mercoledì,Novembre 20 2024

Decesso di Annamaria Sorrentino a Parghelia: atti non trasmessi a Catanzaro, processo rinviato

Da Vibo ancora nessun fascicolo è arrivato in Corte d’Assise, costretta a rinviare l’apertura del dibattimento che vede il marito della donna a giudizio per omicidio preterintenzionale. Altri due imputati rispondono di favoreggiamento

Decesso di Annamaria Sorrentino a Parghelia: atti non trasmessi a Catanzaro, processo rinviato
Il palazzo di giustizia di Catanzaro e nel riquadro Paolo Foresta con Annamaria Sorrentino
annamaria sorrentino
Annamaria Sorrentino

Niente da fare per il processo in Corte d’Assise a Catanzaro che mira ad accertare le responsabilità penali per il decesso di Annamaria Sorrentino, la ragazza napoletana 29enne e sordomuta deceduta il 19 agosto 2019 dopo essere precipitata dal balcone di una casa vacanze a Parghelia (residence “Tramonto”). La Corte non ha infatti ancora ricevuto gli atti del procedimento dall’ufficio gip/gup del Tribunale di Vibo Valentia e non ha potuto così costituire le parti e aprire il dibattimento. Tutto rinviato al 7 novembre prossimo. Il rinvio a  giudizio degli imputati è stato disposto dal gup del Tribunale di Vibo Valentia, Giorgia Maria Ricotti, il 9 dicembre scorso nei confronti di Paolo Foresta, 37 anni, di Casoria (Na), marito di Annamaria Sorrentino, che dovrà rispondere del reato di omicidio preterintenzionale aggravato. Avrebbe aggredito la moglie per gelosia dopo aver scoperto una relazione della donna con uno dei componenti della comitiva (di nome Salvatore) con la quale si trovavano in vacanza. A giudizio per favoreggiamento personale (avendo omesso di riferire alla polizia circostanze determinanti per la ricostruzione dei fatti): Gaetano Ciccarelli, 37 anni, di Napoli, e Francesca Nero, 37 anni, marito e moglie. Le persone offese sono state individuate dalla Procura di Vibo Valentia nei prossimi congiunti di Annamaria Sorrentino: la sorella Luisa ed il fratello Gennaro, la madre Patrizia Casola e nel fratello Mario Buono, tutti assistiti dagli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza. Determinanti per le indagini della Squadra Mobile, le intercettazioni nella sala d’aspetto della Questura di Vibo dove tutti gli audiolesi, componenti della comitiva in vacanza fra Parghelia e Tropea, erano stati convocati dopo la morte della Sorrentino. I filmati sono stati visionati da periti esperti del linguaggio dei segni ed hanno permesso di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Determinante anche la testimonianza di altro componente della comitiva che ha smentito la versione di Paolo Foresta secondo la quale si sarebbe trattato di un suicidio ed i componenti della comitiva avrebbero tentato di trattenere Annamaria Sorrentino (ex miss Campania) che, invece, per sfuggire all’aggressione del marito sarebbe corsa verso il balcone della casa di Parghelia perdendo l’equilibrio e cadendo poi rovinosamente al suolo. Al suicidio non avevano mai creduto i familiari di Annamaria Sorrentino, chiedendo a più riprese alla Procura di Vibo Valentia di indagare a fondo. La svolta alle indagini è arrivata grazie al lavoro della Squadra Mobile di Vibo e del pm Corrado Caputo che hanno tenacemente seguito il caso. A oltre sette mesi dal rinvio a giudizio, però, da Vibo a Catanzaro non è ancora arrivato nessun fascicolo e la Corte d’Assise si è vista costretta a rinviare il processo al 7 novembre.

LEGGI ANCHE: Giallo di Parghelia, il marito di Annamaria ammette: «Sì, la picchiavo»

Giovane caduta dal balcone a Parghelia, la madre: «Vogliamo la verità»

Muore la giovane turista caduta dal balcone a Parghelia

top