Estorsioni e usura nel Vibonese: la Dda chiede quattro rinvii a giudizio
L'inchiesta dei carabinieri è coordinata dal procuratore Nicola Gratteri e dai pm Corrado Cubellotti e Antonio De Bernardo. Il medico in pensione Elio Ventrice lascia i domiciliari in accoglimento di un’istanza della difesa
Richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo e Corrado Cubellotti nei confronti di quattro indagati al centro di un’operazione antimafia scattata nel maggio dello scorso anno. In particolare, la Procura distrettuale antimafia diretta dal procuratore Nicola Gratteri ha chiesto il rinvio a giudizio per: i fratelli Antonio e Pasquale La Rosa, rispettivamente di 61 e 58 anni – indicati quali esponenti di spicco dell’omonimo clan di Tropea –, il commercialista di Filadelfia Domenico Fraone, 51 anni, residente a Parghelia, e per Elio Ventrice, 73 anni, medico in pensione di Tropea. [Continua in basso]
Le accuse
Usura aggravata è la prima accusa mossa a Domenico Fraone che, a fronte della concessione di un prestito di 200mila euro, si sarebbe fatto promettere da Antonio Mondella (imprenditore edile in stato di difficoltà) interessi mensili tra il 6 e il 7% e, in caso di mancata restituzione della somma ricevuta in prestito (200mila euro) nel termine pattuito di un anno, anche il titolo di proprietà definitivo, e libero da ipoteche, sull’immobile denominato “Casa di Ulisse”, sito a Tropea in vicolo Ripa S. Francesco, del valore catastale di 2.500.000,00 euro gravato da due ipoteche per un valore complessivo di 960mila euro. La contestazione è datata 3 novembre 2012.
Estorsione aggravata dal metodo mafioso è la seconda contestazione mossa a Domenico Fraone, questa volta in concorso con il boss di Tropea Antonio La Rosa (alias “Ciondolino”) e il medico in pensione Elio Ventrice. I tre avrebbero rivolto minacce ad Antonio Mondella facendogli rinvenire sul pianerottolo del portone di ingresso della “Casa di Ulisse” una bottiglietta contenente del liquido infiammabile. I tre sono poi accusati di aver in concorso fra loro compiuto danneggiamenti al complesso immobiliare denominato “Borgo Fiorito” realizzato da una società facente capo ad Antonio Mondella. Elio Ventrice è quindi accusato di aver fatto da mediatore per far pervenire ad Antonio Mondella messaggi minatori provenienti da Antonio La Rosa e Pasquale La Rosa al fine di consentire l’acquisto della “Casa di Ulisse” da parte di Domenico Fraone e facendo rinunciare il figlio di Mondella dall’acquistare all’asta l’immobile che veniva invece acquisito da Fraone. Le condotte contestate coprono un arco temporale che va dal 2013 al dicembre del 2019. [Continua in basso]
Usura aggravata dal metodo mafioso è invece l’accusa mossa nei confronti di Pasquale La Rosa che, a fronte di un prestito di 80mila euro si faceva promettere da Antonio Mondella interessi usurari. La contestazione copre l’arco temporale del 2010. Infine, Pasquale La Rosa ed Elio Ventrice sono accusati del reato di estorsione aggravata dalle modalità mafiose avendo rappresentato ad Antonio Mondella di essere in imminente pericolo di vita se non avesse saldato il debito contratto con Pasquale La Rosa. In particolare sarebbe stata prospettata a Mondella un’aggressione fisica da parte dei fratelli Antonio e Pasquale La Rosa. Tali contestazioni coprono un arco temporale che va dal 2013 al dicembre 2019.
La genesi dell’inchiesta
L’inchiesta si basa su una serie di riscontri a corredo delle dichiarazioni della parte offesa rilasciate inizialmente ai carabinieri della Stazione di Zungri nel maggio 2018, oltre che di una serie di intercettazioni. Antonio La Rosa (nei cui confronti l’ordinanza era stata annullata dal Riesame) è attualmente imputato anche nel maxiprocesso Rinascita Scott. Insieme a Pasquale La Rosa (detenuto invece nel carcere di Lecce) è difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio. Domenico Fraone è invece difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Mario Bagnato. Elio Ventrice è assistito dall’avvocato Carmine Pandullo.
Ventrice lascia i domiciliari
Il gup di Catanzaro, Arianna Roccia, ha intanto sostituito la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Elio Ventrice con quella dell’obbligo di dimora, in ragione dell’affievolimento delle esigenze cautelari e in accoglimento di un’istanza difensiva presentata dall’avvocato Carmine Pandullo. L’udienza preliminare per i quattro imputati è stata fissata per il 7 aprile dinanzi al gup distrettuale Antonio Battaglia.
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