Il pentito Megna sul ferimento di Romana Mancuso e Giovanni Rizzo: «Sparò pure l’Ingegnere»
Il nuovo collaboratore rivela particolari inediti sul fatto di sangue per il quale in appello è stato condannato il solo Giuseppe Mancuso. Lo scontro nel clan e le sparatorie a Limbadi e Nicotera
Affronta anche il capitolo della sparatoria ai danni Romana Mancuso (sorella di Antonio, Giovanni, Pantaleone – Vetrinetta – Cosmo Michele e Luigi Mancuso) e del figlio Giovanni Rizzo, alias “Mezzodente”, il nuovo collaboratore di giustizia di Nicotera Pasquale Megna. Lo fa con dovizia di particolari inediti, permettendo di gettare un ulteriore fascio di luce su un episodio che ha innescato tensioni a non finire all’interno della famiglia Mancuso. La sparatoria risale al 26 maggio del 2008 a Limbadi (località Gagliardo) e per la stessa l’1 maggio dello scorso anno è stato condannato in appello a 8 anni Giuseppe Mancuso, mentre il padre Pantaleone – detto “l’Ingegnere” – è stato assolto. Il collaboratore di giustizia, Pasquale Megna, accusa però ora anche quest’ultimo. “Ho saputo che a sparare a Giovanni Rizzo e a sua madre che chiamavamo “zia Romana” sono stati Peppe e suo padre Pantaleone Mancuso, l’Ingegnere, perché me ne hanno parlato entrambi, ma in momenti separati, nel senso che è capitato più volte di parlarne di questo argomento sia quando mi trovavo con Peppe – ha dichiarato il collaboratore – sia quando mi trovavo con suo padre. Per quanto riguarda il discorso fatto con Peppe Mancuso, ci trovavamo in un terreno di campagna di mia proprietà, in contrada Timpa e Peppe mi parlava di un danneggiamento fatto da Giovanni Rizzo, dicendomi: “Chissu ca ancora non si ‘mparau a lezione, i corna natra vota vola rutti”. Mi disse anche che era stato lui a sparare a Rizzo e mi disse che l’unico problema che c’era stato era quello del talloncino assicurativo che gli era caduto dalla Panda e che avrebbe potuto portargli qualche problema. Per quanto riguarda invece l’Ingegnere, anche lui mi disse di avere avuto il problema e che lui aveva sparato a Giovanni, ma non ricordo quale fu il discorso per arrivare a questo argomento. Inoltre l’Ingegnere non mi ha mai fatto il nome di suo figlio Peppe, mentre Peppe si vantava di essere andato a sparare con il padre. Di questo argomento – ha aggiunto Pasquale Megna – non ho mai parlato con mio padre. Giovanni Rizzo era il mio compare d’anello e anzi mio padre era contrario a questa mia scelta. Avevo deciso fin da quando ero piccolo dì scegliere Giovanni Rizzo: ricordo che lui era stato scarcerato e siccome andavo sempre con lui perché aveva le pecore e a me piacevano gli animali, fu lui a dirmi, quando avevo appena l3-14 anni che mi avrebbe fatto da compare d’anello e poiché queste proposte non si rifiutano, io accettai. Della sparatoria me ne parlò lo stesso Giovanni, dicendomi anche chi gli aveva sparato e facendomi i nomi di Pantaleone Mancuso, l’Ingegnere, e del figlio Peppe”. [Continua in basso]
Lo scontro fra Rizzo e Pantaleone Mancuso
Pasquale Megna aggiunge poi di aver saputo dal suo compare Giovanni Rizzo “dove si trovava la madre Romana al momento dell’esplosione dei colpi, spiegando che la stessa era dentro il furgone e che si era salvata. Fu lo stesso Peppe Mancuso a dirmi del fatto che c’era la zia Romana dentro il furgone e che quando avevano sparato neanche l’avevano vista, altrimenti non avrebbero sparato. Affrontai l’argomento della sparatoria con Giovanni Rizzo dopo che mio fratello si era fidanzato con Desireè Mancuso – figlia di Pantaleone l’Ingegnere, e proprio in quella occasione Rizzo mi disse: “Queste persone hanno sempre fatto danni, tuo fratello si è rovinato perché queste cose nella mia famiglia non si sono mai viste, tra di noi queste cose non si sono mai fatte”.
Peppe Mancuso mi raccontò che quando hanno iniziato a sparare, le persone presenti se ne sono volate via: mi fece i nomi di Peppe Corsi, Giuseppe Raguseo, Peppe “a foca”, e di Leo Limps. Solo Leo Limps rimase sul posto ed ha anche risposto al fuoco”. Leo Limps è stato indicato da Pasquale Megna in Pantaleone Rizzo, fratello di Giovanni, il quale avrebbe accompagnato madre e fratello in ospedale dopo la sparatoria.
Secondo Pasquale Megna, inoltre, Giuseppe Raguseo, genero del boss Cosmo Michele Mancuso, e Giovanni Rizzo, detto Mezzodente, sarebbero andati qualche giorno prima “a sparare a casa di Luni l’ingegnere. In particolare, sia Peppe Mancuso, sia l’Ingegnere, mi dissero che Giuseppe Raguseo e Giovanni Mezzodente erano andati dalla stradina che porta all’ingresso posteriore della casa dell’Ingegnere – dove c’è una casa vecchia e tengono anche maiali e galline – e avevano sparato ad un trattore e a qualche finestra della casa. Si tratta dell’ingresso secondario perché appena si arriva a casa di Luni, prima c’è un cancello con l’ingresso principale e poi lateralmente, sul lato sinistra c’è una stradina che porta ad un altro ingresso sul retro“.
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