Rinascita Scott, Mantella: «Peppe Mancuso voleva morti Razionale e Accorinti, io dovevo uccidere Cirianni»
Le rivelazioni del collaboratore sulle strategie criminali del Vibonese che stavano per costare la vita anche ai bambini. Gli agguati a San Gregorio d’Ippona e Briatico, il ruolo di Roberto Soriano e di un piscopisano rifugiatosi a Livorno fra alleanze e tradimenti
Ha ripercorso anche fatti di sangue ed alleanze che hanno segnato dei momenti cruciali nella storia della ‘ndrangheta vibonese, il collaboratore di giustizia Andrea Mantella nel corso del suo esame dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro dinanzi alla quale si sta celebrando un troncone del maxiprocesso Rinascita Scott. In particolare, il collaboratore si è soffermato sul tentato omicidio di Saverio Razionale e Pino Fiorillo e sui retroscena di tale azione criminale.
E’ il 25 settembre 1995 quando il boss di San Gregorio d’Ippona Saverio Razionale viene ferito a colpi d’arma da fuoco in un suo cantiere di Briatico in compagnia di Giuseppe Fiorillo di Piscopio, padre di Michele Fiorillo, alias Zarrillo. Nella sparatoria anche Giuseppe (Pino) Fiorillo, è rimasto ferito. Il tentato omicidio di Saverio Razionale e Pino Fiorillo, secondo le risultanze investigative dell’operazione “Dinasty”, sarebbe stata opera del boss Giuseppe Mancuso di Limbadi (cl.’49), alias “Peppe ‘Mbroghija”, all’epoca latitante, il quale avrebbe incaricato del fatto di sangue Roberto Soriano di Filandari, poi a sua volta scomparso per lupara bianca. Mantella nel corso della deposizione ha quindi svelato diversi elementi in ordine a tale fatto di sangue. [Continua in basso]
“In prima battuta, Giuseppe Mancuso, detto ‘Mbrogghja, aveva chiesto a Saverio Razionale la testa di Peppone Accorinti di Zungri. Saverio Razionale ne parlò però proprio con Giuseppe Accorinti isolando lo stesso Peppe Mancuso – ha riferito Mantella – che si è così trovato senza più i suoi soldati, il suo gruppo di fuoco che era costituito anche da Raffaele Fiamingo di Rombiolo e dai fratelli Carmine e Ottavio Galati di Mileto. Saverio Razionale con Giuseppe Mancuso negli anni ’80 avevano un’amicizia fraterna e i Mancuso hanno aiutato i sangregoresi a vincere i vibonesi in quella guerra di ‘ndrangheta tra i Lo Bianco e Razionale-Fiarè. Successivamente, quando Peppe Mancuso ha chiesto a Saverio Razionale di portargli Peppone Accorinti, Razionale – ha svelato Mantella – ha letto e capito la strategia di Peppe Mancuso. Giuseppe Mancuso, detto Peppe ‘Mbroglia, ha una mente criminale peggiore di quella di Peppone Accorinti, nel senso che le persone le ammazzava per niente. Razionale Saverio mi disse che gli rispose di no, perché secondo lui ‘Mbroglia aspirava a fare piazza pulita uccidendo Lele Fiamingo e Peppone Accorinti, per cui il terzo sarebbe stato lui.
Dopo l’omicidio di Accorinti, Mancuso avrebbe infatti ucciso pure Razionale. Fiamingo, i Galati, Razionale e Accorinti si alleano e Peppe Mancuso resta solo e va a trovare così il più fessacchiotto, cioè Roberto Soriano di Filandari. E’ stato proprio Roberto Soriano insieme a Giuseppe Cirianni di Piscopio – ha aggiunto Mantella – ad andare a sparare contro Saverio Razionale a Briatico dove stava costruendo una villetta sulla scogliera. Roberto Soriano e Giuseppe Cirianni hanno avuto appoggio logistico da un parente di Italo Greco. Anche Italo Greco è stato ucciso dai sangregoresi”. Il riferimento di Andrea Mantella è a Italo Greco, pluripregiudicato per un triplice omicidio, ucciso a sua volta con un fucile a canne mozze il 10 marzo del 1989 a Briatico. Fatto di sangue, quest’ultimo, ad oggi rimasto impunito. “A sparare materialmente a Briatico contro Saverio Razionale, su mandato di Giuseppe Mancuso, detto Peppe ‘Mbrogghja, sono stati Peppe Cirianni, il lavagista di Piscopio, e Roberto Soriano il quale ha poi confessato tutto sotto tortura. Giuseppe Cirianni era un fedelissimo di Peppe Mancuso e faceva parte del vecchio locale di ‘ndrangheta dei Piscopisani, che nulla c’entra con quello recente, di nuovo, qui stiamo parlando degli anni fine ’70 anni ’80, quando il clan era composto da Francesco D’Angelo, Giamborino, dsi La Bella, dai Patania. Lo stesso Peppe Mancuso ha trascorso un periodo di latitanza anche a Piscopio nei pressi dell’abitazione di Piperno, detto ‘U Tanguni, che ha l’alias di Ruzzu ‘U Tanguni, un altro vecchio vertice del clan dei Piscopisani. Roberto Soriano era invece un capo ‘ndrangheta di Filandari, però scialbo di esperienza, non aveva nessuna strategia e praticamente Roberto Soriano è stato usato da Mancuso e ci è cascato”. [Continua in basso]
Soriano spara contro la casa di Razionale e sfiora una bimba
E’ a questo punto del racconto che Andrea Mantella svela altri particolari inediti. Sarebbe stato infatti proprio Roberto Soriano, su mandato di Giuseppe Mancuso, a sparare a metà anni ’90 a San Gregorio d’Ippona contro l’abitazione di Saverio Razionale. “Roberto Soriano è andato a sparare prima contro le finestre dell’abitazione di Saverio Razionale a Zammarò, a Mezzocasale, ad un chilometro e mezzo da San Gregorio d’Ippona. Gli avevano fatto il primo agguato a Saverio Razionale, aspettandolo sotto casa. Lo stesso Razionale mi diceva che era avvelenato, perché i colpi stavano prendendo i suoi figli, in particolare sua figlia e ce l’aveva a morte. Si erano rifugiati sotto i tavoli per evitare i colpi. Inizialmente non sapeva chi avesse sparato contro di lui, dubitava. In ogni caso Peppe Mancuso dopo quel mandato non andato a buon fine è stato un po’ isolato e quindi è chiaro che non aveva più disponibilità dei suoi vecchi bracci destri. Razionale addirittura sospettava pure dello stesso Rosario Fiarè, perché quando fanno questo gruppo autonomo, Razionale, Fiamingo, Galati e Accorinti, i Fiarè gli girano le spalle a Saverio Razionale, perché credevano di essere più intelligenti di Razionale, ma invece Razionale è uno stratega”.
Il secondo tentato omicidio è invece avvenuto a Briatico “ad opera dello stesso Roberto Soriano e di Giuseppe Cirianni e qui Razionale rimane ferito insieme a Giuseppe Fiorillo di Piscopio, il papà di Michele Fiorillo detto Zarrillo. I due si trovavano nel cantiere della villa che vi stava costruendo il Razionale a Briatico, a nome della sorella e del cognato, che vivono a Milano. Siamo nella metà degli anni ’90 e io – ha ricordato Mantella – mi trovavo in carcere perché stavo scontando l’omicidio di Ferdinando Manco, ero già detenuto per un omicidio che ho commesso insieme a Scrugli inizi anni ’90 a Vibo Valentia. Io apprendo in carcere che Saverio Razionale era stato ferito e sanguinante si è rifugiato in un vicino campeggio. Pino Fiorillo è rimasto invece gravemente ferito”.
Giuseppe Cirianni doveva essere ucciso da Mantella
Se Roberto Soriano è in seguito caduto in un’imboscata e – stando all’accusa mossa in Rinascita Scott – sarebbe stato ucciso e fatto sparire da Giuseppe Accorinti e Saverio Razionale, Giuseppe Cirianni doveva invece essere ucciso da Andrea Mantella su mandato di Saverio Razionale. “Cirianni dopo che fu arrestato Peppe Mancuso è scappato a Livorno, in Toscana, si è stabilito lì e si è allontanato dal Vibonese. Praticamente il Razionale a me ha chiesto – ha svelato Mantella – la cortesia se potevo abbattere il Cirianni, che sapeva già dove stabilmente viveva e io gli dissi: “Non c’è nessun problema, io te lo vado ad abbattere subito”, poi però non se ne fece niente. Siamo nel 2002, inizio 2003 quando già ero in semilibertà per l’omicidio di Ferdinando Manco. Quando io uscì dal carcere, Razionale mi venne a trovare a casa di mia mamma e per aiutarmi economicamente mi regalò 10 milioni di lire”.
L’agguato contro Cirianni due anni prima del ferimento di Razionale
“So che Giuseppe Cirianni è stato invece precedentemente sparato a Piscopio – ha spiegato Mantella nei verbali – ed è stata ferita la figlia ed a sparare sono stati i fratelli Patania di Piscopio per fare un favore a Gregorio Gasparro”.
Nel racconto di Andrea Mantella trova così spazio l’agguato avvenuto la sera del 20 febbraio 1993 quando ignoti killer entrarono in azione a Piscopio ferendo gravemente a colpi di lupara in testa una bimba di appena un anno. Il collaboratore non ha indicato, nel corso della sua deposizione, l’anno del tentato omicidio, cosa che ha invece fatto nel verbale con le dichiarazioni rilasciate agli investigatori ed ai pm della Dda di Catanzaro.
Obiettivo primario dell’agguato ricordato da Mantella, proprio Giuseppe Cirianni, all’epoca gommista e lavaggista, noto a carabinieri e polizia per un duplice omicidio. Per eliminarlo, i killer non si sono fatti scrupoli, sparando almeno dieci colpi di fucile contro la vittima designata ed i familiari innocenti. Rimasero feriti la moglie di Giuseppe Cirianni, la figlia di sette anni e l’altra figlia di appena un anno che si era addormentata in braccio alla madre. Ad operarla furono i medici del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale “Pugliese” di Catanzaro (dove era giunta dopo un primo ricovero all’ospedale di Vibo), con un delicatissimo e disperato intervento durato diverse ore. Un pallettone aveva infatti forato la testa della piccola, con effetti devastanti. Giuseppe Cirianni aveva lasciato l’abitazione di alcuni parenti intorno alle ore 22 del 20 febbraio 1993 per dirigersi a bordo di un’Audi 80 verso la propria abitazione, quando dinanzi al cancello di casa ad attenderlo vi erano almeno due sicari. Rimase ferito ad un braccio ed alla mandibola.
“Sempre all’interno degli ambienti criminali di cui facevo parte, nonché dagli stessi Piscopisani – ha fatto mettere a verbale il collaboratore di giustizia Mantella –, ho appreso anche chi aveva sparato a Peppe Cirianni tra la fine del 1992 e l’inizio del 1993. In quella circostanza – riferisce Mantella – durante l’azione di fuoco rimase gravemente ferita la figlia di Cirianni. Questa cosa mi fu riferita anche da Francesco Scrugli”, cioè il braccio-destro (nonché cognato) di Andrea Mantella, ucciso nel marzo del 2012 a Vibo Marina dal clan Patania di Stefanaconi. Uno dei sicari, infatti, avrebbe confidato proprio a Scrugli di aver sparato all’epoca contro Cirianni indicando pure il nome del secondo killer.
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