La riforma della portualità è legge: opportunità per Vibo Marina
Lo scalo vibonese, come previsto, risulta inserito nell’autorità del Mar Tirreno meridionale, Ionio e dello Stretto. Parte la corsa alla presidenza
Il Consiglio dei Ministri ha dato l’ok al decreto che riforma la legge 84 del 1994 sulla portualità. Come previsto nella bozza, i 57 porti di rilievo nazionale saranno retti da 15 Autorità di Sistema. Il porto di Vibo è stato inserito nell’Autorità del Tirreno meridionale, dello Ionio e dello Stretto, di cui fanno anche parte i porti di Gioia Tauro, Crotone, Corigliano, Palmi, Villa S. Giovanni, Reggio Calabria, Messina, Milazzo, Tremestieri.
La riforma sarà operativa tra 15 giorni ed entro settembre si giocherà la partita dei presidenti, che verranno designati dal ministero delle Infrastrutture d’intesa con le Regioni interessate. La gara alle poltrone è già partita. La scelta dei nuovi presidenti-manager, ai quali competono ampi poteri, sarà determinante, in quanto dalla capacità professionale di queste nuove figure dipenderà un’importante percentuale del futuro successo del porto.
E’ quindi auspicabile che venga privilegiato il criterio della competenza e venga abbandonata la nefasta logica di piazzare il politico di turno. I presidenti saranno a capo di un Comitato di Gestione ristretto di cui faranno parte un rappresentante della Regione, dell’Autorità marittima e dei Comuni (non è ancora chiaro se dei Comuni in cui hanno sede i porti o soltanto dei Comuni ex sede di Autorità Portuale).
Sarà un’esperienza del tutto nuova quella che vedrà nove porti in cooperazione fra loro. Non sarà di certo agevole mettere in rete nove realtà portuali, ma le rispettive diversificazioni tecniche e logistiche, se da un lato costituiscono una problematicità, dall’altro rappresentano una ricchezza di offerta di notevole interesse.
«Le azioni previste dal decreto – ha commentato il ministro Delrio – consentiranno ai porti italiani di diventare un sistema più capace di creare occupazione e sviluppo economico». Per Vibo, che negli ultimi anni ha accentuato il suo isolamento e la carenza di traffici, l’inserimento nella nuova Autorità di Sistema sarà la sfida del prossimo futuro, che determinerà lo sviluppo dell’area portuale o il suo definitivo declino.