Museo di Mileto, consensi per le opere esposte in Germania alla mostra sui normanni
I due preziosi frammenti in vetro e in ceramica fanno parte dei capolavori presenti alla rassegna allestita al Reiss-Engelhorn Museen di Mannhein
Apprezzamenti e consensi per il frammento vitreo con occhio, facente parte – nella Mileto antica – delle finestre dell’abbazia benedettina della Santissima Trinità, e poi per il coccio di ciotola con figura di cavaliere, a sua volta proveniente dall’area della vecchia cattedrale normanna. I due preziosi reperti, appartenenti alla raccolta del locale Museo statale, dallo scorso 19 settembre sono esposti in Germania alla mostra dal titolo: “I Normanni. Una storia di Mobilità, Conquista e Innovazione”, in corso di svolgimento al Reiss-Engelhorn Museen di Mannhein. Una rassegna internazionale di grande prestigio, tesa a spiegare come i vichinghi siano diventati normanni – riuscendo a cambiare il volto dell’Europa sin dal IX secolo – e ad accompagnare per mano i visitatori in un avvincente viaggio a ritroso nel tempo che dalla Scandinavia li ha portati al Mediterraneo e dal Mar Baltico a Bisanzio. Oltre 300 i capolavori esposti alla mostra di Mannheim, provenienti dalle più famose collezioni d’Europa.
E tra questi, appunto, i due reperti rinvenuti nel Parco archeologico che ospitava la città elevata a metà dell’anno mille da Ruggero I d’Altavilla a capitale della propria contea normanna e oggi facenti parte della raccolta del Museo statale di Mileto diretto da Maurizio Cannatà. Entrambi i frammenti, salvo proroghe, rimarranno esposti in Germania fino al 26 febbraio. [Continua in basso]
Quello vitreo con occhio, risalente ai secoli XI-XII, è emerso nel 1995 insieme ad altri, nel corso di una campagna di scavi portata avanti dall’Università di Salerno nell’area dell’abbazia mausoleo, eretta nel 1063 dai normanni nell’ambito del processo di rilatinizzazione del meridione d’Italia. Il frammento di ceramica con cavaliere, ritenuto del XIII secolo, è stato rinvenuto poco tempo dopo, nella parte opposta della città, da alcuni soci della locale realtà culturale “Accademia Milesia”. Nello specifico, il rinvenimento è avvenuto nella zona che ospitava la vecchia cattedrale e l’ex seminario vescovile.
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