sabato,Gennaio 18 2025

Raccolta firme contro l’aborto a Vibo, la Cgil: «Un salto indietro nel tempo di molti anni»

Il sindacato annuncia una serie di iniziative sui territori per rafforzare i consultori e parla di caduta di stile da parte del vescovo

Raccolta firme contro l’aborto a Vibo, la Cgil: «Un salto indietro nel tempo di molti anni»

«Un salto indietro nel tempo, di molti anni come quando dal pulpito di un altare la Chiesa dispensava moniti e anatemi, insinuando nelle pieghe delle omelie forti ingerenze politiche volte a condizionare i fedeli su questioni di stringenti attualità, dalla contrarietà al divorzio alla condanna dell’omosessualità». È quanto affermano i componenti della segreteria confederale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, dopo che il vescovo Attilio Nostro, nel corso della messa nella chiesa della Madonna del Rosario della settimana scorsa, ha invitato i fedeli a firmare al banchetto, allestito proprio davanti alla chiesa, da un’associazione autorizzata “a sostegno della proposta di legge – sottolinea la segreteria confederale della Cgil Area – che ha il chiaro intento di provare a fare desistere dal loro intento le donne che decidono di abortire. Sembrava davvero impossibile che nell’era dei social – prosegue il sindacato – delle piazze virtuali che hanno abbattuto ogni confine, allargando a dismisura la liberta di espressione, la Chiesa scendesse in campo con il suo massimo rappresentante sul territorio per chiedere di firmare una proposta di legge che va nel senso di un annullamento di una legge, la 194, fortemente voluta per rendere libere le donne nella loro scelta di autodeterminazione a condurre in porto o meno, una gravidanza. Eppure che l’accesso all’aborto sicuro e legale sia una questione di diritti umani e gli Stati devono garantirlo lo affermano anche gli esperti Onu. La Chiesa, nel pieno rispetto dei suoi principi, dovrebbe preoccuparsi – come le istituzioni preposte – a potenziare i servizi dei consultori dove i medici sono chiamati ad operare senza spesso poter offrire i servizi per cui questi presidi di salute e assistenza delle donne sono stati creati. Il progressivo impoverimento dei servizi offerti dai consultori mette a repentaglio la salute delle donne e la loro libertà di scegliere, nel nome di quel libero arbitrio contemplato anche dalla religione cattolica. Violare i diritti delle donne, spazi di libertà e autodeterminazione conquistati con grande sacrificio: è questo il vero peccato che il “sistema” – di cui anche la Chiesa fa parte – si rende ogni giorno protagonista riducendo gli spazi e gli ambiti di tutela dei diritti delle donne. Dovrebbe essere aperto un dibattito serio sul funzionamento e il rilancio delle attività dei Consultori familiari che si occupano della salute della donna life-course (prevenzione oncologica, fertilità, endometriosi, menopausa). E non solo di interruzione volontaria di gravidanza e contraccezione, ma anche di contrasto alla violenza di genere, accompagnamento alla genitorialità, salute mentale perinatale e percorso nascita. Approfittiamo della caduta di stile di monsignor Nostro per avviare questo percorso». La segreteria confederale della Cgil Area Vasta preannuncia, infine, una serie di iniziative sui territori per politiche di sostegno alla famiglia e, insieme alla contraccezione, la libertà di interrompere la gravidanza e quindi in difesa della legge 194.

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