Aborto e banchetto firme a Vibo, Miceli: «Erano meglio le bancarelle della festa del Rosario»
Il consigliere comunale interviene sul dibattito ricordando che imporre ad una donna, che decide di abortire, di ascoltare i battiti cardiaci dell'embrione viola diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione
“L’articolo 2 della Costituzione italiana riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo tra questi, l’art. 32 indica la salute quale fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Stabilisce inoltre, che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge e che la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Inoltre l’art. 7 sancisce che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”. E’ quanto ricorda il consigliere comunale Marco Miceli (Vibo Democratica) per il quale “i principi stabiliti dalla Costituzione non possono essere in alcun modo incisi da alcuna altra legge che, anzi, deve adoperarsi per garantire piena e completa attuazione della carta dei diritti fondamentali. Qualsiasi legge che regola l’interruzione volontaria della gravidanza non deve essere in contrasto con i predetti principi. Quindi imporre a una donna che abbia maturato la difficile scelta dell’aborto, di ascoltare il battito cardiaco dell’embrione, oltre che costituire un’involuzione sul piano dei diritti civili, è una forma brutale di violenza e prevaricazione che viola gravemente ogni suo più elementare diritto. E, d’altra parte, una tale imposizione sarebbe lesiva anche dei diritti e dei principi deontologici della medicina. Va inoltre considerato che, com’è noto, la promulgazione di una legge disciplinante il diritto all’aborto si è resa necessaria anche per porre un freno alla pratica degli aborti clandestini che venivano praticati abusivamente con frequenti gravissime ripercussioni sulla salute fisica e mentale della donna. Piuttosto bisognerebbe invece adoperarsi per garantire presso i consultori maggior supporto psicologico alle donne che stanno per assumere o hanno già intrapreso la scelta di abortire cercando di garantire loro che questa sia libera e consapevole. Per lo stesso motivo, di fondamentale importanza è poi rendere obbligatoria la presenza di almeno un medico ginecologo non obiettore di coscienza in ciascun reparto di ostetricia e ginecologia di ogni ospedale pubblico e convenzionato. Ritengo che il compito della politica e delle istituzioni in un’ottica garantista dei diritti inviolabili della persona sia quello di adoperarsi in questo senso e mi stupisce chi invece promuove e plaude a possibili disegni di legge ed atteggiamenti contrari ai diritti fondamentali delle donne. Infine mi sorprende che in occasione della festa della Madonna del Rosario, alla quale tradizionalmente la cittadinanza vibonese è molto legata, si sia preferito autorizzare e sponsorizzare – conclude Miceli – l’allestimento di un banchetto per una raccolta firme al posto delle tradizionali bancarelle che sarebbero state sicuramente più apprezzate e appropriate”.
LEGGI ANCHE: Vibo, il vescovo invita i fedeli a firmare contro l’aborto e in città si scatena il dibattito
L’Anpi di Vibo al vescovo: «Non umano far ascoltare battito del cuore a donna che vuole abortire»