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Piano dimensionamento, Marasco (Pd): «Come potrà migliorare la qualità della scuola?»

L’esponente del Coordinamento cittadino fa rilevare: «L’accusa alle forze politiche del centrodestra è di avere passivamente accettato l’approvazione del decreto»

Piano dimensionamento, Marasco (Pd): «Come potrà migliorare la qualità della scuola?»
Gernando Marasco
Gernando Marasco

«Il Piano di dimensionamento scolastico nazionale previsto per il prossimo anno scolastico è la maggiore operazione di tagli alla scuola pubblica da quindici anni a questa parte». Lo afferma Gernando Marasco, Coordinamento cittadino – Partito Democratico Vibo Valentia aggiungendo: «Non si tratta solo di risparmiare sulle retribuzioni e gli incarichi dei dirigenti scolastici e dei direttori generali dei servizi amministrativi; se è vero che, almeno per ora, “nessuna scuola e nessun plesso saranno chiusi”, come può migliorare la qualità dell’offerta di una scuola, quando il dirigente e gli uffici si allontanano decine di chilometri e il numero di classi e alunni di cui devono occuparsi aumentano esponenzialmente?». Marasco aggiunge; «L’accusa da muovere alle forze politiche del centrodestra calabrese e vibonese non è di avere soppresso quell’istituto piuttosto che quell’altro o di avere dato ascolto a questo o quel sindaco o sindacato. Se si entra nel merito del Piano provinciale di Dimensionamento, possiamo anche ritenere che questo in via di approvazione sia migliore della bozza che circolava da fine agosto, che scontentava un numero maggiore di amministrazioni comunali, smembrava un numero maggiore di istituti comprensivi e prevedeva delle unioni anti-geografiche». «La loro colpa – fa rilevare – è di avere passivamente e supinamente accettato l’approvazione di questo decreto in queste forme. Si sapeva che l’innalzamento da 600 a 900 del numero minimo di alunni in tutte le scuole del territorio nazionale avrebbe comportato un maggior numero di scuole soppresse al Sud: dal prossimo anno saranno vittime di tagli quasi 700 scuole, di cui 80 in Calabria e 11 (su 32, una percentuale enorme) nella nostra provincia. La sensazione è che i sindaci del vibonese abbiano tutelato le loro comunità meglio dei loro colleghi, anche della stessa coalizione, di livello politico superiore e quindi più importante; ma hanno dovuto fare i conti con una “coperta troppo corta”, la cui responsabilità però non è stata spiegata chiaramente alla cittadinanza, e che prevede l’attribuzione ai dirigenti scolastici “superstiti” di duecento o trecento o persino seicento alunni in più, dei paesi limitrofi o delle altre scuole storiche del capoluogo». L’esponente dem rimarca: «La Cgil ha presentato un ricorso urgente al Tar del Lazio, che sarà discusso il 17 ottobre; alcune Regioni hanno fatto altrettanto contro questo Decreto interministeriale, che forse si sta facendo entrare in vigore troppo in fretta, senza consultare gli organismi direttamente coinvolti. Altre Regioni, anche amministrate dal Centrodestra come Abruzzo e Sardegna, si sono opposte e si stanno opponendo, la Calabria no. La Calabria sembra amministrata da burocrati compassionevoli, tenuti soltanto ad applicare i Decreti governativi anche se a malincuore, che si limitano a raccomandare ai territori e alle istituzioni locali di essere equilibrati e a invitare “alla concertazione”».

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