleanno la moglie del sindaco, Debora De Vita, e la moglie del boss La Rosa, Tomasina Certo.
La cena al ristorante e il brindisi
Nella terza foto che pubblichiamo ci si trova all’aperto in un ristorante. Cena tra sole donne (come per i compleanni) e sedute accanto immortalate in un brindisi troviamo: Tomasina Certo, Amanda Pizzarelli e Debora De Vita. Nella quarta foto – pubblicata sul proprio profilo Facebook da Amanda Pizzarelli – troviamo invece in un noto ristorante di Vibo Marina, sedute l’una accanto all’altra, Tomasina Certo (moglie del boss Tonino La Rosa) e Amanda Pizzarelli (madre dell’assessore Greta Trecate). La foto è stata pubblicata il 6 marzo 2020 e ricordiamo che l’attuale amministrazione comunale di Tropea è in carica dall’ottobre 2018. Nella quinta foto troviamo invece in un pubblico locale sempre la stessa compagnia di donne e sedute vicine si possono notare Amanda Pizzarelli, Tomasina Certo e Debora De Vita, moglie del sindaco Giovanni Macrì. Ci fermiamo qui con le foto, almeno per ora, non senza prima aver ricordato alcuni dati.
Il clan La Rosa
La cosca di ‘ndrangheta di Tropea guidata da Antonio (Tonino) La Rosa, 61 anni, è stata riconosciuta in via definitiva sin dal 2017 dalla Cassazione con l’operazione Peter Pan che ha certificato l’egemonia incontrastata nella “Perla del Tirreno” di tale cosca in strettissimi rapporti da sempre con il clan Mancuso di Limbadi. Sono stati condannati con sentenza definitiva per associazione mafiosa nella stessa operazione anche i fratelli di Tonino, ovvero Pasquale e Francesco La Rosa e pure i cugini Salvatore e altro Francesco La Rosa. Tonino La Rosa viene ritenuto dagli inquirenti e dalla Dda di Catanzaro elemento di primissimo piano dell’intera ‘ndrangheta vibonese, tanto che per lui il procuratore Nicola Gratteri ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione nel maxiprocesso Rinascita Scott. Tonino La Rosa e il fratello Francesco si trovano attualmente detenuti in regime di carcere duro (41 bis dell’ordinamento penitenziario). Il Comune di Tropea nel maxiprocesso Rinascita Scott figura quale parte civile.
La moglie del boss
Sull’inopportunità, e non solo, per gli strettissimi congiunti di sindaco e assessore di frequentare la moglie del boss Tonino La Rosa, ovvero Tomasina Certo, depongono alcuni dati. Nel dicembre del 2017 gli allora commissari prefettizi, che reggevano le sorti del Comune di Tropea (sciolto per mafia nel 2016), avevano disposto un ordine di demolizione sia per il boss Antonio La Rosa, sia per la moglie Tomasina Certo, a seguito della parziale chiusura abusiva in via Tondo, traversa XI, di un terrazzo posto sul retro, e lateralmente, dell’appartamento occupato da La Rosa e dalla Certo. Il 5 novembre 2020 la Cassazione ha condannato Tomasina Certo per il reato di sottrazione di beni sottoposti a sequestro (art. 334 del codice penale) ritenendo il suo ricorso inammissibile in quanto la Corte d’Appello di Catanzaro con sentenza del 12 novembre 2019 “non ha mancato di adeguatamente evidenziare il dato sfavorevole costituito – ha sottolineato la Suprema Corte – dall’avere commesso un reato della stessa specie di quello per il quale si procede mentre era agli arresti domiciliari”. La recente chiusura delle indagini da parte della Dda di Catanzaro per l’operazione antimafia Olimpo, oltre a Mimmo Polito, a Tonino La Rosa ed ai fratelli, vede indagata pure Tomasina Certo.
Nei suoi confronti l’accusa di associazione mafiosa “in qualità di partecipe, deputata a custodire i proventi dell’attività di estorsione ed impegnata nell’agevolare la contabilità della ‘ndrina, insieme al marito Antonio La Rosa”. In tale procedimento penale – Olimpo unito a Maestrale ed Imperium –, la giunta comunale di Tropea guidata dal sindaco Giovanni Macrì e di cui fa parte l’assessore Greta Trecate si troverà presto a dover deliberare la costituzione di parte civile anche contro Tonino La Rosa e Tomasina Certo (oltre che contro Mimmo Polito) in caso di richiesta di rinvio a giudizio. La stessa signora Certo con la quale si trovavano a cena a brindare pure la moglie del sindaco e la mamma dell’assessore Trecate. Tutto normale a Tropea? Mai come in questo caso lo deciderà la Commissione di accesso agli atti nominata dal prefetto Giovanni Paolo Grieco.
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