Operazione Olimpo, Morra: «Prefettura di Vibo mandi subito accesso agli atti al Comune di Tropea»
Il presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia oltre a soffermarsi sui due funzionari prefettizi arrestati, evidenzia che congiunti di un assessore e di un dirigente comunale sono finiti in carcere. Da sette mesi richiesto invano l'invio di una Commissione di accesso per accertare eventuali infiltrazioni mafiose
“L’operazione di oggi, sviluppatosi in 12 province d’Italia e in particolare in quella Vibonese, – 78 soggetti indagati e 56 interessati da misure cautelari – dimostra quanto la ‘ndrangheta del Vibonese sia diventata pericolosa quanto Cosa Nostra e anche di più”. Così il presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, in relazione all’importante operazione antimafia, scattata stamani, della Dda di Catanzaro denominata “Olimpo”.[Continua in basso]
“L’ammontare complessivo del valore economico dei beni sequestrati nell’operazione odierna, è di 250 milioni di euro, – ha proseguito Morra nel tracciare i punti dell’inchiesta della Dda – e inoltre di particolare interesse risulta il coinvolgimento nell’operazione antimafia di due funzionari della Prefettura di Vibo Valentia dove, in particolare, uno risulterebbe essere il segretario del prefetto Roberta Lulli; nello specifico – prosegue il presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia – i due avrebbero violato il segreto d’ufficio fornendo nel 2017 – quando la dottoressa Lulli non era a capo della Prefettura di Vibo Valentia – informazioni relative all’istruttoria di un’interdittiva antimafia ad un soggetto direttamente interessato, intervenendo, così, nel mondo dell’accoglienza dei richiedenti asilo”. I funzionari della Prefettura di Vibo Valentia ai quali fa riferimento Nicola Morra, finiti quest’oggi ai domiciliari, sono Rocco Gramuglia, 54 anni, di Barritteri (frazione di Seminara) – segretario del prefetto di Vibo – e Michele Larobina, 65 anni, di Arena. Entrambi, da quanto emerge dagli atti dell’inchiesta, sono accusati di rivelazione di segreti d’ufficio (relativa all’istruttoria di un’informativa interdittiva antimafia) in favore dell’imprenditore Costantino Trimboli (indagato a piede libero).Secondo l’accusa, Costantino Trimboli, in qualità di titolare di fatto della società F94 Srl – società deputata alla gestione di strutture turistiche adibite al servizio di accoglienza migranti per il tramite dell’associazione “Monteleone Protezione Civile”, accreditata presso la Prefettura di Vibo Valentia – provvedeva anche a tutti i servizi di alloggio per gli extracomunitari, in violazione del divieto di cessione totale o parziale di subappalto. “L’attività di indagine espletata rende evidente – ha rimarcato il gip – la sussistenza dell’ipotizzato delitto di rivelazione di segreti d’ufficio: l’attività intercettiva ed i riscontri documentali hanno consentito di scandire le varie fasi del delitto”.“Quasi tutti i villaggi turistici della provincia di Vibo – specifica Morra – sono stati riconvertiti, nei mesi invernali, in centri di accoglienza per i richiedenti asilo e – dichiara – quando ciò avviene è perché in Prefettura c’è qualcuno che dà l’autorizzazione e, guarda caso, dietro queste strutture c’era quasi sempre la criminalità organizzata Vibonese, in particolar modo la famiglia Mancuso, Barba, Accorinti, La Rosa…insomma – chiosa Morra – come dice Nicola Gratteri: ‘ndrangheta di seria A”. [Continua in basso]
“Altra cosa abbastanza rilevante – aggiunge l’ex parlamentare – riguarda il Porto del Comune di Tropea, oggetto di interessi criminali particolarmente significativi. E proprio su Tropea, il sottoscritto ha chiesto pubblicamente che la Prefettura di Vibo Valentia si attivasse per inviare quantomeno la commissione di accesso agli atti per verificare se tutto fosse regolare. A sette mesi dalla mia richiesta all’Utg di Vibo, nulla è successo, nonostante parecchi dei soggetti coinvolti nell’operazione odierna denominata “Olimpo” sono di Tropea, fra l’altro c’è l’ex marito di un assessore ai servizi cimiteriali e il papà del dirigente dell’ufficio tecnico comunale”. Il riferimento di Nicola Morra è all’arrestato Gaetano Muscia, già coniuge dell’attuale assessore comunale di Tropea, Erminia Graziano, e poi al geometra Pasquale Scordo, anche lui arrestato e padre di un dirigente del Comune di Tropea, Sisto Scordo. “Sarebbe cosa buona e giusta mandare una commissione d’accesso per verificare se il Comune – guidato dal sindaco Giovanni Macrì – sia stato amministrato nel rispetto delle leggi o in barba alle stesse.La ‘ndrangheta vibonese è molto capace di infiltrare le amministrazioni pubbliche e soprattutto la politica locale.E’ il caso – conclude Nicola Morra – si faccia un ulteriore approfondimento circa eventuali nessi tra criminalità organizzata e politici anche nazionali”.
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