Operazione Imperium: revocati i domiciliari a medico di Nicotera Marina
Il gip accoglie le argomentazioni dei difensori e rimette in libertà l’indagato nei cui confronti viene ipotizzato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa per la gestione del villaggio Sayonara e dell’Hotel Cliffs
Revocati dal gip distrettuale di Catanzaro, Gilda Romano, gli arresti domiciliari nei confronti di Francesco Polito, 79 anni, di Nicotera Marina, medico di base in pensione. Era stato attinto da ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione antimafia denominata Imperium scattata l’1 agosto scorso. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia dinanzi allo stesso gip – dove Polito si è avvalso della facoltà di non rispondere – i difensori Giuseppe Spinelli e Francesco Di Mundo hanno fatto rilevare al gip l’assenza di esigenze cautelari per il proprio assistito, atteso che l’ultima contestazione mossa risale al febbraio 2018. E’ stata poi prodotta dai difensori certificazione medica in ordine alle condizioni di salute di Polito, elementi che hanno indotto il gip a revocare gli arresti domiciliari. Nei confronti di Francesco Polito viene ipotizzato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Francesco Polito è in particolare accusato di aver condotto unitamente al socio Antonio Ranieli (nelle more deceduto) il villaggio Sayonara di Nicotera Marina “secondo le precise indicazioni ricevute inizialmente Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, e successivamente di Luigi Mancuso. Il tutto sino all’agosto 2009 tramite la fallita Sayonara srl, poi attraverso la Sayonara club srl sino al gennaio 2015, quindi sino ad ottobre 2016 con Suvillaggio srl. Francesco Polito è quindi accusato di aver gestito sino al 2014 anche la struttura ricettiva “Hotel Cliffs” di Joppolo per il tramite della Essegroup srl, cedendone poi a Assunto Natale Megna la successiva conduzione. Polito avrebbe consentito che entrambe le strutture – Sayonara di Nicotera Marina e Hotel Cliffs di Joppolo – fossero adoperate come basi logistico-operative della cosca Mancuso, per dei summit di ‘ndrangheta e per favorire la latitanza e l’irreperibilità degli associati, oltre che come strumento per realizzare gli interessi economico-patrimoniali dell’associazione, attraverso l’impiego di personale dipendente indicato dalla consorteria, nonché attraverso l’approvvigionamento dai fornitori individuati dagli affiliati.
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