Vibo non è una città per giovani. L’amara riflessione del presidente dell’ associazione Valentia
Dalla mancanza di strutture, politiche ad hoc, fino ai disservizi. Anthony Lo Bianco il quale è anche consigliere comunale, fa una disamina generale sullo stato in cui versa la città capoluogo di provincia e della difficoltà delle nuove generazioni a vivere il territorio
“Come giovane che ama il territorio, sono preoccupato per il suo futuro e quello della sua gente e, pertanto, credo che sia necessario un intervento concreto per affrontare questi problemi”. A parlare è Anthony Lo Bianco, presidente di “Valentia”, sodalizio che ormai da anni è impegnato su vari fronti – sociale, cultura, solidarietà – e che nel corso del tempo ha ramificato la sua presenza valicando i confini provinciali. Il comune denominatore è dare spazio ai giovani, molti dei quali hanno deciso di entrare a far parte dell’associazione che dirige. Purtroppo, però, questa è una terra che non dà occasioni ai ragazzi, che li vede andar via, valigia in mano e speranze nel cuore. Invertire la tendenza non è facile anche perché mancano strutture, politiche ad hoc, iniziative. E Vibo Valentia non fa certo differenza. [Continua in basso]
“La città di Vibo – osserva Lo Bianco – sta affrontando diverse problematiche sociali che minano il benessere dei suoi cittadini, in particolare dei giovani. In primis quello della disoccupazione. Secondo i dati Istat, la Calabria è la regione con il tasso di disoccupazione più alto in Italia, con una percentuale del 21,5%. Inoltre, il tasso di disoccupazione giovanile in Calabria è del 55,3%. Questa situazione crea una realtà di precarietà economica e sociale. È vero che il territorio vibonese – secondo la recentissima graduatoria del Sole24Ore sulla Qualità della vita – è risultato essere al primo posto in Italia per imprenditoria giovanile, ma non può bastare. Perché non tutti hanno la possibilità di intraprendere questo percorso. Ed è alle fasce più deboli che mi riferisco, famiglie che non hanno la possibilità di far proseguire gli studi ai propri figli e, se non riesce a trovare un impiego chi ha un’istruzione adeguata, figuriamoci se può farlo chi non ha conseguito un titolo di studio. Il risultato, inevitabile, è un accentuarsi del trend, che è costante dal 1990, della diminuzione della popolazione”.
L’Associazione Valentia sta cercando nel suo piccolo di fare qualcosa. L’organizzazione no-profit che ha come obiettivo quello di promuovere lo sviluppo sociale e culturale dei giovani vuole infatti “creare le opportunità giuste per far sì che i giovani possano rimanere nella nostra regione e contribuire alla crescita economica e sociale. Per contrastare la disoccupazione – prosegue Anthony Lo Bianco – una soluzione potrebbe essere quella di incentivare l’imprenditorialità e la creazione di start-up e incubatrici d’impresa che offrano supporto finanziario e tecnico alle giovani imprese e creare un ecosistema innovativo per le imprese di nuova creazione. Inoltre sarebbe importante investire nell’agricoltura di qualità e nel turismo sostenibile, per creare nuove opportunità di lavoro e promuovere lo sviluppo del territorio”. Oltre a questo, il presidente del sodalizio pone l’attenzione sulla necessità di sfruttare, per attrarre talenti nella nostra regione, il cosiddetto “southworking”: “I giovani professionisti, grazie al lavoro da remoto – spiega al riguardo – possono ora scegliere di vivere ovunque vogliano e continuare a lavorare in remoto. Non possiamo più permetterci di basare la nostra economia su attività stagionali e di sottoutilizzare le risorse del territorio. Occorre anche puntare su un’economia digitale e su nuove forme di lavoro, che permettano di attrarre investimenti e creare occupazione stabile. In questo senso, la formazione è fondamentale. Occorre investire nelle competenze e nella qualificazione dei giovani, offrendo loro opportunità di studio e di formazione professionale all’altezza delle sfide del futuro. Solo così potremo avere una forza lavoro altamente specializzata e in grado di competere con i mercati globali”.
Ma non solo lavoro: città come Vibo Valentia hanno un grande potenziale anche dal punto di vista turistico, d’altronde, la loro posizione geografica privilegiata, tra mare e montagna, offre numerose opportunità per il turismo balneare, culturale e naturalistico, uno sviluppo turistico integrato, che valorizzi le bellezze del territorio e che crei nuove opportunità di occupazione e di crescita economica, ma tutto questo deve essere incentivato: “È essenziale migliorare le infrastrutture di trasporto e le connessioni digitali con la creazione di una rete di trasporto pubblico efficiente che potrebbe facilitare gli spostamenti dei lavoratori e degli studenti – ha osservato Lo Bianco che è anche consigliere al Comune di Vibo – riducendo così l’isolamento delle comunità rurali. Basti pensare alla totale inefficienza del servizio di trasporto pubblico nella città capoluogo, dove i cittadini non hanno contezza degli orari e delle corse. Inoltre, sarebbe necessario investire nell’infrastruttura digitale per migliorare l’accesso a internet ad alta velocità, fondamentale per la crescita dell’economia digitale e l’innovazione tecnologica”.
Quindi la chiosa del presidente di Valentia: “Vibo Valentia e il Sud Italia hanno molte sfide da affrontare, ma ci sono anche molte opportunità per il loro sviluppo. Sarebbe necessario un approccio strategico e integrato per affrontare i problemi e sfruttare le opportunità, creando un ecosistema di innovazione e sviluppo sostenibile. Soltanto così si potrà garantire un futuro prospero e di successo per il territorio e per i giovani che lo abitano. Ma tutto questo deve essere fatto con il coinvolgimento della comunità. Occorre il contributo di tutti per costruire un futuro migliore per la nostra città e per il Meridione. Solo così potremo avere una città più inclusiva, solidale e attenta alle esigenze dei suoi abitanti”.
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