Vibo Marina, palazzo Cantafio tornerà al suo antico splendore
Costruito nel 1936 divenne anche sede della prima agenzia marittima operante nel Porto. Non venne risparmiato dagli intensi bombardamenti durante la seconda guerra mondiale
Palazzo Cantafio con le sue importanti dimensioni e la sua originale architettura, che richiama vagamente lo stile liberty, è situato al vertice di un triangolo che ha come lati il Corso e il lungomare. L’edificio domina il Porto e appare immancabilmente in tutte le cartoline, sia attuali che d’epoca, della cittadina costiera. Insieme al Faro verde, ha quasi un valore simbolico per quanti si sentono legati alle proprie radici e rappresenta la struttura di maggior pregio, sia dal punto di vista storico che architettonico, di Vibo Marina. Una storia che s’intreccia con quella del Porto. [Continua in basso]
Giuseppe Emanuele Cantafio era un capitano marittimo e comandava navi della società Scerni di Genova. Nei primissimi anni del secolo scorso, la compagnia Scerni, che contava vapori di linea, decise di fare scalo a Porto Santa Venere ( oggi Vibo Marina) e chiese al capitano Cantafio, che era di Pizzo, di aprire un’agenzia marittima che potesse dare assistenza alle navi. Fu così che Giuseppe Emanuele e la sua famiglia decisero di trasferirsi da Pizzo a Porto Santa Venere e iniziarono a costruire un edificio che potesse venire adibito ad abitazione e uffici. Era la cosiddetta “Barracca”, con struttura in calcestruzzo e pareti esterne in legno, che fu la prima sede dell’agenzia marittima “Giuseppe Emanuele Cantafio & Figli”. Nel 1936/37 i fratelli Cantafio (Vincenzo, Gregorio e Giuseppe Emanuele II), di comune accordo, decisero di costruire un palazzo, che venne edificato sul terreno sul quale insisteva l’originaria “barracca”. Successivamente, nel 1938, affittarono la Tonnara con tutti i manufatti e vi costruirono la Loggia, che aveva la funzione di deposito dei tonni e di ricovero delle barche in inverno. Sulla terrazza del palazzo, da poco costruito, era piantata una lunghissima asta sulla quale veniva issata la bandiera italiana ogni volta che la Tonnara faceva un ingente pescato.
Il progetto del nuovo edificio venne affidato all’ingegnere Alberigo Mazzella, consorte di Raffaella Cantafio, il quale realizzò un’opera a prova sismica. Si pensi che il palazzo subì, durante la seconda guerra mondiale, bombardamenti sia aerei che navali. Nel marzo 1943 uno spezzone cadde sul terrazzo incrinando soltanto il soffitto del sottostante salotto di casa, mentre da lì a poco una cannonata sparata da una nave avrebbe provocato un grande foro nella parete colpita. Guardando dentro, si vedeva un groviglio di ferro del cemento armato, certamente c’era più ferro che cemento, quasi un bunker. Nel settembre 1943, dopo lo sbarco alleato a Vibo Marina, il palazzo venne requisito dall’amministrazione militare inglese che vi impiantò il quartier generale del “Beach Group”, una struttura che aveva il compito di coordinare le operazioni militari nel corso dell’avanzata anglo-americana verso Salerno. La famiglia Cantafio,come tante altre, era nel frattempo sfollata verso la montagna. I militari avevano eseguito, all’interno di alcune stanze, dei disegni di navi da guerra sui muri che, al loro ritorno, i Cantafio decisero di lasciare come ricordo di quel periodo.
Attualmente molti chiamano ancora il palazzo Cantafio con il nome di “Hotel Miramare”. Negli anni 1960/70 divenne infatti una struttura alberghiera, gestita dalla famiglia Barone. Poi, dopo la chiusura dell’albergo, il lento declino, dovuto al mancato utilizzo ed all’azione del tempo. Infine l’avvio, atteso da lungo tempo e auspicato da più parti, dei lavori di ristrutturazione ad opera di imprenditori locali, grazie ai quali Palazzo Cantafio potrà tornare all’antico splendore, conferendo al bel lungomare di Vibo Marina, o per meglio dire al lungoporto, un aspetto sicuramente più decoroso e più decisamente attrattivo.
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