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A Pannaconi lacrime e commozione per l’arrivo della prima statua del beato Mottola – Foto

Un intenso momento di fede a cui ha preso parte anche il vescovo Attilio Nostro: «L’arte testimonia la bellezza di Dio». La soddisfazione del parroco don Felice: «Ha vissuto nella nostra terra sperimentando le stesse difficoltà che ogni giorno viviamo, per questo sentiamo la sua figura così vicina»

A Pannaconi lacrime e commozione per l’arrivo della prima statua del beato Mottola – Foto
La celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Nostro

«La comunità di Pannaconi ha vissuto un momento di grazia: l’arrivo della nuova e prima statua del beato Francesco Mottola. È stata accolta con grande gioia ed entusiasmo e non sono mancate le lacrime di commozione». Commenta così don Felice Palamara l’inaugurazione della sacra effige avvenuta nella chiesa parrocchiale di San Nicola alla presenza del vescovo Attilio Nostro, di diversi parroci della Diocesi, del sindaco di Cessaniti Francesco Mazzeo, dell’assessore Nicola Pugliese e dei fedeli provenienti anche dai paesi vicini tra cui Piana Pugliese, Favelloni e, ovviamente, Cessaniti. Una cerimonia molto partecipata, animata dal coro parrocchiale diretto dal maestro Francesco Cascasi. Un legame, quello con il prete “degli ultimi”, molto sentito dalla comunità che in questi anni ha ospitato diverse iniziative ispirate alla figura del Beato: «Ancora prima dell’arrivo della statua – spiega don Felice – era già amato, conosciuto e invocato. È entrato nel cuore dei pannaconesi e molti hanno trovato in lui conforto e grazie». [Continua in basso]

La benedizione della nuova statua

A presenziare la celebrazione eucaristica è stato monsignor Nostro: «La sua parola – aggiunge il parroco di Pannaconi – ci ha incoraggiati a seguire questo nuovo beato che fu luce per il prossimo attraverso il suo esempio, il suo amore tangibile verso Dio e gli ultimi». Ad arricchire il momento di fede, l’adesione dei sacerdoti: don Sergio Meligrana, don Nicola Berardi, don Giuseppe Florio, don Giuseppe Vitaliano, don Francesco Sicari, padre Giuseppe Giordano, don Antonio Mazzeo, don Andrea Campennì, don Ivan Sorrentino, padre Luigi Scordamaglia, don Danilo D’Alessandro, don Giuseppe Lo Presti, don Francesco Pontoriero, don Roberto Carnovale, don Giuseppe Pititto, don Antonio Pagnotta, don Giuseppe Vallone e don Giuseppe Pileci.

La celebrazione è stata particolarmente sentita, solenne e composta «grazie ai ministrati, alla liturgia allietata dal coro polifonico San Nicola Vescovo, un coro parrocchiale che in questi anni ha spiccato il volo con la presenza del maestro Francesco Cascasi». E poi la presenza della Confraternita con in testa il priore Giacomino Grillo che, «insieme alla parrocchia, lavora con l’obiettivo di apportare beneficio alla comunità». Infine gli ospiti della casa della carità che oggi accoglie tre persone e le oblate, figlie spirituali del beato Mottola.

Lo scultore Colloca e il vescovo Nostro

Parole di stima sono state espresse nei riguardi del realizzatore dell’opera, Pietro Colloca, presente insieme alla famiglia. Il vescovo Nostro non ha mancato di ricordare quanto l’arte testimoni la bellezza di Dio. La statua, realizzata in resina e alta circa un metro e ottanta centimetri e raffigura il beato Mottola con ai piedi due bambini. In mano tiene una croce adornata del Sacro cuore. L’opera è stata dipinta dal parroco di Potenzoni, padre Luigi Scordamaglia. «Il beato Francesco Mottola è un faro di luce dove il suo esempio, la sua carità ci spronino a camminare secondo il Vangelo aiutandoci a guardare i poveri, gli scartati. È il santo della porta accanto così come lo definisce papa Francesco. Ha vissuto nella nostra terra, ha sperimentato le stesse difficoltà che ogni giorno affrontiamo anche noi, per questo la sua figura ci è così familiare e vicina», ha concluso don Felice.

Il vescovo Nostro e la confraternita di Pannaconi

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Poesia, arte e fede: Pannaconi omaggia la figura del beato don Mottola

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