Olimpo: un annullamento con rinvio per l’estorsione a un residence di un avvocato
La Cassazione ordina di rivedere la decisione presa dal Tribunale del Riesame di Catanzaro per il nipote dell’ergastolano Pasquale Quaranta
La sesta sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio per un nuovo esame dinanzi al Tdl l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip distrettuale di Catanzaro nei confronti di Giuseppe Prossomariti, 36 anni, residente a Vibo Valentia, ma originario di Santa Domenica di Ricadi, indagato nell’operazione antimafia denominata Olimpo per concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso. Giuseppe Prossomariti è stato difeso dinanzi alla Suprema Corte dagli avvocati Diego Brancia e Valerio Vianello Accorretti. Giuseppe Prossomariti è in particolare accusato di essere stato l’esecutore materiale dell’estorsione ai danni dell’avvocato ed imprenditore Vincenzo Renda e della sua struttura turistica, il Tui Sensimar ubicato in località Baia di Riaci, nel territorio comunale di Ricadi. Secondo il gip la pretesa estorsiva sarebbe stata avanzata dalla ‘ndrina dei La Rosa di Tropea per il tramite di Giuseppe Prossomariti. Quest’ultimo è il nipote di Pasquale Quaranta di Santa Domenica di Ricadi, il sessantenne ritenuto elemento di spicco del clan La Rosa e che sta scontando in via definitiva l’ergastolo per l’omicidio a Santa Domenica di Ricadi di Saverio Carone (12 marzo 2004) ed i ferimenti di Pietro Carone (6 giugno 2004) e Ivano Pizzarelli (30 novembre 2002).
LEGGI ANCHE: Inchiesta Olimpo: l’estorsione al residence dell’avvocato coinvolto in Imponimento e Rinascita Scott