‘Ndrangheta: l’escalation di sangue fra Briatico e San Gregorio nei racconti inediti di Bartolomeo Arena
Negli atti dell’operazione Olimpo anche gli omicidi di Italo Greco e del figlio Nicola, così come i delitti di Domenico Lo Bianco e Antonio Grande. Dalla strage di Capistrano al tentato omicidio di Razionale e Fiorillo sino alle rivelazioni di Mantella
Permettono di riaprire i capitoli anche su fatti di sangue rimasti impuniti, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena di Vibo Valentia. Gli atti della recente operazione Olimpo contengono infatti numerosi elementi che vengono svelati per la prima volta e lasciano intravedere l’ampia attività di indagine portata avanti dalla Dda di Catanzaro per riscrivere compiutamente la storia criminale del Vibonese e cercare di far luce sugli assetti mafiosi del territorio realizzati attraverso omicidi e tradimenti. In tale contesto Bartolomeo Arena parla così di alcuni fatti di sangue rimasti impuniti e consumati sull’asse Briatico- San Gregorio d’Ippona. Le sue dichiarazioni in alcuni casi si incrociano con quelle del collaboratore di giustizia Andrea Mantella. [Continua in basso]
La strage di Capistrano
E’ lunedì 1 marzo 1971 quando a Capistrano l’allora 35enne di Briatico Italo Greco uccide tre persone in un’osteria e ne ferisce altre due sol perché una delle vittime gli aveva ingiunto di chiudere la porta del locale essendoci fuori la neve. A terra restarono un 32enne e un 40enne, mentre un ragazzo di 19 anni morì per un collasso causato dallo spavento dopo i primi colpi d’arma da fuoco esplosi all’impazzata da Italo Greco che verrà arrestato e condannato per triplice omicidio. Il 10 marzo 1989 a Briatico a restare ucciso in un agguato, all’età di 53 anni, è quindi a sua volta lo stesso Italo Greco, freddato con un fucile a canne mozze. Un omicidio ad oggi rimasto impunito.
Arena e le accuse per l’omicidio di Italo Greco
E’ Bartolomeo Arena a riferire agli inquirenti quanto a sua conoscenza in ordine all’omicidio di Italo Greco. “Devo riferire in ordine a due argomenti – ha fatto mettere a verbale il collaboratore di Vibo Valentia -. Il primo riguarda l’omicidio di tale Italo Greco, un boss di Briatico negli anni ’70, imputato per la strage di Capistrano, che venne ucciso alla fine degli anni ’80. E’ stato il genero Melluso Dino, ma non so il motivo. Questo mi è stato riferito nel 2019 – ha fatto mettere a verbale Bartolomeo Arena – da Leone e Filippo Grillo, appartenenti al locale di Seregno ma originari di San Leo di Briatico”. [Continua in basso]
Nicola Greco figlio di Italo
Bartolomeo Arena ha quindi aggiunto che “Italo Greco era il padre di Nicola Greco che ho additato quale esecutore insieme a Roberto Soriano del tentato omicidio ai danni di Saverio Razionale e Giuseppe Fiorillo, padre di Michele Fiorillo detto “Zarrillo”.
Secondo il collaboratore di giustizia, quindi, a sparare o dare supporto ai killer il 25 settembre 1995 nell’agguato a Briatico in cui rimasero feriti il boss di San Gregorio d’Ippona, Saverio Razionale, e Giuseppe Fiorillo di Piscopio, sarebbe stato anche Nicola Greco, a sua volta ucciso a Briatico il 7 aprile del 1996. Un omicidio, quello di Nicola Greco, rimasto ad oggi impunito al pari di quello del padre.
Le dichiarazioni di Mantella
Sul punto, le dichiarazioni di Bartolomeo Arena vanno incrociate con quelle rilasciate dall’altro collaboratore di giustizia di Vibo Valentia, Andrea Mantella. “E’ stato proprio Roberto Soriano insieme a Giuseppe Cirianni di Piscopio – ha dichiarato Mantella – ad andare a sparare contro Saverio Razionale a Briatico dove stava costruendo una villetta sulla scogliera. Roberto Soriano e Giuseppe Cirianni hanno avuto appoggio logistico da un parente di Italo Greco. Anche Italo Greco è stato ucciso dai sangregoresi”. Anche Andrea Mantella, dunque, ha dichiarato che Roberto Soriano di Filandari nell’agguato avrebbe avuto “appoggio logistico da un parente di Italo Greco”. Parente che Bartolomeo Arena indica nello stesso figlio di Italo Greco, ovvero in Nicola Greco poi a sua volta vittima di un agguato mortale il 7 aprile del 1996 a Briatico. Roberto Soriano è invece rimasto vittima della “lupara bianca” ed il suo corpo sarebbe stato macinato con la fresa del trattore da Giuseppe Accorinti di Zungri in accordo con Saverio Razionale (entrambi sono per questo sotto processo in Rinascita Scott in Corte d’Assise a Catanzaro). Mandante dell’agguato contro Saverio Razionale, secondo i collaboratori, sarebbe stato il boss di Limbadi Giuseppe Mancuso (detto ‘Mbrogghja), dal novembre del 2021 tornato in libertà e non imputato per tale l’agguato contro Razionale. [Continua in basso]
Gli omicidi a San Gregorio d’Ippona
Bartolomeo Arena non ha però dichiarato di essere a conoscenza solo dei fatti di sangue consumati a Briatico, ma anche di alcuni omicidi avvenuti a San Gregorio d’Ippona. “L’altro argomento di cui sono a conoscenza – ha aggiunto il collaboratore – riguarda l’omicidio di Domenico Lo Bianco detto “U Baccu” o “Bilancia”. Negli anni ’90 Antonio Grillo, detto Totò Mazzeo, mi disse che questo omicidio era stato commesso da Saverio Razionale e Gregorio Giofrè detto Nasone. Sempre Antonio Grillo – ha riferito ancora Arena – mi ha raccontato che Saverio Razionale era il mandante dell’omicidio di Antonio Grande detto “U magru”. Esecutore di questo omicidio era stato Vincenzo Lacquaniti, detto “Caramella”, padre del Lacquaniti imputato in Rinascita. A causa di questo omicidio si sono incrinati i rapporti tra Razionale e Filippo Fiarè, perché Antonio Grande era vicino a Fiarè e nonostante ciò tra Razionale e Fiarè non c’è stato mai uno scontro, semplicemente i rapporti si raffreddarono a seguito di questo fatto”.
Anche l’omicidio di Antonio Grande risulta allo stato impunito.
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