Comune di Vibo e conti pubblici, Nesci: «Basita per le dichiarazioni della Limardo»
L'esponente di "Noi Moderati" precisa che le affermazioni del sindaco sono «lontane dalla realtà, per come documentalmente dimostrabile, che non riesco a capire se il primo cittadino le esterni pur sapendo che le stesse siano errate o se, invece, lo faccia perché realmente questo non lo sa»
“Ogni qualvolta mi capiti di ascoltare o di leggere le dichiarazioni del sindaco di Vibo Valentia in tema di conti pubblici resto semplicemente basita. E questo perché dette dichiarazioni sono così lontane dalla realtà, per come documentalmente dimostrabile, che non riesco a capire se il sindaco le esterni pur sapendo che le stesse siano errate o se, invece, lo faccia perché realmente questo non lo sa”. Ad affermarlo è Maria Rosaria Nesci di “Noi Moderati”, che aggiunge “e così, quando la Limardo afferma che “ancora una volta” la Corte dei Conti avrebbe certificato la validità dell’operato dell’amministrazione comunale di Vibo Valentia, principalmente mi chiedo a quali provvedimenti la stessa intenda fare riferimento posto che, in realtà, non mi risulta che ve ne siano. D’altra parte, in tal senso neppure può considerarsi la relazione della Sezione delle Autonomie- poiché la stessa, oltre a prestarsi a dubbi di imparzialità, è pure così errata nel suo contenuto poiché del tutto stridente con le varie sentenze della Corte dei Conti, da essere stata, di fatto, smentita anche dalla stessa ultima sentenza della Corte dei Conti – Sezione di controllo per la Regione Calabria. E così, senza scendere nei dettagli tecnico-giuridici, che sono comunque pronta a rendere in qualunque momento e che, peraltro, ho già segnalato alla stessa sezione Autonomie Locali della Corte dei Conti, è incontrovertibile il dato secondo il quale nessun atto amministrativo e/o giudiziario abbia mai confermato la validità dell’operato dell’amministrazione comunale di Vibo Valentia in tema di risanamento dei conti pubblici“.
“Ed invero, – prosegue la Nesci – a voler essere precisi, deve aggiungersi che neppure l’ultima deliberazione della Sezione di Controllo per la Regione Calabria protende in tal senso. Ed infatti, tale provvedimento, sostanzialmente, certifica come, ancora una volta, vale a dire anche dopo la sentenza delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti (che ha dichiarato l’inammissibilità del primo PRFP), l’assessore al bilancio ed il Sindaco, nel proporre al Consiglio Comunale di adottare un nuovo PRFP, abbiano commesso l’ennesimo errore procedurale non avendo evidentemente compreso che persistessero le condizioni previste dall’art. 268 TUEL. Errore procedurale che l’assessore al Bilancio ed il sindaco hanno inteso commettere nonostante la sottoscritta, è bene ricordarlo, in occasione del Consiglio Comunale del 7 giugno scorso, con una nota pubblicata sui quotidiani locali, aveva chiesto, invano, a tutti i consiglieri di non adottare un nuovo Prfp poiché ciò sarebbe stato illegittimo. Errore procedurale che l’assessore al bilancio e il Sindaco hanno compreso di aver commesso tardivamente, vale a dire solo dopo aver ricevuto una formale comunicazione del MI – del 9 agosto scorso – con la quale veniva segnalato all’ente locale come il caso di Vibo Valentia rientrasse tra quelle ipotesi di gravi violazioni di legge di cui all’art. 268 TUEL in ordine alle quali, sostanzialmente, l’adozione di qualunque misura per il risanamento economico (ivi compresa l’adozione di un nuovo PRFP) fosse di esclusiva competenza dello stesso MI. Errore procedurale al quale, infine, l’assessore al Bilancio ed il Sindaco non hanno neppure immediatamente posto rimedio; ed infatti, le stesse, irresponsabilmente, perché in piena crisi politica, hanno formulato una proposta di revoca della delibera di adozione del nuovo PRFP solo nel mese di settembre, facendo poi convocare il consiglio comunale nel penultimo – se non nell’ultimo – giorno utile ed accettando, così, il serio e concreto rischio che in mancanza di una revoca si avesse una dichiarazione formale di fallimento nel fallimento”.
E ancora, l’esponente di “Noi Moderati” dichiara: “Ebbene, tutto ciononostante, oggi il sindaco osa affermare: “la strada intrapresa è quella giusta”. E questo perché la Corte dei Conti ha riconosciuto che la procedura di riequilibrio sia stata revocata nei termini. E, però, a questo punto mi chiedo: ma se il 7 giugno scorso il sindaco e l’assessore non avessero indotto il Consiglio ad adottare un nuovo Prfp, si sarebbe forse resa necessaria una revoca di tale delibera e si sarebbe conseguentemente corso il rischio che, in mancanza di una revoca, si avesse una dichiarazione formale di fallimento nel fallimento? Certo che no! Ed ancora, alla luce di quanto fin qui chiarito, mi chiedo pure: Ma quali sarebbero i meriti del sindaco e dell’assessore al bilancio nel risanamento dei conti del Comune di Vibo Valentia ed ai quali il primo allude nelle sue dichiarazioni? Sinceramente io non ne vedo alcuno! Anzi, se ancora non lo si fosse capito, è bene far presente che la competenza che la norma riconosce ora al MI nell’adozione delle misure straordinarie per il risanamento trova il suo fondamento nel principio di sussidiarietà e, dunque, si appalesa quale conseguenza dell’incapacità dimostrata dall’ente locale nell’attuare autonomamente il risanamento economico nel rispetto della legge. Non vedo, quindi, quale sia la ragione per la quale qualcuno abbia pure il coraggio di dichiararsi orgoglioso dell’intervento da parte MI per l’adozione di misure straordinarie finalizzate al risanamento, assumendo che questo rappresenti un caso unico in tutta Italia! Non comprendo, infatti, di cosa si possa essere orgogliosi. Forse del fatto che nessun Comune in tutta Italia sia stato così incapace da determinare la situazione delineata dall’art. 268 TUEL e da richiedere per tale motivo l’intervento del MI in sua sostituzione? Sinceramente credo che il sindaco di Vibo Valentia – conclude la Nesci – farebbe meglio a non affrontare più la questione dei conti pubblici proponendola come fosse un suo cavallo di battaglia perché, invero, questa rappresenta, più che altro, l’apice del suo fallimento politico-amministrativo; un fallimento che oramai è sotto gli occhi di tutti, compreso chi ancora apparentemente la sostiene”.
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