Ospedale di Serra, il “Comitato San Bruno” contro Barillari e Giuliano
Il punto dove verrà allocata la Casa di comunità è tra i motivi che vedono gli esponenti dell'organizzazione a tutela del nosocomio puntare il dito contro il sindaco e il commissario
“Dopo oltre quattro mesi di impegno incessante per la soluzione della problematica relativa all’allocazione della Casa di comunità fuori dal presidio ospedaliero, è di questa mattina l’ennesimo tentativo di presa per i fondelli da parte della “strana coppia” costituita dal sindaco di Serra San Bruno, Alfredo Barillari, e dal commissario dell’Asp di Vibo Valentia, Giuseppe Giuliano, che oseremmo definire il gatto e la volpe di pinocchietta memoria; infatti, pare che l’unica soluzione trovata sia quella di allocare la Casa della comunità al piano seminterrato con l’impegno di realizzare nuovi locali dove destinare l’obitorio”. Così gli esponenti del “Comitato San Bruno” in relazione al primo cittadino di Serra e al commissario dell’azienda sanitaria circa la questione che ruota attorno alla Casa di comunità. [Continua in basso]
“Strana coppia perchè in pubblico si mostrano divisi, ma nelle segrete
stanze colpiscono uniti con il solo scopo di modellare a propria immagine
e somiglianza la medicina territoriale a discapito di quel poco di sanità
ospedaliera che rimane a disposizione della zona montana del comprensorio delle Serre. – ha proseguito il comitato – Della necessità di allocare la Casa di comunità fuori dall’ospedale, non per partito preso, ma perchè tale scelta pregiudicherebbe irrimediabilmente la realizzazione di quanto previsto nel vigente piano di riorganizzazione della rete ospedaliera della regione Calabria e dalle norme nazionali per l’ospedale “San Bruno” (ospedale di zona disagiata), è da parecchio tempo che si discute e il Comitato ha cercato e sta cercando di fare aprire gli occhi alla “strana coppia”, ma non c’è stato nulla da fare. Infatti, quando è stata definita l’allocazione della casa di comunità all’interno del nostro nosocomio, il sindaco Barillari, ignorando totalmente sia la rete ospedaliera vigente e quanto in essa previsto per l’ospedale di Serra San Bruno e sia il Piano della medicina territoriale, si è subito dichiarato soddisfatto perchè si sarebbe trattato semplicemente di pitturare quattro stanze e di occupare degli spazi vuoti; tanto viene sottolineato per far capire a chi è oggi affidato il compito di difendere la sanità di Serra San Bruno e dell’intero comprensorio, si parla di un progetto che prevede una spesa di circa un milione e quattrocento mila euro, ma per lui si pitturavano solo quattro stanze”.
“Nonostante la Regione Calabria, nell’incontro dello scorso 16 dicembre, ha rassicurato che quanto previsto dal vigente Piano della rete ospedaliera per l’ospedale di Serra San Bruno (ospedale di zona disagiata) non solo verrà riconfermato integralmente, ma sarà ampliato per sfruttare al meglio le sale operatorie in esso esistenti, – ha aggiunto il comitato – la “strana coppia” (Barillari – Giuliano) non si è fatta minimamente scalfire ed ha continuato imperterrita nel suo progetto misterioso o meglio con i suoi desiderata, infatti il secondo si è inventato un atto aziendale che, se dovesse essere approvato, alla lunga smantellerebbe irrimediabilmente e in via definitiva la rete ospedaliera del nostro nosocomio (ospedale di zona disagiata) a tutto vantaggio della medicina territoriale; a un certo punto verrebbe da chiedersi il perchè di tutto ciò, ma il comitato vola alto e non dà peso alle malelingue. Alla luce di quanto sopra evidenziato il comitato lancia un ultimo invito alla “strana coppia” affinchè, ciascuno per quanto di sua competenza, provveda: a rimodulare l’atto aziendale adeguandolo a quanto previsto dal vigente piano di riorganizzazione della rete ospedaliera per l’ospedale di Serra San Bruno (ospedale di zona disagiata), e solo dopo aggiungere nuovi reparti di geriatria; ad allocare in via definitiva la casa di comunità fuori dall’ospedale di Serra San Bruno, visto che la soluzione data quasi per certa (forse solo nella sua mente) nel corso dell’ultimo consiglio comunale dal sindaco non è stata minimamente presa in considerazione”.
E ancora: “Per la risoluzione di tale secondo punto, ci sono solo due strade: o si valutano la disponibilità e le proposte dei sindaci del comprensorio, oppure il sindaco di Serra San Bruno si legge bene il contratto di locazione dello stabile dove attualmente è allocata la sede del distretto socio sanitario così si rende conto che oggetto di tale contratto sono l’intero piano primo del medesimo e una sola ala del piano terreno; se fa ciò si rende conto che il comune, qualora si rendesse disponibile a concedere all’Asp in comodato d’uso a titolo gratuito le due ale del piano terreno del cennato stabile al fine di consentire alla medesima di
allocarvi la Casa di comunità, il canone di locazione si ridurrebbe di un
terzo, quindi il comune dovrebbe rinunciare, fino alla scadenza del
contratto, solo a meno di centomila euro e non a oltre quattrocentomila euro come annunciato nel corso dell’ultimo Consiglio comunale. Ci sembra doveroso sottolineare che per la soluzione dei problemi bisogna usare la diligenza del buon padre di famiglia e, quindi, appare cosa buona e giusta che il Comune, per garantire ai cittadini di Serra San Bruno e dell’intero comprensorio la possibilità di avere una medicina ospedaliera ed una medicina territoriale funzionanti, non si può impiccare per il mancato introito di circa ventimila euro all’anno quando un ente
migliora i locali stessi realizzando un progetto investendo circa un milione e quattrocentomila euro. Questo è l’appello che, ancora una volta, il comitato fa al sindaco di Serra San Bruno e al commissario dell’Asp per la soluzione della problematica della casa di comunità. Qualora tale appello dovesse rimanere senza risposta il comitato valuterà tutte le iniziative da porre in essere sia nelle sedi opportune e sia a livello di protesta”.
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