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Comune di Joppolo, Ventrice dopo la revoca da vicesindaco: «Programma elettorale disatteso»

L’ex componente della giunta del primo cittadino Dato afferma di non essersi conformato alle direttive del “capo”. Al suo posto Salvatore Burzì

Comune di Joppolo, Ventrice dopo la revoca da vicesindaco: «Programma elettorale disatteso»
Guido Ventrice

E’ il consigliere Salvatore Burzì il nuovo vicesindaco del Comune di Joppolo. Va a sostituire Guido Ventrice a cui il sindaco Giuseppe Dato nelle scorse settimane aveva revocato tutte le deleghe precedentemente attribuite all’atto della formazione della giunta comunale (2 novembre 2021) e cioè lavori pubblici, urbanistica, patrimonio, immobili comunali, toponomastica, demanio marittimo, depurazione, consumandosi così una rottura politica tra i due, essendo venuto meno venuto meno il necessario rapporto fiduciario per garantire incisività e funzionalità all’attuazione del programma di mandato”. L’affermazione è alquanto veritiera e condivisa anche dal sottoscritto – afferma Ventrice – e tale aspetto ha fatto sì che la revoca non fosse un fulmine a ciel sereno ma, al contrario, un provvedimento atteso proprio per il deterioramento dei rapporti politici e di collaborazione tra me e il sindaco. Non estendo le mie considerazioni ai rapporti intercorsi, specie ultimamente, con il resto dei componenti del gruppo di maggioranza, perché l’accordo politico-amministrativo, esistente sin dalla fusione di due forze politiche per concorrere alle elezioni amministrative dell’ottobre 2021, prevedeva unicamente l’interlocuzione con il sindaco, riguardo tutti gli aspetti che potevano caratterizzare l’azione amministrativa. Quindi poco importa, sia dal punto di vista formale che sostanziale, se ci siano state pseudo-azioni di sfiducia nei miei confronti da parte di tutti i consiglieri di maggioranza. Queste, ammesso che esistano ed in qualunque forma, non rivestono nessuna importanza né dal punto di vista politico né, tantomeno, sotto il profilo prettamente amministrativo e giuridico. La responsabilità politica della nomina di un assessore è in capo al sindaco, come lo è, assieme a quella amministrativa, la responsabilità della revoca.

Giuseppe Dato

Nell’espletamento del mandato, il sindaco non può esercitare tale potere, come affermato dalla VI sezione della Corte di Cassazione in una propria Sentenza, in maniera strumentalizzata e per uno scopo oggettivamente diverso da quello per cui è stato conferito, contravvenendo alle regole giuridiche di legalità, imparzialità e buon andamento dell’attività amministrativa. Nondimeno, come affermato dal Consiglio di Stato, la revoca di un singolo assessore da parte del sindaco può basarsi sulle valutazioni di opportunità politico-amministrativa rimesse a quest’ultimo ma non può trasmodare in una sorta di prerogativa arbitraria, da utilizzare all’occorrenza per “regolare i conti” con esponenti politici sgraditi. Questo, in ultimo, è quanto avvenuto, in quanto lo strumento della revoca è utilizzato, nel contesto in specie, per sopprimere ogni contestazione interna alla Giunta e al gruppo di maggioranza, nel momento in cui, la questione è chiara e oramai conosciuta anche dalla cittadinanza: non mi conformavo alle direttive del “Capo”, quando queste fossero distorte o ai limiti della liceità. Ecco perché a questo punto far riferimento al programma elettorale, sottoscritto da tutti i candidati della nostra lista, poi divenuto programma di mandato con l’approvazione in Giunta ed in Consiglio comunale, assume un altro significato rispetto a quanto affermato dal sindaco. Quel programma, ad ampio spettro e caratterizzato da contenuti di concreta attuabilità, da me redatto e sottoposto all’attenzione di tutti i candidati, ad oggi, è stato completamente disatteso.

Il programma prevedeva il risanamento della situazione finanziaria dell’Ente e non la dichiarazione di dissesto finanziario come scusa per non fare nulla, per restare nell’immobilismo più completo e rinviare ogni singola istanza di cittadini, parti sociali, professionisti ed imprese all’Organo Straordinario di Liquidazione. Prevedeva la buona organizzazione degli uffici e la responsabilizzazione del lavoro e non la persecuzione politica e l’azione punitiva nei confronti del singolo dipendente, elettore della lista avversaria. Su tale aspetto, l’ho manifestato da subito, non potevo trovarmi d’accordo anche in funzione di un drastico collasso dei servizi offerti alla cittadinanza. A me non interessavano le vendette politiche e le persecuzioni. Mi interessava fare bene, mantenere quanto affermato in campagna elettorale ed essere parte di un’amministrazione sana ed orientata al soddisfacimento dei bisogni del cittadino. Mi sono trovato, invece, in un’amministrazione rancorosa, punitiva e disinteressata rispetto agli obbiettivi prefissati e da raggiungere. Così sono rientrato anche io nell’obbiettivo degli “inquisitori” e la mia esclusione dalla Giunta è l’ennesima dimostrazione che le mire sono unicamente rivolte alla disarticolazione di qualsiasi fronte che, nella libertà di pensiero e di azione, possa sollevare rimostranze di fronte alle spregiudicate azioni compiute.

Del resto molte volte ho avuto modo di ridire su alcune procedure, a mio avviso scorrette, per le quali – aggiunge Ventrice – non ho esitato di esercitare un giudizio, secondo coscienza, anche in alcune sedute di Giunta. Questo mio intervento vuole caratterizzarsi unicamente sotto il profilo politico mentre sarà mia premura, successivamente, contrastare la mala gestione che si intende esercitare della cosa pubblica. Di quest’ultimo aspetto, già da tempo, ne sono testimonianza i cittadini privati del benché minimo servizio, le imprese ostacolate nel proprio compito anche mediante il ricorrente ricorso al mancato pagamento delle fatture. Ne è testimonianza l’immobilismo di fronte ai disservizi patiti dalle scuole, di fronte al degrado delle vie e degli spazi pubblici e delle aree cimiteriali, di fronte ai vari procedimenti fermi da mesi con gli utenti che continuano a peregrinare, senza purtroppo risultati, presso gli uffici comunali. Ne sono testimonianza le agevolazioni perse e quelle che si stanno per perdere, i fondi impegnati per alcune opere e stranamente “rastrellati”, le opere appaltate e mai iniziate. Solo chi non ha contezza del malumore che serpeggia tra la popolazione può inneggiare alla continuazione di questo sistema amministrativo. Tutto questo è il sintomo di un organismo malato dove vige la regola “dell’uomo solo al comando” contornato da una cerchia ristretta di presunzione, menefreghismo e, ahimè, illetteratismo. Chiunque esterni posizioni differenti da quel modo di pensare è da “fare fuori” ad ogni costo.Per mio conto, cosa già dimostrata in passato, non serve una carica per perseguire la mia passione politica e quindi, spogliandomi con facilità dalle vesti di vicesindaco, continuerò nell’espletamento del mandato che, questa volta non mi è stato affidato dal sindaco ma in maniera ampia ed inequivocabile dal corpo elettorale alle scorse elezioni amministrative. Questa maggioranza, frutto unicamente di quell’accordo elettorale citato in precedenza, oramai mantiene i numeri solo in questo consesso ma non più tra la comunità joppolese e questo, in un sistema amministrativo dove si è eletti in rappresentanza della cittadinanza, che affida una delega, comporta la sfiducia del corpo elettorale”. 

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