sabato,Settembre 21 2024

Si ammaina l’ultima bandiera: la Vibonese saluta anche il massaggiatore Carlo Sposato

Ancora cambiamenti per la società del presidente Pippo Caffo: si separano le strade con un personaggio leggendario, da sempre benvoluto da tutti

Si ammaina l’ultima bandiera: la Vibonese saluta anche il massaggiatore Carlo Sposato

Ci sono 40 anni, e oltre, di storia nelle sue mani, nei suoi sorrisi e anche nelle sue sigarette. Una storia a tinte rossoblù. Una storia che ha legato a lungo Carlo Sposato e la Vibonese. Definirlo massaggiatore è in realtà dire poco, perché il buon Carlo è stato molto di più e non solo per aver salvato, almeno un paio di volte, la vita di un calciatore rossoblù. Queste sono solo medaglie aggiuntive, che lui non ha mai rivendicato, perché è stata la cosa più naturale che potesse fare. Adesso è arrivato il momento dei saluti anche per Carlo Sposato “nell’ottica di un naturale e doveroso ricambio generazionale” scrive il club, che poi ne decanta “la professionalità e la grande umanità” riconosciuta da chiunque, concludendo con i ringraziamenti di rito.

La Vibonese per Carlo Sposato è stata una seconda casa, quella per la quale ha trascurato famiglia e affetti. Custode di mille segreti, complice di tante confessioni, in grado puntualmente di strappare un sorriso e di risolvere ogni problema di natura sanitaria, molto meglio e molto più di un medico. Quindi altro che “semplice” massaggiatore! Mai una parola fuori posto, mai una polemica, sempre sorrisi e tanto rispetto, anche per la stampa, con i cronisti spesso coinvolti dal suo sarcasmo, dalle sue battute, dal suo modo di saper prendere la vita con il buonumore.

Ha risolto davvero tanti problemi alla Vibonese e ai suoi calciatori. Ne ha curati e guariti tantissimi. Bastava fargli un minimo accento al sintomo accusato, che subito arrivava la soluzione. Quante terapie, quanti consigli. Quante corse sui campi per arrivare a soccorrere il calciatore infortunato. Uno scatto dei suoi, senza accusare il colpo, nonostante le sigarette! Farà un certo effetto non vedere “Zio Carlo” nel suo regno, quella infermeria nella quale gli aneddoti e i racconti si sono sprecati in questi anni. È stato l’angolo più bello della Vibonese, perché arricchito dalla presenza, dai sorrisi e dalle parole di una persona solare, alla quale è stato facile affezionarsi e volergli bene.

Dal 1967 al 2023 sono tanti gli anni spesi in rossoblù, con una piccola parentesi al Tropea. Da De Pietri a Iacoboni per arrivare alla storica promozione in C con Nevio Orlandi: ne ha viste tante, tantissime. Certo ci sono stati anche i momenti difficili, però lui era sempre lì a fare la sua parte. Lo abbiamo scritto: non solo un massaggiatore, ma anche, tra le tante cose, un fine psicologo perché ha sempre detto di dover “combattere” con i calciatori per fargli comprendere qual è realmente il malanno fisico accusato e di cosa si tratta, visto che spesso lavorano con la fantasia.

Quante terapie mirate, quanti trucchi del mestiere, quanti “miracoli” compiuti per rimettere in sesto un giocatore, magari in extremis, magari proprio quando il tecnico di turno ormai aveva perso le speranze! In questi casi ci si è sempre affidati al buon Carlo e il “miracolo” si è puntualmente verificato. Gioie e dolori sul campo: gli spareggi di Gioia e Palmi con Morrone e Paolana, negli anni settanta, la rinascita rossoblù con il commendatore Fuscà, la delusione di Paternò e l’urlo del Granillo. Carlo c’è sempre stato. Adesso è arrivato il momento dei saluti anche per lui. La lunga parentesi in rossoblù è terminata. Si ammaina una bandiera, ma nessuno potrà mai cancellare i ricordi e tutti porteranno negli occhi il suo sorriso, quei baffetti simpatici e quella scia di fumo che ne segue puntualmente il percorso. Mito e leggenda si fondono nella persona di Carlo Sposato nel momento in cui si declina il suo nome in chiave rossoblù. La Vibonese rimarrà comunque casa sua. Adesso, magari, potrà godersi maggiormente la famiglia. Anche se non farà più parte del club rossoblù, l’amore per questi colori sarà sempre immenso. La storia termina, l’affetto no e con esso rimangono numerosi gli attestati di stima da parte di dirigenti, tecnici, collaboratori, calciatori, tifosi, avversari e semplici appassionati. Goditi la vita “zio Carlo” e magari fuma qualche sigaretta in meno! E grazie di tutto.

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