Comunali a Vibo, tutto fermo nel centrodestra con FI in difficoltà ad essere leader della coalizione
La scelta del candidato a sindaco dipenderà dalle decisioni romane che dovranno tener conto pure della città di Reggio Calabria. Perde quota l’ipotesi di una Limardo-bis così come l’idea che per Fratelli d’Italia possa scendere in campo l’ex deputato Mimmo Basile
Se le acque nella coalizione di centrosinistra sembrano andare verso un moto ondoso in aumento, sul fronte opposto regna una calma piatta; questa situazione non deve però trarre in inganno e va letta nel senso di una incapacità-impossibilità di decidere alcunché e non intesa come la calma dei forti. Molti sono i fatti che confermano la nostra lettura ed in questo contesto diversi aspetti meritano di essere approfonditi. Bisogna iniziare dalle posizioni di quei partiti e movimenti che sulla carta dovrebbero rientrare nel perimetro del centrodestra vibonese, ma che di fatto hanno assunto posizioni variegate: accanto a Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega vi sono altre tre formazioni politiche, ovvero l’Udc, Noi Moderati ed il movimento dell’ex senatore Bevilacqua, che hanno dichiarato pubblicamente di guardare con interesse al Polo di centro, dove sono già posizionati il consigliere comunale Stefano Luciano con i componenti di Azione e Vito Pitaro con il gruppo di Città Futura. Le prese di posizione alle quali ci riferiamo si sono susseguite in tempi diversi, ma tutte nell’immediatezza delle esternazioni dell’on. Mangialavori relative al proprio convincimento che la ricandidatura della Limardo, da lui perorata, sarebbe stata condivisa dalle altre componenti dell’area. Essendo noto che in politica nulla succede per caso, riteniamo superfluo attardarci sull’errore di valutazione in cui è incorso il parlamentare di Forza Italia. Mentre la posizione dell’Udc, Noi Moderati e Bevilacqua è ben definita, più articolata e meno chiara è la posizione di Lega e Fratelli d’Italia. A tal proposito il segretario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, ha fatto sapere che il partito, nel caso in cui Forza Italia dovesse riproporre la Limardo, la sosterrà, precisando che chiunque si discosterà da questa linea si porrà fuori del partito. Da un lato il discorso di Saccomanno in linea di principio è ineccepibile, in quanto se un sindaco uscente di una coalizione viene riproposto dal partito di riferimento, sul presupposto di aver ben amministrato, gli altri partiti che lo hanno sostenuto fino alla scadenza del mandato non possono, in modo contraddittorio, bocciarne l’operato al momento della sua riproposizione. Ma la Limardo rappresenta un caso a parte, un unicum, perché agli scadenti risultati amministrativi è riuscita ad accoppiare un disastroso fallimento politico. Titolare di una maggioranza bulgara al momento dell’insediamento, col suo partito (FI) che in una determinata fase della consiliatura esprimeva 16/17 consiglieri, si è ridotta a non avere i numeri per poter riunire il consiglio comunale in prima convocazione e poi, addirittura, neppure in seconda senza il provvidenziale supporto di qualche consigliere di opposizione e, per quanto concerne l’esecutivo, dopo le dimissioni degli assessori espressione di “Città Futura”, è stata costretta a sostituire i “dimissionari” con persone che non rappresentano alcun progetto politico. In questi casi limite è del tutto evidente che le “dichiarazioni di principio” mal si sposano con la realtà politica locale e quando le prime si confrontano con la seconda, prevale sempre la realpolitik. Ad oggi il segretario del circolo cittadino della Lega, Mino De Pinto, si è dimostrato estremamente tiepido nei confronti della proposta di Mangialavori e nessun altro dirigente o simpatizzante ha espresso valutazioni diverse; di fronte a tutto ciò, appare poco probabile che Saccomanno possa ritenere conveniente sfasciare il partito per sostenere una candidatura invisa a tutti. Quanto a Fratelli d’Italia, va osservato come anche in questo partito l’idea di Mangialavori non abbia provocato salti di gioia, tant’è che il responsabile provinciale, Pasquale La Gamba, ha invitato Forza Italia a non effettuare fughe in avanti, puntualizzando che la scelta del candidato a sindaco deve essere ben ponderata e rivendicando al contempo pari dignità ed analogo diritto di scelta rispetto a Forza Italia. Sulla scorta di questa presa di posizione, la quale appare come un’ulteriore implicita bocciatura di un Limardo bis, da oltre un anno e mezzo sono iniziati a circolare rumors su una possibile candidatura di Mimmo Basile, sostenuta da FdI. In relazione a questa ipotesi, occorre aprire un’ampia parentesi per affrontare alcuni aspetti; va premesso che la scelta del partito che esprimerà il candidato a sindaco del centrodestra, o meglio di quello che resta oggi alla luce di quanto scritto sopra, non sarà decisa a Vibo – dovendo essere coordinata con quella di Reggio Calabria – e questo comporta che se nella città dello Stretto dovesse essere candidato un esponente di FI, Vibo spetterà a Fratelli d’Italia e viceversa. Nel caso in cui dovesse essere il partito della Meloni ad esprimere il candidato a sindaco, non c’è dubbio che Mimmo Basile, sia per lo storico rapporto che lega la sua famiglia alla città di Vibo e sia per l’importante percorso politico fatto dallo stesso (assessore regionale, parlamentare italiano ed europeo), rappresenterebbe per Fratelli d’Italia il top. Ciò posto, riteniamo però che ormai tale eventualità abbia poche possibilità di concretizzarsi, in quanto proprio l’esperienza politica maturata da Basile lo porterà a non accettare, a pochi mesi dalle consultazioni amministrative, un’eventuale proposta in tal senso. Questo perché egli sa benissimo che si possono vincere pure le elezioni, ma per poter amministrare c’è bisogno di avere alle spalle una classe dirigente che formi un gruppo coeso e competente in grado di supportare l’azione amministrativa nei momenti critici, e i tempi ormai sono molto stretti per poter formare un apparato del genere. A nostro avviso, fatte le dovute distinzioni, Basile rischierebbe di ripetere in proprio lo stesso errore commesso da Mangialavori, il quale, nel corso di questi anni, ha conquistato più volte il Comune e la Provincia con candidati tirati fuori dal cilindro all’ultimo momento, i quali però, non avendo alle spalle un gruppo dirigente all’altezza, hanno contribuito col loro operato a demolire la credibilità del proprio pigmalione. In ogni caso, qualunque sia il partito destinato ad indicare il candidato a sindaco, a noi sembra, alla luce di quanto scritto, che emerga un chiaro dato di fatto: oltre a Forza Italia, o quantomeno ad una parte di essa, nessun’altra forza politica del centrodestra è entusiasta di un eventuale bis in idem. Tutto questo pone in seria difficoltà FI che, da partito leader della coalizione, si è posto in un angolo senza alcuna capacità di formulare proposte alternative, creando una situazione di immobilismo nel centrodestra che sta favorendo la disgregazione della coalizione.
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