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Inchiesta Maestrale: l’assunzione della nuora di Cesare Pasqua fra le contestazioni della Dda

L’ipotizzato reato è aggravato dalle finalità mafiose sulla scorta di un’intercettazione di Gregorio Coscarella. Ecco tutti i passaggi per l’assunzione nel reparto di medicina del lavoro dell’Asp di Vibo

Inchiesta Maestrale: l’assunzione della nuora di Cesare Pasqua fra le contestazioni della Dda
L'Asp di Vibo e nel riquadro Cesare Pasqua
Cesare Pasqua

Finisce anche un’assunzione all’Asp di Vibo Valentia fra le contestazioni mosse dalla Dda di Catanzaro nell’ambito dell’operazione denominata Maestrale-Carthago. Il reato di abuso d’ufficio – con l’aggravante delle finalità mafiose – viene infatti ipotizzato nei confronti del dottore Cesare Pasqua, all’epoca direttore del reparto medicina del lavoro dell’Asp di Vibo Valentia e presidente del “Comitato Consultivo zonale dei medici specialisti ambulatoriali”. Secondo la Procura distrettuale di Catanzaro, “in spregio alle regole di condotta espressamente previste dalla disciplina di settore con riguardo alla qualifica verticistica rivestita all’interno dell’amministrazione di appartenenza – nonché omettendo Cesare Pasqua di astenersi in presenza di un interesse diretto della propria nuora Serena Velocci – avrebbe simulato e poi dissimulato la sussistenza di un interesse pubblico al reclutamento di un’unità di lavoro presso il reparto di medicina del lavoro”. In particolare, Cesare Pasqua avrebbe prima sollecitato con lettera il direttore del distretto sanitario di base nr. 1 di Vibo Valentia affinché provvedesse alla pubblicazione di 20 ore settimanali di specialistica ambulatoriale in “Medicina del Lavoro”. Sempre Pasqua avrebbe poi convocato una riunione presso la sede ex Inam in Vibo Valentia, a conclusione della quale è stato “preso atto dell’autorizzazione del commissario dell’Asp, dott.ssa Bernardi, alla pubblicazione di nr. 4 ore a tempo indeterminato nella branca specialistica di medicina del lavoro, cui faceva seguito pedissequa pubblicazione del bando per 4 ore a tempo indeterminato per un posto nel reparto di medicina del lavoro”. [Continua in basso]

Cesare Pasqua, secondo la Dda, avrebbe fatto partecipare la dott.ssa Serena Velocci che tuttavia – ad avviso della Procura – non avrebbe allegato alcuna specifica referenza utile all’attribuzione di punteggi aggiuntivi in ottemperanza ai criteri” di cui all’accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici specialisti. Cesare Pasqua “alla luce dell’impossibilità per la congiunta di aggiudicarsi il posto di lavoro”, avrebbe così richiesto la successiva revoca del bando di gara, “adducendo quale motivazione un sopravvenuto interesse pubblico originario, nell’ottica di conseguire risparmi o minori oneri finanziari per l’ente, evidentemente non considerando che appena due mesi prima (15.11.2013) aveva sollecitato 20 ore settimanali e, successivamente, nel dicembre 2013, 4 ore settimanali a tempo indeterminato”.
Secondo la ricostruzione della Procura, Cesare Pasqua avrebbe quindi bandito nuovamente, in data 16 giugno 2014, quale presidente del Comitato consultivo zonale, un nuovo avviso per 10 ore a tempo determinato presso l’unità operativa di medicina del lavoro, al quale, questa volta, oltre alla nuora, partecipava solo un altro candidato, superato in graduatoria dalla Velocci riuscendo, così, in data 23 settembre 2014, ad affidare a quest’ultima l’incarico oggetto del bando.

Il procuratore Nicola Gratteri

Così facendo, ad avviso della Dda di Catanzaro, Cesare Pasqua “ha intenzionalmente procurato a Serena Velocci un ingiusto vantaggio, costituito dall’assegnazione in suo favore del posto di lavoro presso l’U.O. Medicina del Lavoro di Vibo Valentia con l’assunzione all’Asp. L’aggravante mafiosa viene motivata dal fatto che con tale assunzione della nuora avrebbe rafforzato un sodalizio ‘ndranghetistico all’interno dell’Asp di Vibo Valentia in vista del proprio pensionamento, attraverso un soggetto di propria fiducia, attraverso il quale poter assicurare ai referenti dellacriminalità organizzata le medesime utilità dallo stesso garantite sino a quel momento”. Fondamentale sul punto, secondo la Procura distrettuale guidata dal procuratore Nicola Gratteri, un’intercettazione in cui Gregorio Coscarella di San Gregorio d’Ippona – arrestato nell’operazione Maestrale per associazione mafiosa (è nipote del boss Rosario Fiarè) – dichiarava all’interlocutore Domenico Colloca di Mileto (pure lui arrestato): “Va bene … è sempre buono eh!! anche se lui va in pensione settimana prossima….non sempre lui….la nuora c’è! Colloca: ah. .. ha messo la nuora al posto suo? Coscarella: eh. Colloca: e allora….Coscarella: per questo è sempre buono!”. La contestazione copra un arco temporale che va dal gennaio 2014 al 23 settembre 2014. La dottoressa Serena Velocci non risulta indagata.

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