Vibo Marina, il petrolio (e le regole) sfrattano i turisti? – Video
Una delle spiagge pubbliche più amate - per effetto del ripristino delle regole e dei protocolli di sicurezza adottati da Prefettura, Capitaneria e Comune - diventa, tra le righe, oggetto di una singolare contesa, quella tra petrolieri e bagnanti. E le auto finiscono nell'area destinata all'elisoccorso
Dalla sosta selvaggia, ambo i lati e pure al centro strada, alla più rigida disciplina. C’è un piano di sicurezza e Protezione civile da rispettare. La Prefettura di Vibo lo impone, la Capitaneria di Porto e l’amministrazione comunale hanno il dovere di farlo rispettare: tutto è connesso alla presenza dei depositi di carburante a ridosso della spiaggia. Ecco perché c’è chi – parlando della spiaggia di via Vespucci, a Vibo Marina – non a torto dice che i petrolieri hanno sfrattato i turisti. E così questo arenile tra i più amati, a ridosso di Ferragosto registra neppure un quinto delle presenze nello stesso periodo degli anni precedenti. I mezzi di soccorso, finalmente, possono passare senza problemi. E finalmente anche i portatori di disabilità possono trovare parcheggio senza dannarsi. Ma questo tratto che ripopolava Vibo Marina d’estate, nei fatti si spoglia. Divieto di sosta ambo i lati… e così la gente che arriva e non sa dove sistemare l’auto, va via… verso Bivona, Briatico, Zambrone…
Per tamponare la situazione in vista del ponte di Ferragosto, la Capitaneria di porto autorizza che l’area di protezione civile di via Vespucci, dal 14 al 31 agosto sia adibita a parcheggio dalle 9 del mattino alle 19 di sera, monitorata dall’associazione Agriambiente, oltre che dalle altre autorità. La soluzione adottata, pur provvisoria, non convince del tutto chi da questo tratto di litorale non vuole staccarsi. [Continua sotto la pubblicità]
E allora, per il futuro, bisognerà provvedere diversamente per evitare che i petrolieri sfrattino i turisti e impoveriscano ulteriormente un Comune che, di fatto, dalle accise sui carburanti non ha mai avuto un centesimo. Eppure alcuni colossi, come la Basalti e Bitumi, ad esempio, questo territorio l’hanno sfruttato. La concessione su quest’area, ad esempio, bonificata dopo anni d’attesa e ora abbandonata, scadrà proprio il 31 agosto. Fino ad allora, anzi – fino a quando non tornerà pienamente fruibile – resterà abbandonata, mentre le auto dovranno parcheggiare sulla pista dell’elisoccorso.
Segni di decadenza di una realtà costiera che ha un mare e delle spiagge meravigliose, dove il problema della sicurezza è un problema che sembra riguardare solo i cittadini. Dove insistono fabbricati a rischio crollo che, anziché essere abbattuti, si attende che crollino. E dove accedere ad un lido, ad una spiaggia, fare un bagno, è diventato improvvisamente un lusso.
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