Mileto, emerse le memorie inedite di Calcagni sull’abbazia della Trinità
L’edizione critica dell’antico manoscritto del padre gesuita è stata presentata nella Casa della Cultura. Cuteri: «Miniera d’informazioni storiche»
“Memorie per la storia dell’abbazia della Santissima Trinità di Mileto”. Questo il titolo del pregevole volume di Diego Calcagni, presentato nella “Casa della Cultura” della cittadina normanna. L’edizione critica dell’inedito manoscritto del padre gesuita di Recanati, vissuto a cavallo tra il ‘600 e il ‘700, è stata curata dagli studiosi monsignor Filippo Ramondino, Concettina Di Bella, Francesco Galante e don Sergio Meligrana. All’apposito incontro, organizzato nel nuovo polo culturale di Mileto dall’amministrazione comunale e dall’associazione “Accademia Milesia”, sono intervenuti il sindaco Salvatore Fortunato Giordano, l’archeologo Francesco Cuteri e gli stessi monsignor Ramondino e don Meligrana. Padre Calcagni è stato per cinque anni rettore dell’abbazia-mausoleo, fatta costruire nell’XI secolo da Ruggero D’Altavilla nella capitale della propria contea durante il processo di rilatinizzazione del meridione d’Italia. Della chiesa e dell’adiacente convento benedettino rimangono oggi, purtroppo, solo i ruderi all’interno del Parco archeologico medievale intitolato al vescovo Antonio Maria De Lorenzo. Si capisce bene, allora, l’importanza delle memorie scritte dal religioso della Compagnia di Gesù per ricostruire preziosi frammenti di storia cittadina e dell’intera Calabria. Padre Calcagni nel corso del suo apostolato a Mileto si è prodigato non solo nel suo impegno pastorale, ma anche a preservare e salvare l’enorme patrimonio archivistico abbaziale.
Un aspetto di grande rilievo, rimarcato nel corso dell’incontro dall’esperto medievista Cuteri, tra l’altro autore di numerosi scavi all’interno del sito archeologico che fino al devastante terremoto del 1783 ospitava l’antica capitale normanna. Lo stesso studioso si è anche soffermato sulla miniera di informazioni presenti nell’antico manoscritto. E a riprova di ciò ha preso ad esempio quanto descritto dall’allora rettore sulla disposizione degli altari della chiesa abbaziale, in particolare sull’altare dedicato a San Lorenzo situato sotto l’arco della terza colonna. Una dettaglio di grande rilievo, visto che ad oggi poco si sa dell’alzato del complesso monastico. Puntuali e interessanti anche gli interventi di monsignor Ramondino e don Meligrana. Il primo, da direttore dell’Archivio storico diocesano, ha focalizzato l’attenzione sul lavoro di ricerca e sulle preziose fonti storiche che via via emergono da manoscritti inediti come quelli di padre Calcagni. Il secondo ha rimarcato, tra l’altro, la validità del lavoro del rettore della Santissima Trinità anche in termini di conoscenza del linguaggio che veniva utilizzato in quel particolare periodo storico.
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