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La collaborazione di Accorinti e il “ciclone” su Briatico: dalla politica alle manifestazioni sino al calcio

Il figlio del boss, oltre a svelare anni di malaffare nei clan locali e meglio delineare l’escalation criminale della propria famiglia, potrebbe far finire nei guai diversi insospettabili

La collaborazione di Accorinti e il “ciclone” su Briatico: dalla politica alle manifestazioni sino al calcio
Briatico e nel riquadro Antonio Accorinti
Il pm De Bernardo e il procuratore Gratteri

Potrebbero gettare un fascio di luce su molteplici avvenimenti accaduti a Briatico e dintorni, le dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia Antonio Accorinti. Da venerdì, infatti – resa nota la notizia della collaborazione – in molti a Briatico hanno smesso di dormire sonni tranquilli, tutti preoccupati per la portata delle dichiarazioni di Antonio Accorinti, figlio del boss indiscusso dell’omonimo clan. Un personaggio – Antonio Accorinti – in grado di spiegare sia l’evoluzione del proprio gruppo criminale, sia gli affari dei clan alleati ad iniziare da quelli facenti capo alle “famiglie” Bonavita e Melluso. Ma soprattutto di spiegare compiutamente la creazione di un gruppo d potere che a Briatico – eliminato il vecchio boss Italo Greco – dalla fine degli anni ’80 controlla tutto: la politica locale, in primis, con il Consiglio comunale non a caso sciolto ben tre volte per infiltrazioni mafiose nel corso degli anni, sino alle manifestazioni civili e religiose per finire ai villaggi turistici, passando per le squadre di calcio e le compagnie di navigazione. Proprio Nino Accorinti, nato quale pescatore, si è infatti trasformato rapidamente in armatore, accumulando ricchezze non indifferenti e partecipando in prima persona alla politica locale, prima quale consigliere comunale del Partito socialista, poi come assessore per infine lasciare spazio al fratello Franco – una volta divenuto “ingombrante il suo nome per via di arresti per estorsione e coltivazione di marijuana – e ad altri uomini di fiducia del clan.

Le manifestazioni religiose a Briatico

E’ stato invece Antonio Accorinti in persona – come dimostra la sentenza del processo Costa Pulita – ad inserirsi nelle cerimonie religiose seguendo la scia del padre. Le famiglie della criminalità organizzata di Briatico – è scritto in sentenza – cercano di accaparrarsi l’organizzazione e la gestione delle cerimonie religiose, rappresentando queste delle imperdibili occasioni per ostentare il proprio potere mafioso nella comunità di riferimento”. In particolare, come ricordato dal giudice in sentenza, dalle indagini è emerso il “monopolio della cosca nell’organizzazione della festa della Madonna del Carmelo, sia per quanto riguarda la processione a mare della statua della Vergine (15 e 16 luglio),effettuata sulle imbarcazioni degli Accorinti, sia per l’allestimento degli spettacoli collaterali di musica e fuochi d’artificio dove molto significative – ha rimarcato il giudice – si sono rivelate sono le dichiarazioni dei due parroci succedutisi in paese, don Luigino Fuschi, il quale ha riferito di aver cercato di ostacolarne l’ingerenza nell’organizzazione della festa (“…certi soggetti del luogo dovendo imporre il loro dominio nel paese, quando ciò non era possibile perché ad esempio il Comune era commissariato, si indirizzavano alla parrocchia nel tentativo di influenzare e dominarne l’attività pastorale. Quando invece il Comune era amministrato da una giunta, si dedicavano solamente all’attività svolta dai suoi componenti..”), e don Salvatore Lavorato, che ha confermato che a proporsi di organizzare la festa negli anni 2010 e 2011 era stato esclusivamente Antonio Accorinti”, passato ora tra le fila dei collaboratori di giustizia. Gli investigatori sono poi riusciti a documentare come la statua della Madonna a Briatico è stata trasportata per anni a bordo dell’imbarcazione “Etica”, condotta da Nino Accorinti. bordo della motonave i carabinieri hanno documentato anche la presenza di: Carmela Napoli, moglie di Nino Accorinti, Pamela Napoli, Salvatore Muggeri, genero di Nino Accorinti, Francesco Marchese, nipote di Nino Accorinti, Armando Bonavita, figlio di Pino Bonavita; i due parroci hanno anche confermato pure la partecipazione di soggetti vicini alla cosca Accorinti quali portatori delle statue sacre nella tradizionale cerimonia dell’Affruntata del mattino del giorno di Pasqua.

Il concerto del cantante J-AX

L’ex sindaco Francesco Prestia

Una vicenda affine è quella dell’ingerenza della cosca Accorinti nelle manifestazioni civili patrocinate negli anni dall’amministrazione comunale di Briatico. A tal riguardo, in data 11 agosto 2010, in occasione del concerto del cantante (rapper milanese) J-AX, pubblicizzato come gratuitoi turisti accorsi per l’evento segnalavano ai carabinieri – si legge nella sentenza Costa Pulita – l’indebita richiesta di “un contributo volontario di cinque euro”: le indagini hanno rivelato come l’evento fosse stato organizzato da Antonio Accorinti attraverso l’associazione culturale “Euriatikon” e che, nelle intenzioni degli organizzatori, il non preventivato “contributo” sarebbe servito a coprire il costo del concerto (circa 30.000 curo) e a realizzare un margine di guadagno”. I militari dell’Arma della Stazione di Briatico, dopo aver avuto conferma dal presidente dell’associazione circa l’effettiva riscossione di quello che veniva definito “un contributo volontario di cinque euro”, hanno quindi proceduto a chiedere spiegazioni all’allora sindaco Francesco Prestia (condannato per altro episodio a un anno e 4 mesi per corruzione elettorale) che aveva disposto l’immediata rimozione delle transenne con le quali era stato approntato un vero e proprio sistema di tornelli. Tale provvedimento avrebbe suscitato l’immediata e rabbiosa reazione di Antonio Accorinti il quale avvicinandosi al sindaco, incurante della presenza dei militari e di numerosi turisti gli urlava testualmente: “Francè, lo hai detto tu di fare passare tutti? Chi te l’ha ordinato? Chi te l’ha detto? Ora lo paghi tu questo che viene a cantare! Non vi meritate niente a Briatico!”. Di fronte a tali plateali rimostranze, il sindaco Prestia visibilmente imbarazzato – è riportato nella sentenza – decideva di allontanarsi dalla zona senza rispondere all’invettiva di Accorinti”. I carabinieri accertavano quindi la presenza ai tornelli – addetti alla riscossione delle “libere offerte di 5 Euro”– di Accorinti Greta, Anile Antonella e Borello Marco, quest’ultimo nipote di Accorinti Antonino”. Per il giudice assai significativo è che il pagamento fosse stato anticipato con assegni di “Sergio” – il consigliere comunale Sergio Bagnato (condannato in appello a 3 anni, un mese e 10 giorni per concorso esterno in associazione mafiosa) – andati in protesto a causa del mancato incasso, e che, in un’ottica di rapporti mafiosi, successivamente la società promoter dell’evento riconducibile a Nicola Fiarè, fratello di Rosario, boss di san Gregorio d’Ippona, si fosse rivolta direttamente al capo cosca Nino Accorinti per vedere onorato il debito assunto dal figlio Antonio Accorinti”. 

Le elezioni del 2010 e le comunali del 2020

Antonino Accorinti

Sarebbe stato proprio Antonio Accorinti in occasione della vittoria a sindaco di Briatico Francesco Prestia nel 2010 (amministrazione poi sciolta per infiltrazioni mafiose al pari di quella successiva guidata da Andrea Niglia) a organizzare un carosell di auto per i festeggiamenti intonando il coro – per come ricostruito dai carabinieri – “Abbiamo vinto, i padroni di Briatico siamo noi, siamo noi….”. Nell’ottobre del 2010, invece, gli investigatori dell’Arma avevano già raccolto elementi in base ai quali l’allora assessore ai Lavori pubblici ed all’Urbanistica del Comune di Briatico, Domenico Marzano (avvocato del Foro di Vibo ed imputato del processo Costa Pulita cn rito ordinario) si sarebbe “occupato degli spostamenti di Antonino Accorinti”, il boss dell’omonimo clan all’epoca sorvegliato speciale e quindi impossibilitato a guidare per via della revoca della patente. Attraverso alcuni pedinamenti, gli investigatori il 9 ottobre del 2010 sono arrivati sino all’hotel Marzano, sito a Briatico e di proprietà della famiglia dell’allora assessore e dove Antonino Accorinti dal 2009 al giugno 2011 era stato assunto come portiere divenendo quindi un dipendente dei Marzano. Allo stesso tavolo, intenti a discutere, i carabinieri hanno fotografato in una stanza dell’hotel – seduti allo stesso tavolo intenti a discutere – politici e uomini del clan. Lo scorso anno, invece, a seguito delle polemiche sollevate da una nostra inchiesta e da un intervento dell’allora presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, in ordine alla presenza di un attuale assessore comunale al matrimonio della sorella di Antonio Accorinti con un imputato di Rinascita Scott, era stato lo stesso Accorinti attraverso un Post pubblico a lanciare gravi accuse agli attuali amministratori comunali ricordando che la sua famiglia negli anni aveva raccolto voti per loro organizzando cene e campagne elettorali.

Antonio Accorinti e il calcio

Le dichiarazioni di Antonio Accorinti potrebbero però far tremare anche professionisti insospettabili (tra imprenditori, avvocati, commercianti e proprietari terrieri), gettando luce pure sugli interessi del clan per il mondo del pallone. La squadra di calcio “A.S.D. Briaticese” – stando all’inchiesta Costa Pulita – vedrebbe quale proprietario occulto proprio Antonio Accorinti che avrebbe commissionato in prima persona la predisposizione del timbro tondo recante la dicitura: “A.S.D. Briaticese”. I riscontri dei carabinieri hanno inoltre permesso di accertare che l’A.S.D. Briaticese (squadra all’epoca iscritta al campionato di terza e poi di seconda categoria) aveva sede a Briatico, località Solaro “Pal. Accorinti”, ossia nell’abitazione di Antonio Accorinti. Tra i consiglieri della società di calcio, per come accertato dagli inquirenti figurano le sorelle, Greta e Giorgia, di Accorinti Antonio. Anche la moglie di Antonio Accorinti ricopriva gli incarichi di “segretario” e “cassiere” della squadra di calcio”. Dai dialoghi intercettati nell’inchiesta “Costa Pulita”, gli investigatori hanno inoltre scoperto la richiesta di affiliazione dell’“A.S.D. Briaticese” alla “Juventus National Academy 2011-2012”. Attraverso la navigazione in internet, i carabinieri hanno trovato infatti che il settore scuola calcio dell’associazione sportiva “A.S.D. Briaticese” è stato realmente affiliato alla “Juventus National Academy 2011-2012”. Per gli inquirenti, un’ulteriore dimostrazione dell’influenza della cosca e del “potere esercitato dalla stessa sul territorio”.

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