“Progetti di Vita” al Comune di Vibo, Franzè: «Attuati dopo nostre sollecitazioni»
La capogruppo di Coraggio Italia: «L'amministrazione comunale ha recuperato maldestramente»
«Il “Progetto di Vita” nel Comune di Vibo Valentia è diventato realtà grazie alla caparbietà di alcune famiglie e di un’associazione, in particolare, che non ha voluto mollare dopo aver atteso circa due anni dalla presentazione della domanda». Lo afferma la consigliera comunale Katia Franzè, capogruppo di Coraggio Italia nella massima assise cittadina a Vibo Valentia. «Previsto dall’articolo 14 della Legge Regionale n. 328 del 2000, il “Progetto di Vita” è un complesso elaborato che, partendo dai desideri, aspettative e preferenze delle persone con disabilità e dei loro familiari, identifica tutti i necessari sostegni, chiaramente declinati per qualità, quantità, ed intensità per garantire ad ogni persona con disabilità di annullare o ridurre le barriere, presenti nel suo contesto di vita, che ne limitino la loro partecipazione sociale, in condizioni di pari opportunità con gli altri cittadini».
La Franzè aggiunge: «Per l’ottenimento di quel progetto (correva l’anno 2019) e dinnanzi al silenzio – inadempimento della pubblica amministrazione, una famiglia ha deciso di ricorrere al Tar di Catanzaro per ottenere quello strumento che avrebbe dovuto permettere al proprio figlio e a tutte le persone affette da disabilità di ottenere il proprio “Progetto di vita”. Dopo la sentenza Tar del gennaio 2022 si è giunti alla consegna del primo Progetto di Vita” nell’aprile 2022 , dopo un indirizzo politico recepito in consiglio comunale nel marzo 2022. Successivamente il Comune di Vibo, – ha spiegato la consigliera – dal luglio 2022, ha consegnato alle famiglie
altri dieci progetti tutti rimasti lettera morta senza dimenticare che nelle more tanti altre richieste di progetti risultano in itinere». Evidenziando gli aspetti tecnici, la Franzè sottolinea che: «Una volta definito e
condiviso con la famiglia il Progetto Individuale, la posizione del beneficiario è da considerare un diritto soggettivo perfetto e come tale suscettibile di essere soddisfatto con pienezza e immediatezza».
«Solo lo scorso 28 dicembre – rende ancora noto – venivo a conoscenza della mancata esecuzione dei Progetti di Vita consegnati alle famiglie. Pertanto, sostenuta dalla consigliera Giusy Colloca, ho portato la questione in IV Commissione all’attenzione dell’amministrazione e successivamente al consiglio comunale dello scorso 30 dicembre. Stante la mancanza di risposte concrete dagli uffici e dall’Esecutivo, ho presentato un ordine del giorno urgente per affrontare in quel consiglio comunale le
questione della mancata esecuzione dei progetti. L’idea è stata avallata dall’opposizione ma non dall’Amministrazione che, invece, il
giorno dopo correva ai ripari. Con la determina n. 2535 il Settore 2 delle Politiche Sociali impegnava le somme per l’attuazione dei sostegni previsti per i progetti di Vita sottoscritti per l’anno 2022». [Continua in basso]
A parere della Franzè un «tentativo maldestro dell’ultimo giorno dell’anno 2022 che sicuramente merita una riflessione approfondita. Come mai fino ad ora nonostante le sollecitazioni delle famiglie nulla è stato fatto, come mai non si è proceduto a garantire quanto previsto nel Progetto come mai si è proceduto solo dopo che si è alzato un polverone?
Evidentemente l’elefante ha partorito il topolino. Una volta definito un progetto personalizzato in favore di un soggetto disabile, adeguato alle sue esigenze, l’attuazione costituisce un diritto soggettivo incomprimibile e pertanto deve essere garantito dal momento della consegna al disabile e alle famiglie. Nessuna giustificazione può essere adotta da parte dell’esecutivo. L’interesse delle persone affette da disabilità e delle loro famiglie deve diventare per questa amministrazione una priorità, una pietra miliare, un esempio per tutti gli ambiti territoriali perché nessuno deve rimanere indietro». Infine conclude con l’auspicio che «per il 2023 le voci necessarie all’esecuzione del Progetto di Vita vengano inserite nei rispettivi bilanci, i servizi previsti vengano garantiti da subito, venga garantita la giusta interlocuzione con le famiglie interessate e si concludano tutti gli atti progetti di vita in itinere pendenti negli uffici».
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