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Operazione Imperium: il ruolo di Megna nella latitanza in Argentina del boss Pantaleone Mancuso

Il 65enne di Nicotera Marina si sarebbe recato più volte in Sud America per fornire supporto e assistenza all’Ingegnere, occupandosi anche di far rientrare in Italia la somma di centomila euro

Operazione Imperium: il ruolo di Megna nella latitanza in Argentina del boss Pantaleone Mancuso
Pantaleone Mancuso estradato in Italia e nei riquadri Pasquale Megna ed il padre Assunto Megna
Assunto Megna

Emanuele Mancuso l’ha definito “l’uomo dei due mondi”, il figlio Pasquale Megna ne ha invece descritto il forte legame con tutta la famiglia Mancuso. Assunto Megna, 65 anni, di Nicotera Marina, è il principale indagato dell’operazione “Imperium” e si sarebbe mosso su più livelli con i principali componenti della famiglia Mancuso, recandosi anche all’estero per favorire l’allora latitante Pantaleone Mancuso, detto “l’Ingegnere”. Cognato di Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, Assunto Megna sarebbe stato legatissimo anche al boss Giuseppe Mancuso, detto ‘Mbrogghja, ma anche a Luigi Mancuso dopo la scarcerazione di quest’ultimo avvenuta nel luglio 2012. Assunto Megna avrebbe intrecciato un forte legame anche con Pantaleone Mancuso, detto l’Ingegnere, in un primo tempo per via del fidanzamento di uno dei figli dello stesso Megna con Desireè Mancuso (figlia di Pantaleone detto “l’Ingegnere”), poi presenziando comunque con tutta la sua famiglia nell’ottobre del 2018 al matrimonio della stessa Desirè Mancuso con altra persona una volta rotto il primo fidanzamento.

Megna in Argentina

Pantaleone Mancuso (Ingegnere)

“L’aspetto più significativo del rapporto tra Assunto Megna e Pantaleone Mancuso, alias “l’Ingegnere”sottolinea la Dda – riguarda il periodo della prima latitanza del boss e la sua successiva carcerazione in Argentina; Megna si sarebbe recato in Argentina diverse volte, sia prima che dopo l’arresto di Pantaleone Mancuso, detto “l’Ingegnere”, e tramite altra persona si sarebbe occupato prima di gestirne la latitanza in Argentina allorquando Pantaleone Mancuso è stato destinatario di un’ordinanza custodiale per il duplice tentato omicidio commesso ai danni dei congiunti Romana Mancuso (la zia) e Giovanni Rizzo (il cugino), poi la successiva carcerazione ed infine la sua estradizione in Italia. In merito il collaboratore di giustizia Pasquale Megna ha spiegato che il padre si è recato in Argentina insieme alla moglie di Pantaleone Mancuso ed alla figlia una volta arrestato il boss e rinchiuso in carcere in Sud America e prima dell’estradizione, ma anche nel periodo di latitanza dell’Ingegnere. “So che Pantaleone Mancuso – ha dichiarato Pasquale Megna – aveva un cugino in Argentina che si chiama Solano o Soldano, comunque un suo parente. Di questo parente, quando lo hanno rimesso in libertà, Pantaleone Mancuso ne parlava male, perché diceva che lo aveva abbandonato e che se non era per mio padre Assunto quando si trovava in carcere in Argentina, poteva pure morire. Pantalone Mancuso ci raccontava che lì aveva preso un’infezione e diceva spesso che se questo cugino fosse rientrato in Italia lo avrebbe messo in un frullatore”.

Il rientro in Italia di centomila euro

Giovanna Del Vecchio

Pasquale Megna ha inoltre spiegato che il padre Assunto Megna attraverso un amico ha fatto “rientrare dall’Argentina in Italia la somma di circa centomila euro che Pantaleone Mancuso, l’Ingegnere, aveva portato con sé nel periodo della sua latitanza. Non so dire a chi li avesse consegnati, ma so che questo amico fece la cortesia a mio padre – dopo che Pantaleone Mancuso venne arrestato – di fare rientrare queste somme in Italia, portando tranches di diecimila euro alla volta. So anche che, in una occasione, in cui non era riuscito a portare una di queste tranches, questo Nandino venne convocato da Giovanna Del Vecchio, moglie di Pantaleone Mancuso, davanti al rifornitore di carburante vicino casa di Luni e che venne rimproverato dalla Del Vecchio. So di questo fatto perché Nandino si lamentò con mio padre Assunto in quanto gli avevano chiesto i soldi , in quella occasione Nandino disse a mio padre che lui quella gente nemmeno la conosceva e che stava facendo un favore personale a mio padre, per cui non si dovevano permettere di chiedergli conto.

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