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Mileto: morta la donna del “favorite…”, simbolo dell’accoglienza dei calabresi

Il termine fu utilizzato per offrire un panino a monsignor Bregantini nel corso del viaggio in treno che lo avrebbe portato per la prima volta in Calabria

Mileto: morta la donna del “favorite…”, simbolo dell’accoglienza dei calabresi
ACER

È morta la donna del “favorite…”, termine divenuto simbolo dell’accoglienza della gente di Calabria. Era l’estate del 1975 quando monsignor Giancarlo Maria Bregantini, all’epoca studente di teologia a Verona, stava per giungere per la prima volta nella regione, inviato dai suoi superiori per un’esperienza a Crotone. Quel gesto, che sarebbe rimasto impresso a caratteri cubitali nella sua mente e che spesso amava ricordare, fu compiuto sul treno su cui viaggiava. «Inesperti di itinerari lunghi – ha raccontato più volte durante il suo apostolato da vescovo di Locri-Gerace e da fautore della lotta alla ‘ndrangheta – non avevamo portato quasi nulla per il viaggio. Ma ad un certo punto, in quel lungo percorso di oltre venti ore, la fame si fece sentire. Ma quale fu la nostra sorpresa, quando una famigliola, salita a Bologna, preparò con accuratezza il pranzo, con le cose tipiche di casa di Calabria. E quella mamma, che pur aveva il suo bimbo da badare, vista la nostra fame, preparò un bel panino per noi ospiti e ce lo offrì, prima ancora di darlo al suo bambino, con quella espressione tenera ed affettuosa, con quel “favorite…” che spesso si sente ripetere sulle porte di casa di Calabria».

Quella donna, moglie e madre affettuosa di sei figli, si chiamava Caterina Mangone ed era di Mileto. Dopo oltre trent’anni, nell’aprile 2007, i due si erano ritrovati, rincontrati e riabbracciati affettuosamente nella casa delle Suore della Carità di Pizzo. Giusto pochi mesi prima che monsignor Bregantini si trasferisse in Molise, inviato da Papa Benedetto XVI a presiedere l’arcidiocesi di Campobasso-Bojano, comunità che ancora oggi lo annovera come suo pastore. Qualche giorno fa, come detto, la donna è spirata serenamente nella sua casa di Mileto, all’età di 92 anni, dopo aver lottato con un tumore e affrontato i momenti di sofferenza con grande coraggio e profonda fede cristiana. L’attuale arcivescovo metropolita del Molise ne è stato messo al corrente e ha garantito le sue preghiere di suffragio, ritenendo quell’incontro «un dono ricevuto». Di Caterina rimane quel gesto amorevole e altruista, quel “favorite…” divenuto, suo malgrado, lo slogan positivo e il simbolo dell’accoglienza e della gentilezza della gente di Calabria.

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