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Lite al Comune di Vibo, una funzionaria: «Sono io ad essere stata aggredita dalla dirigente Teti»

Ecco la ricostruzione dell’accaduto da parte di Maria Carmela Naccari che si dice rammaricata anche per l’atteggiamento tenuto nell’occasione da sindaco, assessori e consiglieri

Lite al Comune di Vibo, una funzionaria: «Sono io ad essere stata aggredita dalla dirigente Teti»
Il Comune di Vibo Valentia: il sindaco Maria Limardo e la dirigente Adriana Teti
Adriana Teti

Nuovo “capitolo” sulla lite al Comune di Vibo tra la dirigente Adriana Teti e la funzionaria dello stesso ente Maria Carmela Naccari. Mentre infatti la Squadra Mobile di Vibo Valentia e la polizia municipale hanno già nella giornata di ieri provveduto ad identificare tutti i protagonisti della vicenda al fine di accertare le eventuali responsabilità per l’accaduto, nella giornata odierna giunge alla nostra redazione la ricostruzione dei fatti da parte della funzionaria Naccari le cui precisazioni riceviamo e integralmente pubblichiamo:

“Sono un funzionario in servizio presso il Comune di Vibo Valentia e in data 04/07/2023 sono venuta a conoscenza dell’imminente approvazione di un provvedimento – tra l’altro in contrasto con altri precedentemente adottati – che, per l’ennesima volta, mi avrebbe penalizzata a favore di altri dipendenti. Pur essendo in ferie, ho deciso così di recarmi al Comune per avere chiarimenti dal sindaco; mio marito ha voluto accompagnarmi visto il mio stato di agitazione. Giunta al Comune, ho atteso invano, per circa tre ore, il sindaco che era impegnato nella seduta di Consiglio comunale in corso. Nel frattempo ho avuto modo di discutere con il segretario generale, nonché dirigente al personale, al quale ho esposto tutte le mie perplessità in merito all’atto. Dopodiché mi sono avviata verso l’uscita e ho incontrato la mia attuale dirigente, la dott.ssa Adriana Teti, con la quale fino a quel momento non avevo avuto alcuna discussione. Quest’ultima avendo probabilmente già intuito la motivazione della mia visita, mi ha urlato contro dicendo Io non c’entro niente”. Nell’allontanarmi per andare via, mi ha inseguito e continuando ad urlarmi contro come un’indemoniata mi ha afferrato violentemente tra viso e collo continuando ad urlare “Io non c’entro niente”. Di fronte all’aggressione, mio marito, al solo scopo di difendermi, l’ha afferrata allo stesso suo modo e l’ha liberata non appena mi ha lasciata andare, tant’è vero che nessuno dei numerosi presenti è dovuto intervenire a tal fine. Tengo comunque ad evidenziare l’enorme rammarico e dispiacere con il quale ho appreso dai media non soltanto le dichiarazioni false rese dalla dirigente, ma anche l’atteggiamento tenuto dall’amministrazione comunale, dal sindaco, dalla giunta e dai consiglieri comunali che nell’immediatezza dell’accaduto, si sono precipitati ad esprimere solidarietà a una dirigente che ha vergognosamente aggredito verbalmente e fisicamente una dipendente, anziché esprimerla nei confronti della dipendente aggredita, nonostante la possibilità di appurare facilmente la verità stante la presenza sul posto di numerosi consiglieri e dipendenti comunali”.

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