Vibo Valentia, la frazione Marina tra fiori e… sterpaglie – Video
Il paese con il porto ostaggio di tante contraddizioni. Ciò che di buono si fa è soverchiato dalla pesante eredità del passato e dalla fatica nel programmare il futuro
I vasi con i fiori freschi piantati dall’amministrazione comunale e dalle associazioni su corso Michele Bianchi, nel salotto buono della frazione, e le sterpaglie che crescono però rigogliose – o estirpate e non rimosse – vicino l’Istituto comprensivo Amerigo Vespucci. Il bello e il brutto. La rinascita e il degrado. Ed ancora: arrivano con l’emendamento alla Legge di Bilancio firmato dall’onorevole Mangialavori 400.000 euro per la rotatoria all’incrocio tra le vie Parodi, via Roma di Portosalvo e il cavalcavia, ma il nuovo sottopasso di viale Stazione a Vibo Marina giace incompiuto da circa dieci anni. [Continua in basso]
Vibo Marina, più che le altre frazioni, è ostaggio di tante contraddizioni. Ciò che di buono si fa è soverchiato dalla pesante eredità del passato e dalla fatica nel programmare il futuro: il perdurante dissesto finanziario delle casse comunali da una parte, i fondi che giungono a sprazzi da Regione e Governo dall’altra. Tra i cittadini il confine tra rassegnazione e speranza è labile. Il quartiere Pennello, già sdemanializzato dopo decenni di cementificazione selvaggia, ha vissuto un costoso restyling che non ne ha cambiato granché l’immagine, mentre le mareggiate continuano a divorare ampi tratti di litorale o a seppellire di sabbia quel che di buono era stato fatto. Ci sono poi le ferite dell’alluvione del 3 luglio 2006 ancora aperte ed un cimitero industriale che si allarga sempre più. La speranza, da queste parti, è il porto: ci sono diciotto milioni di euro dormienti deliberati dalla Regione e le risorse del Pnrr da utilizzare. Anche dopo l’alluvione del 2006 arrivò una pioggia di milioni per la messa in sicurezza del territorio. Sono stati impiegati solo in parte per interventi tampone, il resto neppure speso. Ecco perché chiedere alla comunità di avere fiducia nel futuro e nella classe dirigente, ad ogni livello, diventa un esercizio complicato.