Inchiesta Maestrale: Cesare Pasqua «a disposizione dei locali di Limbadi e San Gregorio»
Favori ai clan in cambio di protezione mafiosa e appoggio elettorale per il figlio Vincenzo, ex consigliere regionale
Nell’inchiesta “Maestrale – Carthago” è finito anche Cesare Pasqua, già capo Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Vibo Valentia e padre dell’ex consigliere regionale Vincenzo. Secondo la Dda di Catanzaro il medico vibonese si sarebbe messo a disposizione «dei locali di Limbadi e San Gregorio d’Ippona (…) – pur non essendo inserito stabilmente nel sodalizio criminale – e quindi rispettivamente delle cosche Mancuso e Fiarè e delle ulteriori articolazioni a queste collegate». Avrebbe asservito «la struttura pubblica sanitaria alle esigenze dell’organizzazione, consentendo alla criminalità organizzata vibonese di infiltrarsi negli affari di proprio interesse». Il manager sarebbe intervenuto «in occasione di pratiche burocratiche sorte nell’ambito di procedure amministrative di competenza dell’Asp». Si tratta di controlli e sequestri che hanno colpito «imprese di interesse delle cosche». Cesare Pasqua avrebbe agito per riconoscere il ruolo di Gregorio Coscarella nel settore «della gestione del ristoro ospedaliero per i nosocomi di Vibo Valentia-Tropea e Serra San Bruno adeguandosi agli equilibri mafiosi garantiti» dallo stesso Coscarella; il dirigente sanitario avrebbe aiutato Coscarella a realizzare un sistema spartitorio che vedeva alcuni “imprenditori amici” favoriti nell’affidamento del servizio di mensa ospedaliera. [Continua in basso]
Inoltre, emerge ancora dall’inchiesta, in un’occasione sarebbe stato favorito «illecitamente l’affidamento del servizio all’azienda dell’imprenditore Domenico Colloca, associato alla ‘ndrina di Paravati – secondo quanto riportato nel capo d’imputazione – e a disposizione del capo ‘ndrina Michele Galati», solo dopo un’interlocuzione con Costarella. In cambio, il medico Pasqua avrebbe ottenuto «protezione mafiosa per la risoluzione di problemi e, in occasione di competizioni elettorali che vedevano candidato il figlio Vincenzo Pasqua (non indagato, ndr), l’appoggio elettorale delle cosche di ‘ndrangheta».
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