Inchiesta Maestrale: replica dei legali del dott. Massara che finiscono per scagliarsi contro la stampa
La nota degli avvocati Salvatore Mirabile e Salvatore Pronestì e la nostra risposta
In relazione all’articolo sul dott. Francesco Massara e l’operazione Maestrale-Carthago (LEGGI QUI: Indagine Maestrale: indagato il veterinario Massara, ecco le accuse), dagli avvocati Salvatore Mirabile e Salvatore Pronestì riceviamo e integralmente pubblichiamo:
“Nell’interesse del dott. Francesco Massara,
la presente in qualità di difensori del dott. Francesco Massara, in relazione agli articoli di cronaca giudiziaria apparsi sulla stampa che lo hanno riguardato personalmente e quale dirigente dell’Area Veterinaria dell’Asp di Vibo Valentia, per rappresentare quanto segue:
– Il dott. Massara ha appreso in data 10 maggio 2023, tramite la Vostra testata giornalistica, di essere indagato nell’operazione “Inchiesta Maestrale”, svolta dalla Dda di Catanzaro;
“Sempre dai medesimi articoli ha appreso quelle che dovrebbero essere le contestazioni di cui sarebbe destinatario. È enorme lo stupore ed il rammarico del nostro assistito il quale, nemmeno destinatario di un avviso di garanzia, ha saputo dagli organi di stampa di essere indagato ed è stato esposto alla pubblica gogna, in aperta violazione delle norme che impongono alla stampa di non divulgare i nomi degli indagati in pendenza di procedimento. Quanto accaduto è di estrema gravità e rappresenta un barbaro tentativo di esporre alla gogna mediatica uno stimato e valente professionista che – non solo dimostrerà la sua completa estraneità ai fatti che secondo la stampa gli sono contestati – ma, nel difendersi in ogni sede, si avvarrà dei numerosi provvedimenti da lui adottati nel corso della sua attività che dimostrano – oltre che la sua professionalità nell’espletamento delle funzioni pubbliche a lui demandate, la oggettiva ed indiscutibile distanza siderale tra ambienti malavitosi di qualsiasi natura e pericolosità, avendo egli sempre serbato un comportamento irreprensibile ed onesto. La gogna mediatica ha indotto l’Asp ad assumere in modo sommario e del tutto arbitrario – senza conoscere le carte processuali e senza instaurare nemmeno un benché minimo contraddittorio con l’interessato – un provvedimento cautelare di sospensione dal servizio del quale – anche in questo caso – il Dott. Massara ha avuto notizia in data odierna leggendo i giornali.
Il nostro assistito è sereno e certo che la sua posizione sarà chiarita. Resta il senso di profonda angoscia e sgomento nell’essere stato – suo malgrado – oggetto di una barbara esposizione mediatica, perpetrata in spregio dei più elementari diritti dell’indagato e delle regole che la stampa è tenuta ad osservare, pur nell’esercizio del diritto di informazione.
Alla luce di quanto sopra, nel ribadire la completa estraneità del dott. Francesco Massara ai fatti riportati sulle testate giornalistiche, ci riserviamo ogni opportuna iniziativa giudiziaria a tutela del suo buon nome ed a tutela dei limiti alla divulgazione delle informazioni giudiziarie che – anche con la recente Riforma Cartabia – devono essere garantiti all’indagato.
Ferma la condanna dell’operato delle testate giornalistiche – in particolare “Il Vibonese”, un ulteriore e grave motivo su cui riflettere ed indagare è quello di comprendere come, e da chi, atti coperti da segreto istruttorio, siano stati forniti alle testate giornalistiche”.
Sin qui la nota degli avvocati Mirabile e Pronestì. Per parte nostra preme solo rilevare che, pur essendo la medesima notizia stata pubblicata da numerose altre testate regionali e dai due principali quotidiani cartacei regionali (con tanto di foto del dott. Massara che la nostra testata non ha invece usato), gli strali dei due avvocati sono rivolti “in particolare” (lo scrivono loro stessi) contro la nostra testata. Un “ulteriore e grave motivo sul quale riflettere” – questo sì – e che lasciamo ai lettori giudicare. Per parte nostra auguriamo al dott. Francesco Massara – al quale in questi anni abbiamo dedicato non pochi articoli lodandone le iniziative anche quale presidente dell’Ordine dei veterinari – di dimostrare nelle sedi competenti la completa estraneità rispetto ai fatti contestati dalla Dda di Catanzaro (Dda di Catanzaro e non dalla nostra testata, lo ricordiamo ai due legali quando erroneamente parlano di fatti “che secondo la stampa gli sono contestati….”).
Prendiamo anche atto che i due legali al diritto di cronaca preferiscono evidentemente il “bavaglio” per la stampa, con toni a nostro avviso del tutto fuori luogo e che tirano a sproposito in ballo persino la riforma Cartabia. Così come lasciamo ai lettori giudicare l’uso nella replica di espressioni quali “pubblica gogna” o “barbaro tentativo di esporre alla gogna mediatica” anche dinanzi ad un articolo (uno solo e non “medesimi articoli”, al plurale, come scrivono sempre erroneamente i due legali) che si è limitato a riportare fedelmente il capo d’accusa formulato dalla Dda di Catanzaro – ripetiamo, Dda di Catanzaro, non un’invenzione della nostra testata – nei confronti dell’assistito degli avvocati Mirabile e Pronestì a cui il fermo di indiziato di delitto non è stato logicamente notificato (e questo i due legali dovrebbero ben saperlo) in quanto i fermi si notificano ai soli indagati arrestati.
Ai due legali facciamo infine notare che la nostra testata – a differenza di tante altre – neanche ha dato notizia della sospensione del dott. Massara ad opera dell’Asp ed è quindi ingiusto e ingeneroso – oltre che fuori da ogni logica – che i due avvocati si scaglino contro la nostra testata se l’Asp ha poi adottato “provvedimenti senza conoscere le carte processuali – per come gli stessi scrivono – e senza instaurare un contraddittorio con l’interessato”, ma seguendo quella che loro stessi chiamano (sbagliando decisamente indirizzo per quanto ci riguarda) “gogna mediatica”. Auguriamo nuovamente al dott. Massara, quindi, di poter chiarire al più presto la propria posizione e di certo (comunque la pensino i suoi due legali in ordine alla nostra professionalità ed al nostro lavoro) saremo tra i primi a dare notizia del suo proscioglimento.
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