domenica,Dicembre 1 2024

Quaresima, il vescovo: «Periodo di grazia in tempi di guerra e tormenti»

Monsignor Nostro nel messaggio rivolto ai fedeli si sofferma anche sui giovani: «Sono la speranza del domani per il mondo e per la Chiesa: ascoltiamoli!»

Quaresima, il vescovo: «Periodo di grazia in tempi di guerra e tormenti»
La Cattedrale di Mileto e monsignor Attilio Nostro

Il vescovo Attilio Nostro

Oggi, nel giorno delle “Ceneri”, per la Chiesa inizia nel concreto il periodo quaresimale in vista della Pasqua. Al riguardo, giunge il messaggio del vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro, rivolto ai «cari fratelli e sorelle della diocesi». Nella lettera, intitolata “Da Babele alla Pentecoste”, il presule si sofferma su questo periodo di grazia che cade «in un tempo non facile per il mondo che piange le tante, troppe vittime delle guerre che imperversano in ogni parte del globo. Questi – sottolinea – sono indubbiamente segni dei tempi che faremmo bene a discernere, per evitare che simili stragi abbiano a continuare o a ripetersi ancora. Papa Francesco richiama e invoca continuamente il dono della pace e del dialogo ma la sua voce purtroppo resta inascoltata in un panorama internazionale che, sordo a questi appelli, continua a soffiare sul fuoco della violenza». A questo punto il vescovo si chiede perché la guerra è ritenuta dai potenti più necessaria del dialogo e perché non riusciamo più a comunicare? E, ancora, cosa ci sfugge? «L’episodio biblico di Babele narrato nel libro della Genesi – spiega – ci parla di un popolo desideroso di “farsi un nome”, cioè di essere considerato come “qualcuno”. Questo non è un male in sé, ma lo diventa nel momento in cui ciò accade a spese di qualcun altro, che viene escluso o ucciso. La dinamica presente nell’episodio di Babele ci parla della tentazione che spesso si affaccia nel cuore di ogni uomo: tentare di spingersi verso il cielo per farsi un nome e sostituirsi a Dio, per delirio di onnipotenza, invidia e bramosia. Nel mistero della Pentecoste, invece – aggiunge – è Dio stesso, è il Dio che non ha bisogno di farsi un nome, è la terza persona della Trinità che scende con umiltà e amore verso l’uomo, per condividere generosamente con lui la sua ricchezza. Quale sia il suo scopo, appare subito chiaro: aiutare l’uomo a diventare davvero come Dio!»

A seguire monsignor Nostro ricorda l’emozione ancora viva per l’assemblea sinodale svoltasi il 29 gennaio a Mileto, «in una Cattedrale stracolma di fedeli», e l’entusiasmo dei presenti «nell’intraprendere l’itinerario del Sinodo universale indetto da Papa Francesco. Che bel segno pentecostale di Chiesa in cammino! In quella assemblea, come in ogni assemblea eucaristica che celebra il mistero del Cristo che per Amore si fa Parola e Pane – sottolinea – Dio dice ancora una volta di più “Io Sono”! Dio si rende presente per dimorare presso di noi, nelle nostre case, nella nostra famiglia, nella nostra vita! Accogliamolo allora con questo stesso entusiasmo e condividiamo coi nostri fratelli non lo stile di Babele, ma quello della Pentecoste! Facciamo nostra questa occasione provvidenziale che il Sinodo ci offre: viviamolo in pienezza, lasciandoci accompagnare dalla preghiera e dalla condivisione della Parola che edificano la Chiesa e la società umana, che per essere umanizzate hanno bisogno di sane relazioni tra noi e che per essere divinizzate hanno necessità di relazione vera con Dio!» Nel messaggio,  una «preghiera del tutto speciale» viene poi rivolta ai fratelli e sorelle nella fede. «Spero con tutto il cuore – afferma il vescovo – che ogni comunità cristiana della nostra Diocesi riesca a cogliere questa occasione del Sinodo universale per attivare gruppi sinodali di ascolto sul territorio dedicati ai giovani. Sono i nostri figli, sono il nostro futuro, sono la speranza del domani per il mondo e per la Chisa: ascoltiamoli! Offriamo ai nostri giovani un tempo e un luogo per entrare in contatto con il loro modo di vedere e di sentire, con la loro sensibilità e la loro forza, con le loro paure e le loro incertezze! Non lasciamo che arrivino a pensare: “non interessa a nessuno la nostra vita!”. Chiamiamoli, cerchiamoli, andiamo loro incontro nelle strade e nelle piazze!».

Infine si ricorda che ciò che San Pietro Crisologo indica come strada privilegiata, «per porre i nostri passi sulle stesse impronte di Dio», sono la preghiera, il digiuno e la misericordia, tre elementi «che sono una cosa sola e che ricevono vita l’una dall’altra. In questo tempo di guerra e tormenti – conclude monsignor Nostro – la pace di Dio dimori nei vostri cuori e nei cuori di ogni uomo di buona volontà. La nostra terra, povera di valori di fraternità universale, ha bisogno della luce del Vangelo di Cristo, che è annuncio e preparazione alla Pentecoste».

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