Comunali a Vibo, Lo Schiavo: «Unità prima di tutto e il metodo per individuare il sindaco si troverà»
Il consigliere regionale, coordinatore del “tavolo” dell’area progressista, si chiama fuori dalla corsa in prima persona per la conquista del Municipio e punta ad allargare la coalizione alla società civile. Ma sulla Limardo dichiara che «si è trovata ad amministrare in situazioni di grave difficoltà» ed ha «fallito come le precedenti amministrazioni per l’assenza di una visione strategica della città»
Continuano a tenere banco nell’area progressista le “manovre” in vista dell’individuazione di un candidato comune che possa rappresentare l’intera coalizione nella corsa per la guida politica di “palazzo Luigi Razza”. Coordinatore del “tavolo” di discussione, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo che con il gruppo Liberamente Progressisti (in Consiglio comunale rappresentato dalla consigliera Loredana Pilegi) sta cercando di tenere unite le forze politiche (Pd, M5S e Umanesimo sociale) intenzionate a sinistra a proporsi quale alternativa all’amministrazione uscente guidata dal sindaco Maria Limardo. In tale direzione vanno le ultime dichiarazioni di Antonio Lo Schiavo rilasciate nel corso di una trasmissione radiofonica e che offrono la sua visione sul delicato momento politico che sta attraversando l’area progressista a Vibo Valentia con una coalizione che rischia di spaccarsi sull’individuazione del candidato a sindaco. “Non ho nessuna intenzione di candidarmi a sindaco – dichiara Lo Schiavo – in quanto sto assolvendo al ruolo di consigliere regionale che mi impegna in tante battaglie per il territorio; voglio invece aiutare la coalizione per costruire uno schieramento che tenga conto di un dato: negli ultimi decenni la città è stata governata dalle stesse forze politiche, sociali ed economiche che hanno cambiato nome. Questa comunità non è riuscita a creare un meccanismo di alternanza e ciò anche per demerito del centrosinistra e per l’incapacità di creare un’alternativa e trovare elementi che uniscono rispetto a quelli che dividono”.
Da qui il suo dichiarato intento di tenere unita l’area progressista, ma con dei distinguo rispetto alle altre forze politiche della coalizione quando si va a parlare dell’amministrazione Limardo. Distinguo che bisognerà capire come verrà recepito da Pd, M5S e Umanesimo sociale, ma soprattutto dall’elettorato nel momento in cui si andrà al voto. “Il sindaco Limardo si è trovato ad amministrare in situazioni di grave difficoltà – ha affermato Lo Schiavo – tra clima politico e bilancio e non è sufficiente urlare per dire che nulla funziona se poi bisogna realmente misurarsi con il governo della città”. Il fallimento dell’attuale amministrazione comunale, quindi,per il consigliere regionale è uguale “alle precedenti amministrazioni, mancando una visione strategica capace di proiettare la città verso il futuro, in assenza di idee forti sul porto di Vibo Marina, sulla delocalizzazione dei depositi costieri e sulla natura, industriale o turistica della città”. Tutti colpevoli, nessun colpevole, dunque? Anche su questo le divergenze con le altre forze politiche della coalizione potrebbero non mancare e farsi presto sentire. Tuttavia, l’intento dichiarato di Antonio Lo Schiavo è quello di mantenere l’unità con Pd, M5S e Umanesimo sociale alla luce di una considerazione. “Abbiamo condizioni favorevoli rispetto al passato e un dato è centrale: l’implosione della maggioranza che governa la città; sarebbe quindi assurdo – ha spiegato Lo Schiavo – nascondere tale circostanza per evidenziare invece le nostre divisioni. Noi cosa proponiamo rispetto alle frammentazioni del centrodestra? Le nostre? O vogliamo lavorare per dare l’idea di riuscire a costruire un campo politico più largo possibile? Questa è la via da perseguire”. Ma come fare per strappare la guida politica del Municipio al centrodestra e ad un’amministrazione Limardo che, ad avviso di Antonio Lo Schiavo, si è trovata a governare “in una situazione di grave difficoltà tra clima politico e bilancio”? Il consigliere regionale non avanza nomi per il candidato a sindaco dell’area progressista che si vuol però mantenere unita “anche a costo di sfinirsi in riunioni, mediazioni e confronti perché – sottolinea Lo Schiavo – bisogna trovare gli elementi che ci possono unire anziché quelli divisivi ed il metodo per individuare il candidato a sindaco alla fine si troverà”. Un’ammissione di fatto che tale metodo per la scelta del candidato a sindaco ancora non è stato trovato nell’area progressista e che “si rischia, se si continuerà a pensare da tifosi e non con la testa, di buttare a mare quanto fatto sino ad oggi. Bisogna invece – ha concluso Lo Schiavo – pensare ad allargare il campo perché i partiti non possono essere sufficienti senza la società civile e viceversa”. Tanta la strada da compiere, dunque, in vista di una ricercata unità che sembra essere diventata una corsa ad ostacoli, tra “fughe in avanti” del Pd con l’individuazione del solo Enzo Romeo da portare al “tavolo” degli alleati, il silenzio attuale di Antonio Lo Schiavo su tale nominativo (non è un mistero la forte amicizia personale tra i due), Primarie che le altre forze politiche della coalizione non gradiscono (specie il Movimento Cinque Stelle) alla luce dei trascorsi sperimentati a Vibo e nomi alternativi a quello dell’ex presidente della Provincia che per ora non escono fuori (ammesso ci siano). Il tutto mentre anche i giudizi sull’operato dell’amministrazione uscente e sulle responsabilità politiche del sindaco Limardo – alla luce pure delle ultime dichiarazioni di Lo Schiavo – appaiono non del tutto concordi (quanto meno con riferimento al paragone con le altre amministrazioni comunali) finendo di fatto per fare un “regalo” al centrodestra ed a chi attualmente sta amministrando il Municipio. In una città a nostro avviso allo sbando e senza leadership politiche riconosciute come tali dalla società civile, la strada per risollevare le sorti del territorio è ancora lunga e i “conti” con ciò che potrebbe accadere da qui ai prossimi mesi devono ancora essere fatti. Chi vivrà, vedrà.
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