Gli albergatori del Consorzio Cogetur del Vibonese chiedono ascolto alla politica
Puntano il dito contro la classe dirigente gli imprenditori della Costa degli Dei: «I nostri suggerimenti per rilanciare il turismo inascoltati»
“Come da triste consuetudine, in questa nostra terra perennemente in crisi e tuttora sottosviluppata, ci tocca come unica associazione di categoria attiva nell’intero comprensorio del vibonese, nostro malgrado, denunciare a stagione turistica ormai inoltrata, una situazione in netto peggioramento. Non temiamo di essere tacciati di cronica lamentosità, poichè senza falsa e stucchevole modestia, la Cogetur conta tra le sue fila i pionieri del turismo di questo territorio e gli altrettanto coraggiosi continuatori della loro opera senza la quale il turismo non ci sarebbe stato o perlomeno non in forma e dimensioni tali da rappresentare come Tropea- Capo Vaticano da solo il 30% dell’intero comparto della miserrima regione”. Così gli albergatori del Consorzio Cogetur che esprimono “severa preoccupazione per il persistere della mancanza assoluta di una qualsivoglia azione politica atta a governare promuovere e programmare il fenomeno turismo, ci si accorge degli organi istituzionali solo quando arrivano le bollette. Le amministrazioni locali che almeno sembra abbiano raggiunto un’efficenza che si potrebbe cominciare a chiamare tale nei servizi di base, fatta eccezione per Tropea, orgoglio calabrese, difettano palesemente di capacità politiche nel più nobile senso del termine,lo stesso per tutte le restanti a salire. Le spiagge stanno sparendo e molti di noi ormai insabbiano parcheggi a mo di spiaggia nel disperato tentativo di non sopperire, perché se spariscono le spiagge il giocattolo si rompe per tutti, le nostre attività moriranno lentamente asfissiate per prima dalla perdita di fatturato e crolleranno quando questo non sarà sufficiente a reggere il peso delle imposte e l’indebitamento fisiologico degli investimenti che il mercato pretende”.
E ancora, gli albergatori: “Siamo lontani dall’applicazione degli elementari strumenti democratici che consentirebbero di sprigionare le poche ma indispensabili energie rinnovatrici che l’associazionismo e la società civile del territorio esprimono, e qui Tropea si accoda. Programmazione, il grande assente e cane che si morde la coda; come si può fare programmazione se si respingono i suggerimenti delle associazioni di categoria come Cogetur? – si domandano – Perchè la classe dirigente politica, e scusate l’eufemismo, ci considera solo dei porcellini di terracotta da rompere per comprare alla fiera un pò di voti? Possibile che i personalismi e la miopia siano arrivati a tal punto da non far capire a chi di dovere che l’imprenditoria settoriale rappresenta l’unica intellighenzia di riferimento per lo sviluppo, e questo è vero come è vero perchè se non fossimo capaci di raccogliere e rielaborare informazioni in tempo reale dal mercato saremmo già morti e per dio non lo siamo, e continuiamo a gridare al mondo che il re è nudo, da anni. I personalismi politico-dirigenziali impediscono le macro collaborazioni indispensabili per attuare piani di sviluppo territoriali che ci potrebbero permettere di presentarci al mondo come un territorio unico e attrattivo dove trascorrere le proprie vacanze rapiti dalla nostra grande bellezza, fatta di cultura e natura, dove cultura significa agricoltura buon cibo ospitalità, specchio delle nostre auliche origini magno-greche e preziose contaminazioni che ci hanno arricchito. Abbiamo nelle mani tutto per lanciare un brand mondiale delle vacanze, e invece perdiamo mercato, la stagione quest’anno è iniziata a luglio, le nostre aziende soffrono, per poter lavorare siamo costretti a pagare con i conti in rosso, un esercito di consulenti e avvocati per districarci dalle fittissime reti di leggi leggine regolamenti burocrazie e chi più ne ha piu ne metta, e magari anche guardie del corpo visti i tempi. Comunque – precisano – le tasse regionali, e l’imu le abbiamo già pagate, e qualcuno con fidi bancari. Temiamo di fare politica diretta per non fare la fine del topo in qualche trappola giudiziaria, perchè si sa in Italia il binomio imprenditoria- politica si traduce come nelle migliori sinistre culture con la parola malaffare, temiamo ripercussioni perchè come si dice in ambienti di sottocultura, non ci facciamo i fatti nostri, ma potete star bene tranquilli non ci arrenderemo mai, da sempre lottiamo e lotteremo come i nostri padri prima di noi, per i nostri figli, per la nostra terra, per la nostra gente”.
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