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Arresto Matteo Messina Denaro, ecco la carta d’identità falsa del boss

Il procuratore De Lucia in conferenza stampa loda l’impegno dei carabinieri del Ros e della polizia, annunciando indagini per scoprire tutte le complicità legate alla latitanza e parla di debito della Repubblica saldato con le vittime di mafia

Arresto Matteo Messina Denaro, ecco la carta d’identità falsa del boss
Messina Denaro e nel riquadro la falsa carta d'identità
Matteo Messina Denaro

Andrea Bonafede, nato a Campobello di Mazara (Trapani) il 23 ottobre del 1963. Eccola, come mostra la foto in possesso dell’Adnkronos, la carta di identità di Matteo Messina Denaro, alias Andrea Bonafede, il nome falso scelto nella latitanza. Il boss, arrestato oggi a Palermo nella clinica Maddalena, era residente a pochi chilometri dalla sua città natale, Castelvetrano, a Campobello di Mazara in via Marsala 54. Di professione, si legge nella carta di identità, ‘geometra’. E’ alto 1,78, calvo e con gli occhi castani. Segni particolari “nessuno”. La tessera, cartacea, è stata emessa l’8 febbraio 2016 e scade il 23 ottobre del 2026.
Il vero geometra Andrea Bonafede, 59 anni, di Campobello di Mazara, titolare della carta di identità utilizzata dal super latitante, è stato interrogato  dai carabinieri. La carta di identità sarebbe stata falsificata da Matteo Messina Denaro, apponendo una sua foto al posto di quella del signor Bonafede. L’uomo non avrebbe risposto alle domande degli investigatori.  [Continua in basso]

«Abbiamo catturato l’ultimo stragista responsabile delle stragi del 1992-93». Così intanto il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, ha aperto al conferenza stampa per l’arresto di Matteo Messina Denaro, il boss fermato in una clinica di Palermo il 15 gennaio 2022. «Siamo particolarmente orgogliosi del lavoro portato a termine questa mattina che conclude un lavoro lungo e delicatissimo». Si tratta, ha detto De Luca, di un «debito che Repubblica aveva con le vittime della mafia che in parte abbiamo saldato». Ovviamente, ha aggiunto, «la mafia non è sconfitta, sarebbe un grave errore pensarlo».
Messina Denaro era in un day hospital in una clinica del capoluogo siciliano, la Clinica Maddalena, specializzata in cure oncologiche. È lì, da quanto si apprende da fonti investigative, che i carabinieri del Ros hanno individuato e arrestato il boss, il figlio di don Ciccio e uomo fidatissimo di Totò Riina detto u curtu. Matteo Messina Denaro non ha opposto resistenza durante l’arresto, dopo essersi presentato a un carabiniere che gli domandava le generalità.
«L’arresto di Matteo Messina Denaro è il frutto di un lavoro di squadra portato a termine dai carabinieri del Ros in modo eccezionale, ma che viene da lontano perché è un lavoro sostanzialmente congiunto nella ricerca del latitante, tanto della polizia di Stato che ha chiuso alcuni spazi, quanto dei carabinieri che poi appunto hanno portato a termine l’operazione di questa mattina – afferma il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia su Rai Radio1–. Per noi è un fatto di estrema importanza e la Repubblica che ha dei doveri da compiere nei confronti dei suoi martiri e la cattura di Messina Denaro acquista una valenza storica in quanto era l’ultimo stragista rimasto in libertà. Un debito che abbiamo cercato di onorare e ci siamo riusciti. Il boss è un uomo con evidenti coperture sulle quali sono in corso in questo momento delle indagini, in queste ore stiamo acquisendo documenti, individuando soggetti e cercando di determinare la rete che lo ha coperto fino a questo momento».

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