Comune di Fabrizia: si dimette il consigliere Pasqualino
Per anni ha sostenuto il primo cittadino ricoprendo anche la carica di vicesindaco. Ma oggi, precisa "non ci sono più i rapporti di fiducia"
Si è dimesso Leonardo Andrea Pasqualino dalla carica di consigliere comunale di Fabrizia, dove in testa al Municipio vi è il sindaco Fabrizio Fazio. Pasqualino, architetto di professione, era al suo secondo incarico nella maggioranza che, in passato, lo ha visto anche vicesindaco e assessore. “Sono certo di aver rispettato i sani principi di legalità, trasparenza e onestà – afferma l’ormai ex consigliere -, di aver collaborato a pieno titolo con tutti i consiglieri di maggioranza, con tutte le istituzioni presenti sul territorio e di aver portato risultati positivi per la comunità fabriziese”. A giugno del 2021, l’attuale primo cittadino Fazio, dopo le dimissioni da vicesindaco di Vincenzo Costa, aveva rimpastato la giunta nominando assessore l’odierno dimissionario Pasqualino il quale ha concluso la consiliatura ed è stato rieletto per il secondo e attuale mandato politico amministrativo. Ma, evidentemente, qualcosa è oggi cambiato. “Spero che nella mia piccola esperienza da vicesindaco, 2017/2022, da assessore e per ultimo da consigliere comunale – precisa ancora Pasqualino -, sono riuscito a portare risultati utili per la comunità, costruendo un rapporto collaborativo con gli amministratori e i dipendenti, ma soprattutto con i cittadini, in ogni situazione, sia facile che difficile. Ormai non ci sono più i rapporti di fiducia per poter proseguire con questa maggioranza – dichiara l’ex consigliere comunale -, in quanto il modo che il sindaco e la giunta stanno adottando per amministrare non rientra nei miei principi e nella matrice del nostro programma elettorale che insieme abbiamo stilato. Ripeto, come ho sempre evidenziato, che in politica prima viene l’uomo e poi la politica. Sono orgoglioso – sottolinea e conclude – di essere stato ideatore e fondatore di questo movimento che ormai sta decrescendo quotidianamente verso una decadenza politica e morale, ma soprattutto dove sopravvengono instabilità, disordine e incoerenza”.
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