Dal mare sporco all’emergenza idrica: «Vibo versa in uno stato disastroso da decenni»
La riflessione di una lettrice: «Non abbiamo bisogni di grandi opere ma che i nostri diritti vengano rispettati»
I problemi attraversati da Vibo, dall’emergenza idrica, al decoro urbano, al centro di un contributo di una lettrice, Maris Stella Cognetta. Ne riportiamo il contenuto integrale. «Mare inquinato, discariche a cielo aperto, spiagge sporche; rubinetti all’asciutto per settimane o che erogano acqua contaminata da fogna; strade colabrodo o chiuse al traffico per mesi; paesi letteralmente isolati a causa di accessi stradali malauguratamente franati e mai ripristinati; segnaletica orizzontale e verticale inesistenti; alberi sventrati e parchi abbandonati; programmi di intrattenimento non pervenuti e manifestazioni importanti annullate; opere pubbliche incompiute e abbandonate; ospedali fatiscenti e servizi pubblici inefficienti. No, non è il terzo mondo, è Vibo Valentia e chi scrive non è una giornalista ma una semplice cittadina da poco trapiantata in un’altra regione. Non una snob che sputa nel piatto in cui ha mangiato, ma una amante della propria terra tradita dalle amministrazioni che negli anni hanno sventrato l’unica città in cui si sentirà sempre a casa. Una ragazza che scrive rammaricata mentre guarda il suo mare maltrattato. Una vibonese che per quanto ami ed elogi in ogni occasione e in ogni luogo la sua amata terra amara, non ha i prosciutti sugli occhi e si rende conto che dell’illusione del “mare, cibo buono e aria mite” non si campa. Non abbiamo bisogno di grandi opere, di fare a gara con altre città o di sentirci superiori a tutti i costi: abbiamo bisogno di semplice decoro. Abbiamo bisogno di dignità. Abbiamo bisogno che vengano rispettati i nostri diritti basilari. Come il diritto ad avere strade sicure da percorrere, senza crateri da dover evitare e segnaletica da poter seguire. Il diritto a poter usufruire dell’acqua che scorre dai nostri rubinetti senza dover avere paura di prendere malattie; ma anche il diritto semplicemente ad averla, l’acqua nei rubinetti. Il diritto a fare un bagno nel nostro meraviglioso mare senza galleggiare nella fogna o nell’immondizia. Lo stesso mare di cui io stessa mi vanto orgogliosamente, fingendo che vada tutto bene, con l’illusione che prima o poi le cose andranno meglio sul serio; andando a votare con speranze sempre più grandi che, ahimè, puntualmente vengono disattese. Ma il vero motivo di questa mia osservazione è uno ed è fatto, con molta onestà, senza polemica alcuna. Lo stato in cui versa la nostra città è ormai da decenni disastroso e la situazione è drammaticamente sotto gli occhi di tutti. Per cui lo scopo di questa mia riflessione non vuole in alcun modo essere mordace nei confronti dell’attuale amministrazione, la quale ha senza dubbio raccolto un’eredità per nulla facile da gestire. Non è semplice rialzarsi, risolvere problemi annosi da un giorno all’altro, si capisce, ma quel che almeno penso di meritare in quanto cittadina, sono delle risposte. E dunque le mie domande sono: cosa impedisce a una città con poco più di 30 mila abitanti di mantenere un umilissimo e dignitoso decoro? È davvero impossibile garantire quantomeno i diritti basilari ai cittadini? È davvero irrealizzabile il sogno di una città – semplicemente – dignitosa?».
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