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‘Ndrangheta: l’autocarro dei rifiuti incendiato a Vibo e la ristrutturazione di palazzo Murmura

La resistenza da parte degli imprenditori finiti nel “mirino” ha portato le forze dell’ordine e la Dda di Catanzaro a sventare due recenti tentativi di estorsione

‘Ndrangheta: l’autocarro dei rifiuti incendiato a Vibo e la ristrutturazione di palazzo Murmura
Palazzo Murmura a Vibo
Michele Manco

Anche lo storico palazzo Murmura, sito su corso Umberto I a Vibo Valentia, sarebbe finito nel mirino dei clan. O meglio, la sua ristrutturazione avrebbe fatto “gola” alle nuove leve della criminalità cittadina desiderosa di imporre la “mazzetta” alla ditta esecutrice dei lavori. E’ quanto emerge dall’inchiesta dei carabinieri e della Guardia di finanza – coordinati dalla Dda di Catanzaro – giunta alla richiesta di rinvio a giudizio. Un tentativo di estorsione, aggravato dalle modalità mafiose, viene infatti contestato a Michele Manco, 35 anni, di Vibo Valentia, il quale si sarebbe rivolto al titolare della ditta edile minacciando di spararlo se non avesse pagato ai clan per i lavori a palazzo Murmura.  In particolare, secondo l’accusa, Michele Manco si sarebbe posto come referente della cosca di ‘ndrangheta di Vibo Valentia, capace di “garantire la tranquillità e la tutela della ditta, in modo che la pretesa venisse percepita come proveniente da una sfera riconducibile alla compagine associativa di ‘ndrangheta e perciò idonea a ingenerare il timore e lo stato di prostrazione nelle vittime tale da coartarne la libertà di autodeterminazione”. Manco nel gennaio del 2022 avrebbe così compiuto atti idonei, e diretti in modo non equivoco, a costringere il titolare della Stagno Aedil srl a consegnare in favore della ‘ndrina dei Pardea una cospicua somma di denaro, senza altra causa o giustificazione che non fosse l’ubicazione del cantiere in un territorio sottoposto al controllo della criminalità organizzata, con conseguente indebito profitto per sé e per la cosca, con corrispondente danno patrimoniale per la persona offesa”. L’estorsione non andava tuttavia a buon fine in quanto l’imprenditore rifiutava il pagamento e denunciava il fatto alle forze dell’ordine.

La Ecocar nel mirino

Fra le nuove contestazioni mosse dalla Dda, una interessa l’incendio ai danni di un autocarro di proprietà della ditta EcoCar srl che si occupa della raccolta dei rifiuti nei comuni di Vibo Valentia e Maierato. Siamo al 26 agosto 2021 e, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Michele Manco e Antonio Pirritano, 31 anni, di Vibo Valentia, a bordo di un’auto si sarebbero portati presso un autolavaggio di viale della Pace a Vibo dove era parcheggiato un mezzo della società EcoCar in attesa di riparazioni. L’autocarro Fiat Iveco è stato quindi danneggiato con un incendio innescato mediante l’utilizzo di sostanza infiammabile tipo “diavolina”, rinvenuta sul posto dagli investigatori. L’incendio sarebbe stato appiccato per costringere il titolare della ditta EcoCar srl a consegnare in favore della ‘ndrina dei Pardea di Vibo una non meglio definita somma di denaro e altre utilità, senza altra causa o giustificazione che l’ubicazione del cantiere operativo e la gestione del servizio di nettezza urbana in un territorio sottoposto al controllo della criminalità organizzata”. Pure in questo caso, però, il tentativo di estorsione non è andato a buon fine per via del rifiuto opposto dal titolare della ditta che ha denunciato tutto alle forze dell’ordine.

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