lunedì,Dicembre 2 2024

Vibo tra potenzialità e criticità, analisi e proposte del “Centro Studi” di Enzo Romeo

Il presidente rende noti gli esiti degli incontri e delle attività su tematiche che vanno dal sociale alla politica fino al comparto industriale

Vibo tra potenzialità e criticità, analisi e proposte del “Centro Studi” di Enzo Romeo
Una panoramica di Vibo Valentia
Veduta di Corso Umberto a Vibo e, nel riquadro, Enzo Romeo

Il presidente del Centro Studi “Progetto Vibo Valentia”, Enzo Romeo, rende noto l’esito di una serie di intensi incontri e conversazioni sui temi dell’ambiente, della green economy, dei piani che
afferiscono la nuova città:
da quello per il Parco Archeologico Urbano al piano dei parcheggi e della viabilità; dal tema dei rifiuti affrontato con una logica innovativa e intelligente di riduzione a quello dell’integrazione tra il “centro” e la “marina”; dai grandi eventi stagionali al turismo congressuale; dalle soluzioni per incentivare il commercio e il mondo produttivo alla riorganizzazione della macchina amministrativa comunale, fino all’economia del mare. Tra le varie figure che hanno animato i nostri incontri voglio citare in ordine sparso: l’avvocato Angelo Calzone, delegato Wwf Calabria, l’avvocato Enrico Ventrice, l’ingegnere Franco Ciancio, le archeologhe Anna Murmura e Anna Rotella, il dottore Enzo De Maria presidente della Pro Loco di Vibo Marina, il Maestro d’arte Antonio Montesanti, il sociologo Michele Petullà, l’avvocato Fabio Brandi presidente provinciale di Federconsumatori, gli architetti Gino Achille, Raffaella Cosentino, Antonella Pupo, Francesca Tulino, Fiorenzo Florio, Corradino Corrado e Salvatore Monteleone, gli ingegneri Giorgio Guaricci, Giuseppe Belmonte e Antonio Bruni, le professoresse Caterina Calabrese e Alida Punturiero, assieme al folto numero di soci e simpatizzanti del Centro Studi. [Continua in basso]

“Prossimamente – prosegue il presidente Enzo Romeo – avremo nuovi incontri e dibattiti tra i quali il più ravvicinato sarà con l’economista Andrea Lanza, Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese e di Strategie d’Impresa all’Università della Calabria (Unical) nonché direttore di Unical Business School. È inoltre Docente Senior di Marketing presso la Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano (SDA Bocconi). Ma presto ci occuperemo, tra l’altro, dell’Università a Vibo Valentia, dell’analisi puntuale dello stato di abbandono in cui versa la città e della possibilità di recupero anche con l’ausilio dell’arte contemporanea, di un vero piano di sviluppo per il Porto. Si corre dunque spediti verso un corposo programma di rinnovamento profondo della città: emerge chiaramente la necessità di una visione organica di Vibo, senza la quale, a mio parere, la città non troverà leve giuste per potersi risollevare. Visione organica significa che le tante vocazioni di Vibo Valentia non debbono essere trascurate o vissute come ambiti separati. Al contrario, occorre un progetto che integri la vocazione di essere centro d’irradiazione culturale, di poter essere meta di un turismo di tipo scientifico e professionale, di poter essere centro promotore di eventi periodici, prolungati e intensi che coprano tutte le stagioni dell’anno, valorizzando anche la gastronomia che qui da noi non ha nulla da invidiare a quella di alta qualità, assieme a un incentivante e vasto piano della ricettività alberghiera comprendendo tutti quei servizi che compongono una città accogliente – dai parcheggi ai servizi pubblici di trasporto, solo per citare quelli essenziali – vista complessivamente dal “centro” fino alla “marina”. O si tiene tutto assieme oppure assisteremo a iniziative estemporanee che non determineranno i riflessi attesi e duraturi sull’economia della città”.

“Allo stesso modo, Vibo Valentia non può dedicarsi solo all’intrattenimento, seppur di alto livello: occorre ricostruire un sistema industriale, della piccola, della media ma anche della grande impresa, dimensione che storicamente ha visto la nostra città perdere terreno, mentre le condizioni generali non vietano di pensare anche a una ripresa di questo settore. Per esempio, la nautica potrebbe essere un settore d’attività industriale molto interessante da incentivare. Assieme alla nuova green economy caldeggiata ormai da molti osservatori qualificati. Ma è solo un esempio tra i molti possibili. Anche il commercio, non solo quello al dettaglio ma anche quello di più vasto ambito, il tipico business to business, in settori chiave come l’edilizia, l’arredamento e ambiti affini, deve essere sostenuto: tutto il mondo del commercio andrebbe ascoltato per evitare di calare dall’alto iniziative politiche e amministrative che possano risultare poco utili allo sviluppo del settore. Con questo voglio affermare che l’impostazione data dal Centro Studi, quella di avviare un dialogo con i protagonisti reali della città, le imprese, i professionisti, le associazioni, il mondo produttivo in generale e il sistema sociale nel quale gravita, rappresenta un ottimo viatico per raggiungere gli scopi prefissi”, ha concluso Enzo Romeo

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