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Guardie mediche nel Vibonese, Colombo (Exit) ad Occhiuto: «Impugni decisione Asp»

Sull'accorpamento delle postazioni l'esponente politico tuona: «In Calabria continui tagli alla sanità». E propone un Consiglio regionale aperto a tutti i sindaci della provincia

Guardie mediche nel Vibonese, Colombo (Exit) ad Occhiuto: «Impugni decisione Asp»
Igor Colombo

«Ancora una volta nel comparto sanità in Calabria si registrano tagli. Ad essere prese di mira questa volta le Guardie mediche della provincia di Vibo Valentia che subiranno un accorpamento per decisione e volontà della stessa Asp provinciale». Interviene anche Igor Colombo, di Exit Calabria, sulla rimodulazione delle postazioni di Guardia medica disposta dal management dell’Azienda sanitaria provinciale. Una decisione che non ha mancato di creare polemiche anche tra cittadini e sindaci dei paesi che vedranno “sparire” le proprie Guardie mediche. «È proprio da un accorpamento – continua Colombo – avvenuto ormai sedici anni fa in seno alla Regione Calabria che nel maggio 2007 con un emendamento proditorio fatto passare di notte, si decise di accorpare le allora Aziende sanitarie locali, creandone una per ogni provincia. Il principio voluto allora dalla Giunta Loiero con assessore alla sanità Doris Lo Moro e con la regia di Nicola Adamo, era quello del risparmio economico per l’intera Calabria e con una offerta sanitaria che sarebbe dovuta essere migliore per i cittadini. Nulla di tutto questo è avvenuto, anzi, da allora tagli su tagli al settore con chiusure e ridimensionamenti di importanti ospedali baricentrici in tutta la regione e con un commissariamento che tanto è costato ai calabresi ed un debito che ancora oggi stiamo pagando». [Continua in basso] 

Aggiunge l’esponente del movimento politico fondato lo scorso anno dall’ex CasaPound Simone Di Stefano: «Purtroppo in un settore sociale come quello della sanità che dovrebbe garantire assistenza e cura agli ammalati sul territorio, si procede con la visione e l’ottica dell’aziendalizzazione e questi poi sono i normali e conseguenti risultati. Mi chiedo come si possa garantire la tutela della salute dei cittadini chiudendo postazioni mediche e storici presidi sanitari sui territori. Una scelta e decisione questa che stride con ogni altro principio di diritto alla cura ed alla salute. Non è neppure questione di conoscenza del territorio come qualcuno ha affermato in queste ore in quanto questi atti di soppressione di strutture sanitarie si stanno verificando con una certa continuità da diversi anni in Calabria, con comune unico denominatore, ossia mancanza del personale.  Ora ad essere colpito è il già fragile territorio del Vibonese, dove i problemi nel settore sanità non mancano».

Quindi Igor Colombo si appella al presidente della Regione Roberto Occhiuto, chiedendogli «quale commissario ad acta, di impugnare tale decisione venuta dalla Asp di Vibo Valentia ed affrontare la questione in una seduta del Consiglio regionale aperta a tutti i sindaci della provincia del Vibonese. È opportuno valutare e ponderare bene tali decisioni che potrebbero avere effetti deleteri e drammatici che si potrebbero ripercuotere sui cittadini, visto e considerato anche che le postazioni di urgenza e pronto intervento del 118 in Calabria sono perlopiù sotto organico e ridotte al lumicino e tenendo anche  presente che alcuni di tali accorpamenti di Guardia medica arrivano a coprire comuni distanti quasi quaranta chilometri, si può comprendere benissimo la gravità e la scelleratezza di tale provvedimento».

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