Piserà: «Il Gay Pride danneggia Tropea»
Il referente locale di “Noi con Salvini” spiega le regioni della sua contrarietà alla manifestazione in programma per sabato 30 luglio e attacca l'assessore alla Cultura Stella Vinci
Niente atteggiamento razzista ma solo una critica all’amministrazione comunale di Tropea per aver concesso l’autorizzazione per una manifestazione ritenute inutile alla luce dell’approvazione da parte del Parlamento della legge sulle Unioni Civili.
Antonio Piserà, referente locale del movimento “Noi con Salvini”, ha precisato la sua posizione in merito al Gay Pride in programma per il prossimo 30 luglio a Tropea. Nel mirino di Piserà soprattutto l’assessore culturale alla Cultura Stella Vinci.
«Si è abbandonata – ha affermato – ad un buffo trionfo di genialità, facendosi portavoce e sostenitrice della richiesta d’autorizzazione per il Gay Pride (regionale!), presso la propria amministrazione comunale, ottenendo, per giunta, il benestare, nonostante l’oggetto in sé, non presentando di certo alcunché di “culturale”, sia essenzialmente ben oltre le sue competenze. Posto il moralmente assurdo, perché mai nella storia si è manifestato per la propria eterosessualità, il che incide pesantemente sul potenziale d’autoghettizzazione, si sposti agevolmente l’orientamento dell’analisi e si parta valutando la questione d’ordine pubblico, che avrebbe meritato, senza disturbare l’antropologia, l’esame aprioristico. È evidente – ha aggiunto – che un esperimento del genere, già eccessivo anche nell’ottica dell’esperimento, si vada più che mai a scontrare con la corretta conduzione cittadina, soprattutto dato il momento d’altissima presenza turistica».
Insomma, per Piserà si tratta di un grave caso di eutanasia politica: «L’amministrazione comunale in carica sta esalando gli ultimi respiri e, nonostante tutto, si affaccenda ad ingannarsi facendo passare per chiusura in bellezza una scelta che ha insito il prezzo della dignità, perché continua a dimostrare che non se ne conosca il valore».
Peraltro, «togliere a Tropea un giorno di turismo e non sarebbe l’unico, essendo già stata abbondantemente mutilata dall’attuale condizione, è gravissimo. Farlo a spese di una realtà che, invece, andrebbe informata di essere già di per sé accolta nell’ideale umano (né sociale, né politico, dunque) di “normalità”, è ignobile».