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Droga, Gratteri: «Portate gli studenti a parlare con i tossicodipendenti»

Il procuratore di Catanzaro ha partecipato ad un incontro nel liceo classico Telesio di Cosenza. Presente anche il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri

Droga, Gratteri: «Portate gli studenti a parlare con i tossicodipendenti»
Gratteri e Gasparri all'evento di Cosenza

«Invito gli insegnanti, i dirigenti scolastici, a portare i ragazzi nelle comunità di recupero e far sentire loro, dalla diretta voce dei tossicodipendenti, se sono favorevoli o meno alla legalizzazione delle droghe. Chi soffre vi dirà che la droga è una schiavitù, il resto sono chiacchiere». Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore capo della Dda di Catanzaro, a Cosenza, a margine dell’incontro “Scelgo la vita” organizzato all’interno dell’auditorium del liceo classico “Bernardino Telesio”.
Spazio anche al tema della criminalità organizzata. «La relazione della Dia è una conferma e vuol dire che noi non stiamo contrastando come potremmo e come dovremmo. Soprattutto dovremmo fare di più e avere nuove regole, strumenti normativi più incisivi, adeguati e proporzionati alla realtà criminale. Se si allargano le maglie dei controlli e moltiplicano i subappalti – ha poi aggiunto il procuratore Gratteri – le mafie hanno più possibilità di inserirsi. Questa direttiva europea che non limita i subappalti sarà una grande ingenuità che sarà pagata a caro prezzo». [Continua in basso]

All’evento a Cosenza presente anche il vice presidente del Senato ed esponente di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Sono felice di essere qui perché parlare di droghe è indispensabile per dare un’informazione corretta, perché oggi si minimizza. Sembra quasi – ha aggiunto – che le sostanze stupefacenti non facciano danni, ma invece è esattamente il contrario e non è vero che si combatte il crimine favorendone la circolazione, perché il crimine userebbe altre sostanze stupefacenti legalizzandone alcune. Poi c’è il mercato dei minorenni che resterebbero in un mercato illegale. Quindi bisogna informare e prevenire. Non si tratta di reprimere in maniera ottusa gli usi, il narcotraffico sì. Gli usi vanno prevenuti e bisogna applicare più largamente quelle norme che consentono ai detenuti tossicodipendenti di scontare altrove, con pene accessorie, il loro percorso nelle comunità che li può portare a un recupero. Chi combatte le droghe vuole essere più comprensivo nei confronti di chi soffre il problema, ma repressivo con chi alimenta il traffico».

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